Brian Molko, gli insulti a Giorgia Meloni valgono un processo. Il frontman dei Placebo accusato di vilipendio dopo il concerto a Stupinigi
Le invettive nei confronti della premier furono lanciate l'11 luglio 2023 dal palco: il ministero della Giustizia ha dato il via libera ai magistrati torinesi
Il ministero della Giustizia ha dato il via libera al procedimento giudiziario contro Brian Molko, il frontman della band inglese dei Placebo indagato a Torino per le invettive che indirizzò alla premier Giorgia Meloni l'11 luglio 2023 durante un concerto a Stupinigi.
I pubblici ministeri subalpini si erano rivolti in via Arenula perché per perseguire il reato di vilipendio delle istituzioni (punito con una pena pecuniaria) occorre una autorizzazione specifica. Molko aveva definito Meloni, fra l'altro, «fascista» e «nazista». Dopo il quarto pezzo della serata, erano arrivati da parte del cantante l’affermazione di sentirsi europeo ed il ringraziamento a Torino. Brian Molko si era quindi rivolto in italiano ai presenti per attaccare Giorgia Meloni, aggiungendo in chiusura dell’invettiva un «Vaff…, pezzo di m...». Verso la fine del concerto i discorsi del gruppo si erano quindi concentrati sulla necessità dell’accoglienza e della difesa dei figli delle coppie omosessuali.
L'attacco alla Presidente del Consiglio era arrivato dopo l’invito ai propri fan di staccarsi dai telefoni, per gustarsi l’esperienza e partecipare al concerto anziché limitarsi a filmarlo. A seguito di alcune segnalazioni, la Procura di Torino aveva quindi richiesto ai carabinieri della tenenza di Nichelino una notazione di servizio per valutare i fatti accaduti durante il concerto
Torino, all'Università svastiche sugli adesivi della comunità Lgbt durante il corso di Queer Studies
Sono comparse al Campus Einaudi, nei bagni della scuola di specializzazione per le professioni legali
Poco prima dell’avvio del corso interdisciplinare di Queer Studies, nei corridoi dell’Università di Torino si parlava d’altro: «Da qualche giorno, nel bagno al secondo piano, sono comparse delle svastiche». I simboli nazisti sono stati disegnati nelle toilette maschili della scuola di specializzazione per le professioni legali, al secondo piano del Campus Luigi Einaudi, precisamente sopra piccoli adesivi che pubblicizzano un gruppo della comunità LGBTQI+. Due svastiche sono già state parzialmente cancellate, ma una è ancora visibile.
L’episodio coincide con l’avvio del nuovo corso, che ha registrato un alto numero di iscritti: 220 studenti, molti dei quali attratti dalla possibilità di scegliere l’insegnamento come opzionale. Il corso, tenuto dal professor Antonio Vercellone, docente di diritto privato, ospiterà interventi di accademici, esperti di diverse discipline e professionisti della società civile.
Il programma è ricco e variegato: si parlerà di teoria queer, storia del movimento LGBTQI+, identità di genere e transessualità, medicina di genere, rapporto tra cristianesimo e omosessualità, rappresentazioni LGBTQI+ nel cinema e nel teatro, stereotipi sessuali e di genere nei media, non monogamie e nuove forme di famiglia, genitorialità LGBTQI+, gender architecture, asilo e protezione internazionale per migranti LGBTQI+, sessualità e abilismo, bias di genere nella teoria economica e molto altro.
Alla prima lezione hanno partecipato l’assessore del Comune di Torino, Jacopo Rosatelli, Federico Zappino (docente dell’Università di Sassari, tra i primi a promuovere gli studi queer in Italia e recentemente bersaglio di critiche da parte del centrodestra) e Laura Scomparin, professoressa di Giurisprudenza e candidata rettrice dell’ateneo torinese alle prossime elezioni.
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