Il ministro degli esteri e vice presidente del consiglio Tajani ha ribadito il "sostegno italiano" alla Tunisia in sede UE e del Consiglio Europeo (il "consiglio dei ministri" dell'UE) con un finanziamento europeo di 900 milioni di euro di cui: "300 milioni subito, altri 300 milioni quando saremo sicuri che le riforme siano state iniziate e altri 300 milioni supplementari".
La proposta italiana in sede UE e a quanto sembra sostenuta anche dalla Francia arriva mentre è in corso un impasse per il finanziamento di 1,9 miliardi di dollari americani dal FMI e dal congelamento
dei rapporti tra Tunisia e BM, ciò compromette la possibilità di ulteriori finanziamenti bilaterali in particolare da Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti.Le due agenzie finanziarie internazionali imperialiste hanno sospeso formalmente le linee di credito alla Tunisia adducendo strumentalmente l'arresto del processo di "transizione democratica" che il regime di Saied ha interrotto il 25 luglio 2021 sciogliendo il parlamento, promulgando unilateralmente una nuova costituzione e indicendo nuove elezioni sulla base di questa facendo insediare un parlamento di deputati/individui senza partiti.
Alcuni analisti economici già dall'anno scorso hanno previsto il fallimento dello Stato tunisino nella seconda metà del 2023 qualora non fosse incassata la prima tranche del finanziamento FMI.
E qui che si inserisce l'azione italiana sostenuta dall'UE con l'obiettivo di scalare posizioni ed essere il paese europeo e imperialista più influente in Tunisia: 300 milioni di euro subito e senza condizioni... proposta rilanciata ieri a Tunisi da Paolo Gentiloni in veste di commissario ("ministro") europeo agli affari economici e monetari che però aggiunge: "la prima condizione è di aderire al piano di finanziamento del FMI".
Quindi mentre FMI e BM cercano di far arrivare con l'acqua alla gola in regime Saied, ma avendo allo stesso tempo tutto l'interesse di prestare i soldi e quindi approfondire la dipendenza finanziaria tunisina, il duo Tajani/Gentiloni prospettano al paese ulteriori 900 milioni di euro.
Il pressing italo-europeo nel quadro più generale di quello imperialista internazionale insiste quindi su tre questioni già affrontate in articoli precedenti che nell'incontro di ieri tra Gentiloni e Saied, Bouden (la prima ministra fantoccio di Saied) ed i ministri di economia, finanze e quello degli esteri: arrestare i flussi migratori dalla Tunisia, riforme liberiste a spese del popolo, e maggiore apertura alle imprese italiane ed in particolare nel campo energetico.
Da quanto riporta il lungo resoconto dell'incontro pubblicato da AgenziaNova del 27 marzo, la controparte tunisina ha ben accolto il rappresentante comunitario al di là della retorica "nazionalista" e anti occidentale del regime Saied che fino ad oggi non è andata oltre il folclore (compreso ieri quando Saied ha inizialmente comunicato all'ultimo minuto che non avrebbe incontrato Gentiloni ma a seguito di immediate "pressioni italiane" l'incontro è andato in porto!).
Ma in questa faccenda neanche il regime moderno fascista italiano è avulso dalla farsa...
Tajani per dar peso alla proposta italiana ha evocato il "pericolo Fratelli Musulmani" che insieme al pericolo "invasione migranti" sembra essere diventato il secondo spauracchio del governo Meloni:
"se non interverremo per salvare la Tunisia dal rischio fallimento i Fratelli Musulmani potrebbero avvantaggiarsi politicamente".
Tajani fa finta di non sapere che i Fratelli Musulmani che in Tunisia fanno capo al partito politico di Ennahdha (e non a caso Tajani utilizza il nome del raggruppamento a livello internazionale) sono già stati al potere per quasi dieci anni (2012-2021) e che l'Italia in questo periodo ha continuato a stringere accordi economici e sulle politiche migratorie donando centinaia di migliaia di euro in equipaggiamenti, motovedette, addestramento militare ecc. ecc. ecc.
Ricordiamo noi in questa sede che Tajani nel 2014 in veste di presidente vicario del parlamento europeo diede la sua benedizione agli accordi anti-migranti con i macellai e le milizie libiche islamiste.
Tali dichiarazioni quindi mostrano il volto miserabile di un governo reazionario e moderno fascista come il governo Meloni il cui solo interesse è ingrossare i conti in banca degli investitori italiani e delle grandi aziende italiane a partire dall'Eni a spese dei lavoratori italiani e dei popoli oppressi come quello tunisino.
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