SENZA NERI, SENZA POMODORO!
Una delegazione con abitanti di tutti gli insediamenti coinvolti (Arena di San Severo, Tre Titoli presso Cerignola, ex-Fabbrica Granarolo a Foggia, Cara di Borgo Mezzanone) si trova al tavolo in Prefettura, tutti gli altri lavoratori in sciopero sono rimasti a bloccare la statale a Borgo Mezzanone.
La scelta non e' casuale:
1) Borgo Mezzanone e' ad oggi il piu' grande ghetto di Capitanata, e sta subendo un processo di sgombero “a tappe” che i lavoratori in sciopero chiedono di interrompere immediatamente;
2) sempre a Borgo Mezzanone si trova il Cara, dentro il quale ha sede la Commissione Territoriale che (in maniera ancor piu' brutale dall'introduzione del dl Sicurezza 1 che elimina la protezione umanitaria) sta rispondendo ai richiedenti asilo con un'altissima percentuale di dinieghi;
3) nella stagione del pomodoro, sulla statale 544 che passa davanti al Cara c'e' un continuo passaggio di camion carichi di pomodori, raccolti dalle stesse persone che dicono di voler deportare.
Una delegazione con abitanti di tutti gli insediamenti coinvolti (Arena di San Severo, Tre Titoli presso Cerignola, ex-Fabbrica Granarolo a Foggia, Cara di Borgo Mezzanone) si trova al tavolo in Prefettura, tutti gli altri lavoratori in sciopero sono rimasti a bloccare la statale a Borgo Mezzanone.
La scelta non e' casuale:
1) Borgo Mezzanone e' ad oggi il piu' grande ghetto di Capitanata, e sta subendo un processo di sgombero “a tappe” che i lavoratori in sciopero chiedono di interrompere immediatamente;
2) sempre a Borgo Mezzanone si trova il Cara, dentro il quale ha sede la Commissione Territoriale che (in maniera ancor piu' brutale dall'introduzione del dl Sicurezza 1 che elimina la protezione umanitaria) sta rispondendo ai richiedenti asilo con un'altissima percentuale di dinieghi;
3) nella stagione del pomodoro, sulla statale 544 che passa davanti al Cara c'e' un continuo passaggio di camion carichi di pomodori, raccolti dalle stesse persone che dicono di voler deportare.
...e' stato bloccato e respinto con successo l'ennesimo camion di pomodoro che tentava di passare.
Senza neri, senza pomodoro! Intervista radio di questa mattina ad uno dei lavoratori in sciopero.
"Abbiamo persone senza documenti, abbiamo persone a cui dovrebbero aver rinnovato il documento ma lo stanno aspettando da mesi, abbiamo persone che hanno i documenti, ma i capi non fanno i contratti comunque. Abbiamo tantissimi problemi: non possiamo stare qui senza fare niente, dobbiamo lottare."
Nel frattempo, una delegazione e' salita all'incontro in Prefettura, mentre tutti gli altri rimangono a bloccare la Statale di Borgo Mezzanone.
Senza neri, senza pomodoro! Intervista radio di questa mattina ad uno dei lavoratori in sciopero.
"Abbiamo persone senza documenti, abbiamo persone a cui dovrebbero aver rinnovato il documento ma lo stanno aspettando da mesi, abbiamo persone che hanno i documenti, ma i capi non fanno i contratti comunque. Abbiamo tantissimi problemi: non possiamo stare qui senza fare niente, dobbiamo lottare."
Nel frattempo, una delegazione e' salita all'incontro in Prefettura, mentre tutti gli altri rimangono a bloccare la Statale di Borgo Mezzanone.
No agli sgomberi! Permessi, residenza ed iscrizione anagrafica per tutti!
In attesa del tavolo fissato alle 15.30, i lavoratori in sciopero non cedono alle ripetute pressioni delle forze dell'ordine: l'incrocio a Borgo Mezzanone rimane bloccato. Mentre prima due gruppi separatamente presidiavano l'entrata del Cara e la statale di Borgo Mezzanone, ora i due gruppi si sono ricongiunti, ed uniti continuano la loro resistenza.
