Oltre 150 i No Tav che questa mattina si sono ritrovati davanti al Tribunale di Torino e alla Caserma dei Carabinieri di Susa per depositare le prime querele contro Maurizio Molinari, Direttore de “La Repubblica”, che il 10 ottobre aveva rilasciato dichiarazioni diffamatorie ai danni dei No Tav, durante la trasmissione “Mezz’ora in più”, condotta da Lucia Annunziata (qui il video https://youtu.be/9E3EauAkJzM) .
La determinazione del movimento è sempre stato l’elemento che è stato in grado di mettere in seria difficoltà tutto il sistema Tav. Sono 30 anni che cercano con ogni mezzo di fermarci, ma noi non abbiamo mai fatto un passo indietro e sicuramente non abbiamo intenzione di lasciarci intimidire, oggi, dalle dichiarazioni di uno dei tanti giornalisti che da sempre sono dichiaratamente Si Tav e che puntualmente si ritrovano a parlare (a sproposito) della nostra lotta.
Ad accompagnare i tanti No Tav, anche diversi avvocati che hanno collaborato alla stesura delle querele perché le dichiarazioni di Maurizio Molinari nel corso della trasmissione televisiva “Mezz’ora in più”, condotta da Lucia Annunziata, si commentano da sole.
Applicare l’etichetta di terrorismo ad un movimento sociale da tanti anni insediato sul territorio della Val di Susa e radicato in una vasta comunità di cittadini, non solo valsusini, vuol dire proporre una
equiparazione non solo falsa e incongrua, ma altamente diffamatoria sia nei confronti dell’intero movimento No Tav, che nei confronti dei singoli che ne sono parte.Non vi è dubbio che l’esercizio del diritto di critica sia tutelato dalla nostra Costituzione e sia momento fondamentale di libertà, ma non può certo sconfinare nel consapevole e deliberato attacco della reputazione altrui. I limiti della continenza e del rispetto della verità, che, secondo la consolidata giurisprudenza, segnano il perimetro della critica politica lecita sono stati in questo caso abbondantemente travalicati attraverso l’uso di espressioni pretestuosamente denigratorie e gratuitamente offensive intese a screditare l’avversario politico, degradando il dibattito a mera aggressione verbale.
Va ricordato a Molinari che nell’unico caso in cui in un “processo No Tav”, per uno specifico fatto accaduto al cantiere di Chiomonte, è stata contestata a 4 imputati la finalità di terrorismo, tale ipotesi abbia ricevuto ripetute e sonore smentite da parte dell’autorità giudiziaria.
I No Tav sono persone comuni, sicuramente non terroristi e quella di oggi è l’ennesima dimostrazione che ci siamo e ci saranno sempre perché in gioco c’è il futuro di tutte e tutti.
Avanti No Tav!
Da notav.info
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