Appena 16 giorni dopo essersi
formalmente ritirati dal trattato sulle Forze nucleari a raggio intermedio
(Inf) con la Russia…
Gli Stati Uniti lanciano la sfida
a Russia e Cina con il primo test missilistico da oltre 30 anni.
A dare l’annuncio del lancio fino
a poco tempo fa vietato è stato il Pentagono, spiegando che il test, nel quale
il missile ha colpito un bersaglio a 500 chilometri di distanza, è avvenuto con
una testata convenzionale partita dalla remota isola di San Nicolas, al largo
della California. L'operazione è pienamente riuscita e non si esclude che a
breve ne possano seguire delle altre. Del resto la Casa Bianca lo aveva
detto: la Russia per anni ha violato il trattato Inf e gli Stati Uniti non
possono rimanere a guardare. Il riferimento è soprattutto allo sviluppo del
sistema missilistico russo Ssc-8, incompatibile con il divieto che fu stabilito
nel 1987 per i missili lanciati da terra con una gittata tra i 500 e i 5.500
chilometri. In particolare per Washington il vero pericolo viene dal Novator
9M729, il supermissile russo che sarebbe in grado di volare per 2.500
chilometri, avendo quindi come bersaglio anche la costa occidentale degli
Stati Uniti.
L'ira di Mosca, cha accusa
Washington di irresponsabilità, non si è fatta attendere. Il portavoce di
Vladimir Putin, Dimitri Peskov, ha affermato che il lancio del missile da
crociera dalle acque della California è la dimostrazione di come gli Stati
Uniti già da tempo si preparavano a lasciare lo storico accordo: «Diverse
settimane e persino mesi non sono sufficienti a preparare un test del genere».
Ora, come più volte affermato dal
tycoon, l'obiettivo della Casa Bianca potrebbe essere quello di coinvolgere
anche la Cina in un nuovo accordo per limitare la proliferazione delle
armi, con l'obiettivo soprattutto di vincolare la superpotenza asiatica
impegnata a sviluppare un arsenale che potrebbe ben presto sopraffare quello
americano. Ma da Pechino non arrivano per ora segnali positivi. Anzi,
per le autorità cinesi il test Usa, al contrario, dà il via a una nuova
corsa agli armamenti “che avrà un grave impatto negativo sulla sicurezza
internazionale e regionale”, ha detto il portavoce del ministero degli Esteri
Geng Shang.
E il nuovo scenario rischia di
alimentare le tensioni soprattutto nelle acque contese del Mar del sud della
Cina, con il consigliere nazionale della Casa Bianca, John Bolton, che ha
lanciato l'ennesimo monito a Pechino: “Basta atteggiamenti prepotenti
nell'area”
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