In attesa del tavolo fissato alle 15.30, i lavoratori in sciopero non cedono alle ripetute pressioni delle forze dell'ordine: l'incrocio a Borgo Mezzanone rimane bloccato. Mentre prima due gruppi separatamente presidiavano l'entrata del Cara e la statale di Borgo Mezzanone, ora i due gruppi si sono ricongiunti, ed uniti continuano la loro resistenza.
SOLIDARIETÀ CON I LAVORATORI E LE LAVORATRICI DELLA FELANDINA!
Il 29 agosto all’alba è avvenuto lo sgombero dei capannoni della “Felandina” a Metaponto di Bernalda (Matera). Un massiccio schieramento di forze di polizia ha svuotato nel giro di poche ore i
capannoni industriali abbandonati dove vivevano circa 400 lavoratori e lavoratrici. Si tratta di capannoni dove molte persone si erano trasferite circa un anno fa, dopo che un altro sgombero le aveva costrette a lasciare la fabbrica occupata in cui vivevano, uno sgombero che aveva dovuto confrontarsi con settimane di strenua resistenza da parte degli abitanti.
Il 29 agosto all’alba è avvenuto lo sgombero dei capannoni della “Felandina” a Metaponto di Bernalda (Matera). Un massiccio schieramento di forze di polizia ha svuotato nel giro di poche ore i
capannoni industriali abbandonati dove vivevano circa 400 lavoratori e lavoratrici. Si tratta di capannoni dove molte persone si erano trasferite circa un anno fa, dopo che un altro sgombero le aveva costrette a lasciare la fabbrica occupata in cui vivevano, uno sgombero che aveva dovuto confrontarsi con settimane di strenua resistenza da parte degli abitanti.
A distanza di
un anno dunque si ripete lo stesso copione, aggravato dal fatto che
l’operazione di questa mattina avviene nel pieno della stagione ed è
stata velocizzata e legittimata strumentalizzando da più parti la morte
di Betty nell’incendio del 7 agosto. Come in Capitanata e nella piana di
Gioia Tauro, la politica degli sgomberi continua il suo corso, e
continua a portare con sé espulsioni e allontanamenti, lasciando
centinaia di persone per strada. Associazioni e sindacati gridano
all'indignazione ma ancora una volta strizzano l'occhio alla solita
deportazione in campi di lavoro e centri di accoglienza riproponendo la
retorica statale che distingue migranti regolari e irregolari.
Non a caso le stesse associazioni che gestiscono questi campi erano in prima fila nella parata istituzionale del 26 agosto a Matera organizzata dal Forum Terre di Dignità. La dignità tanto rivendicata è di fatto controllo e disciplinamento degli abitanti e le abitanti dei ghetti.
Un nome fra tanti: Casa Sankara, gestore dei nuovi container della regione a San Severo, ancora a caccia di profitto sulla pelle delle persone.
Sappiamo bene che molte delle persone sgomberate questa mattina sono le stesse che hanno abitato i ghetti in Calabria e che li abiteranno in Puglia. Le storie da San Ferdinando a Borgo Mezzanone ci dimostrano che l'unica soluzione reale è la lotta e l'autorganizzazione di chi in questi posti ci vive e non vuole essere rinchiuso in un container, in una tenda o in un qualsiasi altro dispositivo di controllo e repressione.
Ancora una volta solidarietà ai lavoratori e le lavoratrici di Metaponto, basta sgomberi e case per tutte!
Non a caso le stesse associazioni che gestiscono questi campi erano in prima fila nella parata istituzionale del 26 agosto a Matera organizzata dal Forum Terre di Dignità. La dignità tanto rivendicata è di fatto controllo e disciplinamento degli abitanti e le abitanti dei ghetti.
Un nome fra tanti: Casa Sankara, gestore dei nuovi container della regione a San Severo, ancora a caccia di profitto sulla pelle delle persone.
Sappiamo bene che molte delle persone sgomberate questa mattina sono le stesse che hanno abitato i ghetti in Calabria e che li abiteranno in Puglia. Le storie da San Ferdinando a Borgo Mezzanone ci dimostrano che l'unica soluzione reale è la lotta e l'autorganizzazione di chi in questi posti ci vive e non vuole essere rinchiuso in un container, in una tenda o in un qualsiasi altro dispositivo di controllo e repressione.
Ancora una volta solidarietà ai lavoratori e le lavoratrici di Metaponto, basta sgomberi e case per tutte!
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