venerdì 2 aprile 2021

pc 2 aprile - L'Italia imperialista - con ENI e governo Draghi - cerca di "recuperare" in Libia. Come sempre con la cooperazione, la difesa dei profitti ENI, e con i respingimenti stabiliti dal Memorandum

Dal nuovo governo libico in visita Descalzi, Di Maio e Draghi: l'Italia imperialista per i profitti dell'ENI e delle altre aziende nella ricostruzione. 

Ma la situazione sul campo è tutt'altro che pacificata: nella Libia orientale, il generale Khalifa Haftar cerca di uscire dai margini a cui lo ha relegato il piano ONU/USA guidando esercitazioni militari e partecipando alla riunione dei notabili delle tribù. Nella Libia occidentale escalation degli omicidi.

Gli scopi della missione Irini (rinnovata) a guida italiana cambieranno? 

Per la NATO "la guida di queste operazioni nel Mediterraneo deve restare in mano all’Europa. L’Italia può e deve avere un ruolo di leader e di coordinamento delle missioni" (ammiraglio Stavridis, comandante supremo delle Forze Nato e del Comando Usa in Europa)



info dalla stampa borghese

21 marzo-Libia-Italia: il premier del nuovo governo imposto dai paesi imperialisti, Abdul Hamid Dbeibah, incontra Descalzi (Eni): "L'Eni conferma il pieno impegno in Libia" Eni è il primo produttore di gas in Libia e il principale fornitore di gas al mercato locale, con una quota di circa l'80% ". Durante l’incontro, avvenuto alla presenza del ministro del Petrolio del Gun, Mohammed Aoun, le parti hanno discusso delle attività di Eni in Libia, dei mezzi per far procedere l’economia libica e della cooperazione nel settore dell’energia da fonti rinnovabili, tenendo conto della crescente domanda energetica globale e delle sfide ambientali. ENI non è presente solo nel comparto oil & gas, ma collabora anche nell’ambito delle energie rinnovabili, economia circolare, progetti sociali, accesso a salute ed energia, educazione e formazione professionale. 

Il premier, Abdul Hamid Dbeibah, ha espresso la volontà di riaprire le porte del suo Paese agli investitori e alle aziende italiane. "Italia e Libia sono accomunate da importanti interessi geo-strategici: oltre ai flussi migratori, ho ribadito che per noi è fondamentale continuare a rilanciare la cooperazione economica tra le nostre imprese". "Vorrei che gli investitori italiani considerassero la Libia la loro casa, non solo un partner di investimento", ha detto Dbeibah in un'intervista al quotidiano italiano Corriere della Sera.

Di Maio è stato il primo tra i ministri dell'Unione europea a essere ricevuto in Libia dopo la formazione del nuovo governo.

Draghi, si recherà martedì 6 aprile a Tripoli, in Libia, nella sua prima visita ufficiale all’estero dall’insediamento il 13 febbraio scorso. I dossier sul tavolo sono tanti: dai migranti alla pacificazione del Paese, dalle forniture di gas attraverso la condotta Greenstream alla ricostruzione delle infrastrutture libiche, fino al rilancio delle commesse interrotte dopo il 2011.

Secondo l’inviato ONU in Libia, Jan Kubis, sono attualmente 3858 i migranti detenuti nei centri ufficiali libici, ai quali vanno sommati quelli dei numerosi e difficilmente controllabili lager gestiti direttamente dalle milizie e che sono una grande fonte di guadagno grazie ai riscatti che le famiglie d’origine pagano dopo aver ricevuto video e foto di torture e sevizie dei loro familiari.

Su questo il governo italiano tace e, anzi, il rinnovo del memorandum d’intesa tra Italia e Libia per l’attività di controllo e respingimento dei migranti è ormai un assunto della politica italiana che vede poche, pochissime voci contrarie levarsi a ogni scadenza.

L’autostrada costiera. Novità potrebbero arrivare dal raddoppio della “via Balbia”, il progetto per costruire un’autostrada che seguirà il tracciato della strada costiera libica che si snoda per oltre 1.800 chilometri, tra Ras Jedir (al confine con la Tunisia) e Musaid (al confine con l’Egitto). 

L’aeroporto internazionale. L’Italia sta, inoltre, aiutando la Libia a ricostruire l’aeroporto internazionale di Tripoli, devastato da ben due guerre (2014 e 2019-20), con l’obiettivo a medio-lungo termine di riprendere i collegamenti aerei con il resto del mondo.

I lavori affidati al consorzio italiano “Aeneas” – sospesi a causa del conflitto armato che dall’aprile 2019 al giugno 2020 ha visto come linea del fronte proprio lo scalo aereo – sono recentemente ripresi anche grazie allo sblocco delle lettere di credito: questo è infatti uno dei risultati più concreti della diplomazia economica italiana e delle frequenti visite (ben sette da inizio mandato, le ultime due a distanza ravvicinata il 21 e il 25 marzo) in Libia del ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, Luigi Di Maio.

La ricostruzione dell’aeroporto di Tripoli è un progetto del valore totale di 79 milioni di euro circa e prevede la costruzione due terminal: uno nazionale e uno internazionale, completi di tutti gli impianti aeroportuali per permettere l’apertura di questo aeroporto. Entrambi i terminal, secondo il progetto, coprono in totale circa 30 mila metri quadrati, con una potenzialità di circa sei milioni di passeggeri all’anno. Il consorzio italiano dovrebbe mettere a disposizione dei libici il “know how” e i materiali, mentre la manodopera sarà soprattutto libica, con gli italiani in un ruolo di supervisione.

Un altro settore di possibile/potenziale collaborazione è quello delle telecomunicazioni. Telecom Italia Sparkle realizzerà BlueMed, un cavo sottomarino che collegherà la Liguria alla Sicilia e l’Italia, fino a Mumbai. Si tratta di una vera e propria dorsale per collegare Medio Oriente, Africa, Asia ed Europa con una riduzione della latenza fino al 50 per cento rispetto ai cavi terrestri esistenti che collegano la Sicilia con Milano. A ben vedere le autorità libiche, al pari di altri Paesi della sponda sud del Mediterraneo, potrebbero essere coinvolte in questo progetto italo-statunitense.

Il Consiglio dell'UE ha deciso di rinnovare per 2 anni (fino al 31 marzo 2023) il mandato dell'operazione Irini per l'embargo sulle armi.

L’operazione Irini conta al momento su quattro navi, sei aerei e un drone. In totale, 24 paesi dell’Unione europea forniscono il loro contributo con personale o assetti e può contare inoltre sul supporto di immagini satellitari fornite da SatCen (European Union Satellite Centre). Verrà esteso il compito dell'Operazione Irini al controllo sul cessate il fuoco, alla cooperazione con la NATO e alla formazione della guardia costiera e marina libiche?

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