venerdì 8 gennaio 2021

pc 8 gennaio - Sul dibattito sulla patrimoniale in corso nel Patto d'azione e fuori di esso

Proletari Comunisti distingue quella che è oggi la necessità della classe di dotarsi di un partito politico che guidi la lotta rivendicativa in funzione della lotta per il potere, che lavori per la trasformazione dello sciopero economico in sciopero politico e dello sciopero politico in insurrezione - secondo le leggi aggiornate dall'esperienza storica che comportano la guerra di classe, la guerra rivoluzionaria, la guerra di popolo - dal lavoro per il sindacato di classe e per  il fronte unico di classe  di cui il Patto d'azione è un utile strumento di fase per unire le lotte contro padroni e governo, Stato del capitale e fare avanzare in esse la coscienza, l'organizzazione, il livello di scontro col nemico di classe.

Riprendiamo dall' intervento dello Slai cobas per il sindacato di classe nel dibattito in corso nel Patto d'azione sulla patrimoniale

La piattaforma definita dentro il Patto d'azione rispecchia in forme sufficientemente valide l'obiettivo di unire le lotte proletarie e i movimenti di lotta delle masse popolari, ed è chiaro che essa nel suo insieme rappresenta non solo rivendicazioni sindacali classiste ma anche una piattaforma politica da contrapporre all'attuale politica di padroni, governo, Stato del capitale.

Detto questo, nel Patto d'azione fondamentale è far avanzare l'unità, organizzazione e livello generale

della lotta, per ottenere risultati concreti – che non vanno immediatamente confusi con la conquista degli obiettivi – per estendere coscienza, lotta nel movimento, per far avanzare la polarizzazione sociale in termini classisti combattivi.

E' giusto che si sviluppi un dibattito che sia legato a questa prospettiva, combattendo l'eterna logica del riformismo opportunista e del massimalismo che, a nostro giudizio, ostacolano l'avanzamento.

E' seguendo questa logica che interveniamo nel dibattito sulla patrimoniale

Noi consideriamo oggi la patrimoniale una legittima, necessaria, “storica” rivendicazione contro lo scaricamento della crisi sui lavoratori e le masse popolari. E' un obiettivo per i proletari che evidenzia che lo scontro è contro l'intero sistema capitalista fondato sulla divisione di classe tra un pugno di ricchi e la stragrande maggioranza di lavoratori e masse popolari.

Usiamo questa rivendicazione per denunciare la vera natura del governo, dello Stato al servizio dei capitalisti e dei ricchi e mostrare anche su questo che per raggiungere l'obiettivo di attaccare gli utili dei padroni, i patrimoni della borghesia è necessario porre fine al dominio economico politico della classe capitalista ed espropriare gli espropriatori.

Ogni elemento della piattaforma è bene che sia preciso e applicato al contesto della fase e della lotta che stiamo facendo è giusto, e quindi che anche la rivendicazione della tassa patrimoniale può essere, come la riduzione dell'orario di lavoro, ecc, formulata in termini più precisi, anche perchè condividiamo l'argomento che è giusto rivendicarla come legge di Stato, ma non condividiamo il “carico da 90” e la forma con cui alcuni compagni del Patto impongono di chiamare questa battaglia, né riteniamo che gli argomenti che pongono a questo scopo siano realmente fondati e aggiungano molto. Per dirla chiara non condividiamo la formulazione “Million tax del 10% sul 10%”. Certo, non vogliamo fare su questo una grande polemica, ma questo deve valere per tutti.

Naturalmente tutta questa battaglia  va inserita nella  visione delineata da Marx/Engels nel Manifesto

Abbiamo già visto sopra che il primo passo sulla strada della rivoluzione operaia consiste nel fatto che il proletariato s'eleva a classe dominante, cioè nella conquista della democrazia.
Il proletariato adoprerà il suo dominio politico per strappare a poco a poco alla borghesia tutto il capitale, per accentrare tutti gli strumenti di produzione nelle mani dello Stato, cioè del proletariato organizzato come classe dominante, e per moltiplicare al più presto possibile la massa delle forze produttive.
Naturalmente, ciò può avvenire, in un primo momento, solo mediante interventi dispotici nel diritto di proprietà e nei rapporti borghesi di produzione, cioè per mezzo di misure che appaiono insufficienti e poco consistenti dal punto di vista dell'economia; ma che nel corso del movimento si spingono al di là dei propri limiti e sono inevitabili come mezzi per il rivolgimento dell'intero sistema di produzione.

Ulteriore precisazione. Nel confutare i critici della “patrimoniale” si usa un pezzo dell'Indirizzo alla Lega dei Comunisti del 1850 (*) che dice esattamente il contrario di ciò che si vuole dimostrare; dice che gli operai devono smascherare le illusioni riformiste, devono essere “disfattisti” verso lo Stato, propugnare la rovina del grande capitale, perchè dicano: vogliamo tutto, non ci accontentiamo di risultati parziali; dice che gli operai debbono spingere all'estremo le misure proposte dai democratici.. e trasformarle in attacco diretto alla proprietà privata” - vale a dire: sono i democratici che fanno queste proposte, e gli operai radicalizzandole mostrano che quelle proposte sono possibili attaccando la proprietà privata,

(*)“Naturalmente al principio del movimento, gli operai non potranno ancora proporre misure direttamente comuniste. Ma essi... debbono spingere all'estremo le misure proposte dai democratici.. e trasformarle in attacco diretto alla proprietà privata. Così, ad esempio, quando i piccolo borghesi proporranno di acquistare le ferrovie e le fabbriche, gli operai dovranno rivendicare che tali ferrovie e fabbriche siano confiscate dallo Stato puramente e semplicemente, senza risarcimento... Se i democratici proporranno l'imposta proporzionale, o una imposta progressiva moderata, gli operai insisteranno per una imposta così rapidamente progressiva che il grande capitale ne sia rovinato. Se i democratici chiederanno che si regolino i debiti dello Stato, gli operai chiederanno che lo Stato faccia bancarotta.. Essi debbono fare l'essenziale per la loro vittoria finale chiarendo a se stessi i propri interessi di classe, non lasciando che le frasi ipocrite dei piccolo borghesi li sviino neppure per un istante dall'organizzazione indipendente del partito del proletariato.. Il loro grido di battaglia dev'essere: la rivoluzione in permanenza!”

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