In circa cento piantano paletti e issano reti per simboleggiare l’intenzione di impedire alle “persone in cammino”, che da diverso tempo tentano di entrare in Francia anche passando da questa zona, di eludere i controlli alla frontiera.
Il tutto si svolge nella massima tranquillità: probabilmente i manifestanti hanno preso accordi con le
autorità locali, e sono liberi di dar vita allo spettacolo che preferiscono, senza che le “forze dell’ordine” ritengano di intervenire.
Il giorno successivo arriva la risposta dei movimenti: circa trecento esponenti del mondo antagonista – centri sociali, rete No Borders, movimento No Tav – si organizzano per dare una prima risposta alla disgustosa provocazione del giorno precedente.
«Un gruppo di neonazisti francesi e italiani presidia il Colle della Scala. Tutto questo è inaccettabile ed è urgente dare una prima risposta, senza attendere. Le nostre valli ci appartengono e non possiamo lasciare dei fascisti nella libertà di circolare a pochi giorni dal 25 aprile. I partigiani che su queste montagne hanno dato tutto, anche la vita, si rivoltano nella tomba», scrivono gli organizzatori in un volantino.
Questa volta, però, la polizia di frontiera si comporta in modo assai diverso: gli agenti si frappongono alla marcia della solidarietà, e cercano di fermare l’avanzata del corteo; ne nascono scontri, durante i quali alcuni dimostranti vengono fermati, per poi essere liberati da altri loro compagni.
Alla fine, la polizia francese è costretta a far passare la manifestazione, che sciama verso la vicina cittadina di Briançon, e contemporaneamente a fermare il traffico sulla strada statale del Monginevro; insomma: un buon successo che dimostra ancora una volta che la val di Susa è antifascista!
Bosio (Al), 23 aprile 2018
Stefano Ghio - Proletari Comunisti Alessandria/Genova
http://pennatagliente.wordpress.com
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