che sono alla ricerca di maggiori profitti, che vogliono le
mani libere nello sfruttamento della forza lavoro e sulla gestione dei soldi.
In un suo intervento di questi giorni lo Svimez attacca l’autonomia
regionale differenziata fortissimamente voluta dai presidenti delle Regioni
del Nord, in rappresentanza dei padroni, per poter gestire direttamente l’“economia”,
e sulla quale stava già lavorando il governo Salvini/Di Maio/Conte.
Lo Svimez, come introduzione
riassuntiva del suo rapporto (e comunque si riferisce solo al 2018 mentre la
situazione è ancora peggiorata), dice: “Dopo un triennio 2015-2017 di (pur
debole) ripresa del Mezzogiorno, si riallarga la forbice con il Centro-Nord.
Tengono solo gli investimenti in costruzioni, crollano quelli in macchinari e
attrezzature. Prosegue il declino dei consumi della P.A. e degli investimenti
pubblici. Al Mezzogiorno mancano quasi 3 milioni di posti di lavoro per colmare
il gap occupazionale col Centro-Nord. Il dramma maggiore è l’emigrazione verso
il Centro-Nord e l’estero. I diritti di cittadinanza limitati al Sud. Forte
disomogeneità tra le regioni meridionali: nel 2018 Abruzzo, Puglia e Sardegna
registrano il più alto tasso di sviluppo”
Lo Svimez considera perciò negativamente l’autonomia perché aggraverebbe
di molto queste condizioni.
Contro questa presa di posizione i presidenti di queste
regioni si sono scatenati in attacchi furibondi annunciando dura lotta!
Erano bastate infatti alcune frasi: <i presidenti delle regioni del Nord sono insorti
,
a partire dal Veneto di Zaia, seguito dal Friuli Venezia giulia con Fedriga e
dalla Lombardia con Fontana…”. (Giornale di Sicilia 20 agosto ’19)
E oggi le loro parole vengono riportate in un’intervista al
Corriere della Sera nella sua edizione di carta: <<"Noi saremo
come un nido di vespe nei confronti di chi andrà al governo” dice il
Governatore del Veneto Luca Zaia…” e ancora: ”Non ho fatto sconti al governo
uscente, figuriamoci se li farò a chi arriverà”.>> e continua sempre
più minaccioso: <<“Ma si illudono di poter bloccare un processo
storico che parte dal popolo” perché, aggiunge il Governatore, “la storia
non la ferma nessuno.”.>>
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