È terminato da poco l’incontro in Prefettura sulla chiusura del sito Fedex-Tnt di Piacenza.
Tutti i soggetti al tavolo (regione Emilia-Romagna, Prefettura/governo, Sindaco di Piacenza, ispettorato del lavoro) hanno condiviso il fatto che la chiusura è un inaccettabile affronto, imputabile unicamente all’arroganza della multinazionale americana (e non certo agli scioperi di gennaio, che anzi si sono rivelati assolutamente avveduti, a differenza di quanto sostenevano CGIL e UGL, che parlavano di “posti di lavoro non a rischio”) e in linea col pesante piano di ristrutturazione che FedEx aveva annunciato già nei mesi scorsi.Come abbiamo già ribadito più volte, l’attacco non riguarda solo Piacenza e non riguarda solo FedEx: l’obbiettivo dei padroni è quello di usare la crisi-Covid per
sbarazzarsi della maggior parte dei lavoratori a tempo indeterminato e sostituirli con un esercito di precari senza tutele e con salari da fame....Le dichiarazioni a mezzo stampa di FedEx delle scorse ore, nelle quali la multinazionale americana parlava di “800 assunzioni”, non sono altro che un gioco delle tre carte, e hanno lo stesso valore delle dichiarazioni con le quali un mese fa si garantiva che il sito di Piacenza non avrebbe chiuso: a noi sembra evidente che che nel linguaggio dei padroni americani la parola “assunzioni” stia a significare che su migliaia di lavoratori in appalto, a salvarsi saranno al massimo 800!
Tradotto in italiano, ciò significa migliaia di licenziamenti in tutta Italia!
Peraltro, questa vertenza svela in maniera ancor più evidente come la Cig-Covid sia utilizzata dalle aziende in maniera strumentale e parassitaria: uno strumento che sulla carta doveva servire unicamente ad attenuare gli effetti della crisi pandemica, sta diventando sempre più un pozzo senza fondo che i padroni raschiano a proprio piacimento per tutelare i propri profitti sulle spalle dei lavoratori e dell’intera collettività, potendovi attingere liberamente anche in assenza di effettivi cali di attività e di fatturato.
Tutto ciò con il beneplacito dei governi nazionali, tanto pronti e tempestivi quando si tratta di apparecchiare la tavola ai padroni, quanto evasivi quando si tratta di dare risposte concrete ai bisogni e alle rivendicazioni dei proletari.
Ora è il momento della massima unità dei lavoratori: insieme, con la lotta, possiamo fermare questa provocazione, che peraltro rivela come le motivazioni esternate dalla Procura di Piacenza per giustificare gli arresti delle settimane scorse fossero destituiti di ogni fondamento.
estratti dal comunicato SI Cobas nazionale
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