ABBIAMO RICEVUTO E PUBBLICHIAMO UN COMUNICATO del Comitato auto-organizzato milanese "C'è chi dice NO" alla riforma costituzionale.
Nella battaglia sulla riforma costituzionale abbiamo un nemico, Renzi, e la riforma reazionaria dello Stato, che
farebbe passare più facilmente leggi su guerra, repressione, ecc. Per questo noi siamo per il NO.
C'è stato recentemente l'intervento
pesante della Comunità internazionale, che ha detto che se Renzi
perde lo Stato crolla, "il mondo crolla". Questo ha allargato il
significato del NO.
Noi però non possiamo
unirci alla destra, ai grillini, all'ex sinistra.
Noi non partecipiamo a Comitati per il NO, a fronti per il NO, perchè il
loro NO è fatto per ragioni totalmente diverse, a difesa di un feticcio, di una Costituzione che hanno cominciato ad uccidere il primo giorno della sua vita.
Perchè è necessaria chiarezza di posizione nella battaglia referendaria, pubblichiamo, dopo il Comunicato di Milano, un nostro articolo uscito in un numero del giornale 'proletari comunisti'
COMUNICATO DEL COMITATO MILANESE:
Oggi a Milano di fronte al Ministro Boschi che parlava senza il minimo contraddittorio in un finto dibattito pubblico, abbiamo voluto portare a lei ma soprattutto agli elettori del PD qualcosa a cui non sono più abituati: la libera contestazione democratica e il diritto ad avere una discussione tra posizioni diverse. Purtroppo di fronte alla nostra contestazione, siamo stati spintonati e insultati prima da alcuni militanti del PD e poi circondati dal servizio d'ordine in modo aggressivo:alcune donne del comitato hanno riportato cadute e lividi e solo grazie all'intervento della polizia la situazione non è degenerata. Eppure non ci siamo fatti intimidire e siamo riusciti a fare sentire la nostra vice distribuendo centinaia di volantini. Il risultato è che parecchi elettori del PD hanno voluto conoscere le ragioni del NO puntualmente censurate dalla stampa e dalla televisione di "regime". E ora quindi necessario in ogni occasione pubblica far trovare al ministro Boschi e al governo una forte opposizione aquesta riforma. La vera democrazia è partecipazione popolare. Senza opposizione è solo dittatura.
Comitato auto-organizzato milanese "C'è chi dice NO" alla riforma costituzionale.
DA PROLETARI COMUNISTI
Oggi a Milano di fronte al Ministro Boschi che parlava senza il minimo contraddittorio in un finto dibattito pubblico, abbiamo voluto portare a lei ma soprattutto agli elettori del PD qualcosa a cui non sono più abituati: la libera contestazione democratica e il diritto ad avere una discussione tra posizioni diverse. Purtroppo di fronte alla nostra contestazione, siamo stati spintonati e insultati prima da alcuni militanti del PD e poi circondati dal servizio d'ordine in modo aggressivo:alcune donne del comitato hanno riportato cadute e lividi e solo grazie all'intervento della polizia la situazione non è degenerata. Eppure non ci siamo fatti intimidire e siamo riusciti a fare sentire la nostra vice distribuendo centinaia di volantini. Il risultato è che parecchi elettori del PD hanno voluto conoscere le ragioni del NO puntualmente censurate dalla stampa e dalla televisione di "regime". E ora quindi necessario in ogni occasione pubblica far trovare al ministro Boschi e al governo una forte opposizione aquesta riforma. La vera democrazia è partecipazione popolare. Senza opposizione è solo dittatura.
Comitato auto-organizzato milanese "C'è chi dice NO" alla riforma costituzionale.
DA PROLETARI COMUNISTI
“...Il
governo Renzi ha imposto e fatto approvare un pezzo della riforma
costituzionale che porta alla cancellazione del Senato così
come lo è stato fino adesso.
come lo è stato fino adesso.
