lunedì 27 marzo 2023

pc 27 marzo - Le forze socialdemocratiche e riformiste al governo come all'opposizione sono tutte al servizio dell'imperialismo in generale e del proprio imperialismo in particolare

per questo devono essere oggetto di denuncia e mobilitazione in ogni paese imperialista.. in Italia il PD della Schlein

 
"...quello che è accaduto giovedì 23 scorso a Bruxelles alla riunione del Pse, le forze socialiste europee. Dove, e non è chiaro a quale titolo, insieme a Schlein, al premier spagnolo Sanchez e alla premier finlandese Marin e a tanti altri, ha partecipato Jens Stoltenberg, il segretario generale della Nato. La cosa è sorprendente per diversi ordini di motivi. Il primo è che nessuno dei presenti ha avuto a quanto pare niente a che ridire. Sarà stata una sorpresa per molti, oppure era invitato – ma ripetiamo, a che titolo visto che Stoltenberg è stato sì dirigente laburista norvegese ma fino al 2014?

Oppure meglio ancora, un revival di memoria, annoverando la triste storia dei leader neoliberisti di

sinistra Clinton, Blair e tanti altri che hanno avviato tutte le guerre sporche che hanno preceduto l’aggressione di Putin all’Ucraina?

.... Così,è arrivato Stoltenberg a declinare la sua priorità, quella del riarmo: «Bisogna aumentare la produzione delle armi – ha dichiarato -per aiutare Kiev per sempre».

Hai voglia a dire che Schlein ha anticipato con la mossa di essere presente sempre a Bruxelles, ma in una sede formalmente alternativa, l’arrivo nella capitale europea di Giorgia Meloni. Perché sul tema del riarmo è la destra ad avere l’ultima parola e a guidare le danze. Soprattutto se su questo tema si tace o si farfuglia, anche in parlamento.

Di più. C’era una volta nel Pd, appena la scellerata guerra di Putin è iniziata, un’area significativa che sull’invio di armi insisteva sul «controllo, perché non dovranno essere di offesa ma di difesa» e che allo stesso tempo diceva no al riarmo italiano. Questa strategia ora a dir poco vacilla, di fronte al fatto che ormai l’Occidente invia armi apertamente d’offesa come cacciabombardieri, droni e micidiali proiettili all’uranio impoverito – alla faccia della difesa. Non basta dire «non ci faremo dettare l’agenda dalla Nato» se la Nato arriva ad abbaiare anche dentro la massima assise dei socialisti europei.

Perché dopo un anno di invio di armi come partecipazione indiretta di guerra quale unica e assoluta risposta alla guerra russa, gli arsenali si sono svuotati proprio grazie ai massicci invii di armi. Gioco forza il governo Meloni-Crosetto, per il quale la guerra ucraìna è la polizza assicurativa quanto a durata di legislatura e legittimità atlantica, ha buon gioco a proporre l’aumento delle spese militari per riempire di nuovo gli arsenali, che poi si svuoteranno e saranno di nuovo da riempire, «per sempre». C’è l’obiettivo del 2% di Pil in spese militari; certo già avviato da prima ma mai ratificato o deciso dai parlamenti, compreso quello italiano, mentre la «virtuosa» e apripista Polonia punta al 4%. Spalmati negli anni fino al 2028, sarebbero 13 miliardi in più sul bilancio dello Stato. Che volete che siano? Evitiamo il rapporto considerato «errato» con le spese sociali che invece vengono centellinate e revisionate in un’ottica privatistica. Il nodo è che così facendo entriamo nell’ottica di guerra prolungata ovunque.

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