martedì 3 settembre 2019

pc 3 settembre - «Liberté, liberté»: la gioia sulla nave Mare Jonio. Sbarcano tutti...

Aprire i porti - solidarietà e accoglienza contro l'imperialismo italiano, il suo governo razzista e assassino.

Proprio poche ore prima era stato inoltrato alla Procura di Agrigento, che dalla Guardia Costiera aveva ricevuto gli indirizzi e i nomi di 39 figure istituzionali implicate nell'assurdo temporeggiamento, un esposto in forma di dossier sanitario dello staff medico di bordo che ha rappresentato una situazione che rischia di portare alla sbarra degli imputati l’interra filiera decisionale: dai ministri coinvolti nel divieto di navigazione ai dirigenti ministeriali che hanno tradotto le indicazioni politiche decisioni sul campo.


«Liberté, liberté»: la gioia sulla nave Mare Jonio. Sbarcano tuttiNello Scavo, inviato a bordo della nave Mare Jonio (Mediterranea) 

da Avvenire lunedì 2 settembre 2019

Sbarcano tutti, come prevede il “diritto del mare”, perché i naufraghi non possono essere tenuti in ostaggio di leggi che violano i diritti umani. Non è stata solo una vittoria del buonsenso, ma lo sbarco dei 31 migranti trasbordati da una motovedetta della Guardia costiera segna la fine della disumana “dottrina Salvini”. 
Mediterranea, infatti, ha lottato perché venisse riconosciuto che i migranti sono prima di tutto dei “naufraghi”, salvati da morte certa. E i naufraghi non possono essere tenuti prigionieri di decisioni politiche illegali e contrarie al diritto e alle convenzioni internazionali.
A innescare la soluzione, più che le parole della politica dalle quali ci si attendeva “discontinuità”, è stata una domanda di
Luca Casarini, il capomissione, alle autorità marittime e sanitarie interpellate ripetutamente nella notte. «Se fossero naufraghi di una crociera, li trattereste così?». La risposta, dopo un lungo silenzio durato quasi dodici ore è stata la comunicazione del trasbordo dei restanti 31, dopo una notte di terrore in mezzo al mare agitato.
Senza che intervenisse una sentenza della magistratura, dunque, ha prevalso la legge. Proprio poche ore fa era stato inoltrato alla Procura di Agrigento, che dalla Guardia Costiera aveva ricevuto gli indirizzi e i nomi di 39 figure istituzionali implicate nell'assurdo temporeggiamento, un esposto in forma di dossier sanitario dello staff medico di bordo che ha rappresentato una situazione che rischia di portare alla sbarra degli imputati l’interra filiera decisionale: dai ministri coinvolti nel divieto di navigazione ai dirigenti ministeriali che hanno tradotto le indicazioni politiche decisioni sul campo.

La Mare Jonio, dunque, torna libera. Per la prima volta nella storia recente, infatti, la Guardia costiera è stata autorizzata a prelevare da una nave umanitaria tutti i superstiti del naufragio, del quale si contano sei morti, in acque internazionali. Un precedente storico per tutte le organizzazioni umanitarie.
Alle 14.20 tutti e 31 le persone migranti soccorse lo scorso 28 agosto sono state trasbordate dalla nave Mare Jonio a una delle motovedette della Guardia costiera italiana diretta a Lampedusa. Decisiva per ottenere l'autorizzazione allo sbarco è stata l'ispezione a bordo della nave Mare Jonio da parte dei medici dell'Usmaf, l'unità specialistica di Sanità marittima, saliti sul ponte del rimorchiatore venerdì 30 agosto.
«LIBERTÉ, LIBERTÉ»: NEL VIDEO LA GIOIA DOPO L'ANNUNCIO DELLO SBARCO
"Non stupisca tanta euforia. Gli sbalzi di umore sono tipici in situazioni di pericolo post traumatico. Pensavano di morire e finalmente, in un istante, hanno avuto la certezza di essere in salvo" ha spiegato la psichiatra di bordo Carla Ferrari Aggradi.

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