Il
governo Renzi, che in questo caso è stato comunque un governo
Verdini-Berlusconi, ha spianato l'opposizione interna del PD che come
sempre per ragioni di poltrone non voleva altro che farsi spianare, e
sotto la regia del risuscitato Napolitano ha portato a casa il
risultato...
Il
Senato diviene un grottesco istituto fatto di 100 consiglieri
regionali e sindaci che permette a costoro di godere dell'immunità
parlamentare di cui avranno senz'altro bisogno, visto che, è
evidente, i consiglieri regionali sono la parte più manifestatamente
corrotta dei partiti e dell'attuale classe dirigente.
Peraltro
una spudorata logica di scambio, se si pensa che la riforma contiene
una riduzione dei poteri della Regione a cui proprio i consiglieri
regionali avrebbero dovuto opporsi.
Ma,
ripetiamo, questa non è la questione principale, e meno che mai lo è
il sistema elettorale, una sorta di complicata farsa totalmente in
mano alle segreterie dei partiti.
Se
dovessimo basarci su questo, questa riforma è l'ennesima porcata
ininfluente nella sostanza politica e importante solo per alimentare
il degrado del ceto politico dominante.
Ma,
in realtà, il cuore della riforma, salutata da Confindustria e
poteri economici del paese come un “bel giorno per l'Italia”, è
la marcia verso la dittatura aperta, moderno fascista. E' il
meccanismo che permette al governo di accelerare e sottrarre al
controllo parlamentare le sue leggi e i suoi provvedimenti.
Il
bicameralismo è stato sempre una forma per ridurre il potere dei
governi è aumentare il peso dei parlamenti eletti, un cemento
importante della divisione dei poteri della democrazia borghese. Per
questo esso è stato sempre bersaglio delle forze di estrema destra,
dei sostenitori del presidenzialismo, del governo forte e dello Stato
forte.
E'
bene ricordare che con queste posizioni reazionarie ha dialogato e le
ha supportato il morto recente Ingrao che proprio dalle file del Pci
nel periodo in cui era presidente della Camera si mosse in direzione
dell'unicameralismo e del decisionismo di Stato che sempre in regime
capitalista è posizione reazionaria, di rafforzamento della
dittatura del capitale...
La
riforma del Senato è un tassello della marcia moderno fascista che
ha come cemento necessario la dittatura personale sancita da una
legge elettorale, chiaramente liberticida e da una riforma
presidenzialista, passaggi inevitabili futuri.
Visto
così quello che succede nel Palazzo dovrebbe e avrebbe dovuto
interessare, purtroppo, la classe operaia e le masse popolari del
nostro paese, che sono il bersaglio grosso ed effettivo delle attuali
trasformazioni reazionarie dello Stato, saldamente unite al jobs act,
all'attacco al diritto di sciopero, allo Stato di polizia, alla
partecipazione e all'interventismo nella guerra imperialiste, al
clima culturale di rimozione della democrazia nata dalla Resistenza.
Alla
politica della borghesia, del suo Stato, dei suoi governi si risponde
con la politica operaia e popolare e non c'è lotta sociale che
tenga, che possa sostituire la necessità della politica proletaria
che alla marcia reazionaria risponda con la marcia rivoluzionaria.
Politica
proletaria che domanda la costruzione del partito per condurla,
partito proletario e rivoluzionario che opponga al moderno fascismo
la nuova Resistenza, come guerra di popolo. Partito proletario
indispensabile per costruire il fronte unito delle masse, della forze
sociali e politiche che non sono d'accordo con Renzi, col moderno
fascismo, col sistema dominante. Partito, fronte unito e forza
combattente. Perchè anche questa riforma è l'esercizio di una
violenza sulla Costituzione, sulla democrazia e i diritti delle
masse, che può essere contrastata e spazzata via solo dai proletari
e dalle masse combattenti.
proletari
comunisti - PCm Italia
16
ottobre 2015
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