140 morti mai comunicati, dati deliberatamente falsi, caos in tutto il settore sanità… la gestione della pandemia, come sta dimostrando il governo della regione Sicilia in questi giorni, è una gestione che trasforma la pandemia in strage come è già successo per la regione Lombardia.
Non ci sono dubbi sul livello di
gravità dei fatti (con l’aggravante, se possibile, che l’alterazione del numero
dei posti letto in Sicilia c’era già stata in precedenza per opera del
dirigente La Rocca, lo stesso cui Musumeci ha affidato adesso il dipartimento
Osservatorio epidemiologico! o come i positivi contati due volte…) e questi
fatti mostrano tutto l’assoluto cinismo e il disprezzo verso le masse popolari
dei politici al governo regionale, in questo caso la banda dei fascisti in
doppiopetto del partito di Musumeci e del suo pupillo Razza, “Diventerà
Bellissima”, e del dirigente generale del dipartimento sanitario, Maria
Letizia Di Liberti ex Alleanza Nazionale, ai domiciliari. È lo stesso giudice
dell’indagine che chiaramente dice come
“…tale alterazione sistematica – dei dati - abbia aggravato in maniera
sensibile la diffusione del virus”, come, per esempio, i dati dei 228 pazienti
positivi dell’ospedale Cervello mai comunicati!, mettendo in pericolo immediato
di vita medici, infermieri, altri lavoratori, i parenti dei malati e
conseguentemente di tutta la collettività.
Questi giudici sono costretti a mettere in risalto l’aspetto tutto politico dell’operazione “spalmamento”, registrando il profondo cinismo degli arrestati: “Si è cercato – spiega il gip – di dare un’immagine della tenuta e dell’efficienza del servizio sanitario regionale e della classe politica che amministra migliore di
quella reale e di evitare il passaggio dell’intera Regione o di alcune sue aree in zona arancione o rossa con tutto quel che ne discende anche in termini di perdita di consenso elettorale per chi amministra”.È proprio questo che preoccupa lo stesso ex assessore delinquente Razza che conferma apertamente quello che tutti sanno e che denunciamo da tempo: “E’ il fallimento della politica [la politica borghese alla Musumeci e Razza!], non siamo stati in grado di tutelarci, i negozi che chiudono, se la possono prendere con noi, non siamo riusciti a fare i posti letto”. Ma Razza non è solo, è circondato e sostenuto, oltre che dal suo mentore Musumeci, da una squadra di 11 assessori che, come riporta un quotidiano locale, hanno sottoscritto un attestato di fiducia nei suoi confronti! Mentre, dall’altro lato, cerca di sganciarsi l’ex sindacalista della Cgil medici ed attuale commissario per l’emergenza covid Renato Costa (il precedente, Candela, è stato arrestato l’anno scorso per mazzette nella sanità!), che non è indagato ma che per i giudici “ha fornito un contributo morale decisivo” a tutto lo sporco affare.
Mentre l’indagine continua, questi
sporchi affari ci parlano della profonda immoralità in cui è da tempo
sprofondata questa insopportabile borghesia parassitaria, il cui unico pensiero
è, non solo come continuare a tenersi stretta la poltrona, ma quello di fare
carriera costi quel che costi, mettendo in pericolo la vita di tutti: si può
parlare, a questo punto, di procurata strage? Sì, se consideriamo che i dati
corretti dei contagi servono a decidere le misure di prevenzione e di gestione
della pandemia, se questi dati vengono alterati consapevolmente, rendendo certo
l’aumento della pandemia e per conseguenza il numero dei morti, allora sì, si
tratta di strage voluta. Siamo davanti ad “uno scellerato disegno politico” che
provoca la morte delle persone e questo reato deve essere giudicato e i
responsabili condannati in maniera adeguata! Già adesso secondo la
stessa giustizia borghese…
Non si può mettere a rischio la
vita di tutti in questo modo, non si può accettare il disprezzo per i morti di
questa pandemia e per i sentimenti di ha perso i propri cari… e non basta certo
l’indignazione, per quanto sentita e profonda possa essere. Tutti coloro che
sono colpiti direttamente o indirettamente, che non vogliono più sopportare
questo assurdo scempio, hanno perciò la necessità di unirsi, organizzarsi e
lottare per estirpare questo cancro, peggiore della stessa pandemia.
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