Il marasma creato dal governo sulle questione delle date, frutto delle contraddizioni politiche al suo interno che mirano anche a indebolire e far cadere il governo Conte per aprire la strada a Draghi e al governo di centrodestra comprensivo dei renziani, oscura i punti chiari che l'iniziativa nella scuola deve avere
Noi lo ribadiamo siamo per le SCUOLE APERTE, siamo in generale contro la didattica a distanza, classista e peggiore soluzione sul fronte della didattica. Noi consideriamo gli studenti e il loro diritto allo studio il centro della questione, il punto a cui piegare tutte le componenti scolastiche in primis gli insegnanti - molti dei quali, sostenuti dal corporativismo sindacale, usano il problema della sicurezza . Pensiamo che qualunque sia la situazione senza la lotta in presenza del movimento degli studenti nessuna soluzione può essere realizzata. Il nodo dei sistemi dei trasporti si affronta con la lotta, il nodo della gestione dell'attività didattica si affronta con la lotta, la questione degli orari - che in emergenza pandemica possono benissimo essere realizzati con la turnazione - non possono passare senza il consenso degli studenti, inteso come movimento degli studenti, non i singoli studenti.
Ritornare a scuola significa lottare per il diritto allo studio, per la scuola sicura, imporre una didattica d'emergenza e fare la propria parte come movimento studentesco nella lotta generale contro la pandemia e la crisi scaricata sui proletari e le masse popolari
Su questo assume tutta la sua importanza lo sciopero generale del 29 novembre.
proletari comunisti/PCm Italia
7 gennaio 2021
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