La guerra interimperialista è iniziata. Questa è la nostra posizione che continuiamo a riprendere, fondata sull'analisi degli avvenimenti economici/politici/militari.
Il fascio-imperialismo rappresentato dal governo Meloni è l'interprete più coerente degli interessi della borghesia italiana e del suo apparato militare e industriale e, con il suo avventurismo bellico, è in prima fila nello scontro contro Russia e, in prospettiva, contro la Cina.
L'area che comprende anche Taiwan è strategica per gli interessi degli Stati imperialisti, e l'Italia, con la sua forza militare, si è unita alla prima esercitazione navale congiunta condotta tra UE e USA nell'Indo-Pacifico. La portaerei ammiraglia italiana Cavour raggiungerà l'area entro la fine del 2023 (o al più tardi all'inizio del 2024)
dal sito formiche:
L’Italia ha partecipato con la fregata Bergamini a un’esercitazione congiunta con alleati europei e statunitensi lungo la fascia occidentale dell’Indo Pacifico, in quell’area di interconnessione con il Mediterraneo allargato. Roma aumenta la sua presenza nel quadrante, dove si muovono anche attori rivali
Unita navali dell’Unione europea e degli Stati Uniti hanno condotto un’esercitazione congiunta nell’Indo Pacifico occidentale il 23 e il 24 marzo. Alle manovre ha partecipato anche Nave Bergamini, fregata lanciamissili della Marina Militare, in un
esempio di come Roma abbia interesse a essere presente in quel quadrante, sia commercialmente quanto militarmente e politicamente. L’Italia sta già prendendo parte a certe attività, pianificandone altre come l’invio della fregata Morosini o della portaerei Cavour per missioni nell’Indo Pacifico in coordinamento con Washington e Bruxelles e con gli alleati regionali.Nave Bergamini è una Fremm, acronimo del programma italo-francese con cui sono state costruite queste unità “multi-missione”. Insieme alla Reina Sofia fa parte della Forza navale dell’Ue impegnata nella “Operazione Atalanta”.
Istituita nel 2008, Atalanta è stata la prima operazione militare a carattere marittimo a guida europea. È stata pensata per il monitoraggio della sicurezza marittima in una zona compresa tra il Mar Rosso, il Golfo di Aden e parte dell’Oceano Indiano, Isole Seychelles incluse. Un’area che, spiega la Marina, ha dimensioni simili a quelle del bacino del Mediterraneo
Insieme agli alleati transatlantici si stanno coordinando anche altri Paesi cosiddetti “like-minded”, come per esempio il Giappone – che già due anni fa ha preso parte a esercitazioni anti-pirateria sul Golfo di Aden insieme al Regno Unito. L’Africa orientale, area perimetrale dell’Indo Pacifico, è diventata oggetto dell’interesse anche della Corea del Sud e in un futuro prossimo potrebbe coinvolgere anche Taiwan (e Singapore, altro Paese impegnato nella sicurezza marittima) nelle varie operazioni, mentre l’India è già presente per evidenti ragioni di carattere geografico e geostrategico.
È proprio in queste operazioni che l’Italia trova spazio, inserendosi come operatore (militare e politico) nell’asse indo-abramatico creato dall’intesa I2U2 tra Israele, India, Emirati Arabi Uniti e Usa. Da sottolineare che la sensibilità e l’importanza della regione è percepita anche da attori rivali, come per esempio Russia, Cina e Iran. I tre Paesi si sono anche recentemente esercitati in quella fascia marittima, creando una contro-narrazione politico-militare attorno alle loro attività e a questo raggruppamento – che sta crescendo per intensità del coordinamento, anche con l’obiettivo di creare un modello di governance (anche del quadro securitario) alternativo a quello attuale, a guida occidentale.
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