L'omicidio di Fausto e Iaio è un assassinio di matrice terroristica fascista e di stato avvenuto a Milano il 18
marzo 1978 Fausto
Tinelli e Lorenzo "Iaio" Iannucci, all'epoca diciottenni erano frequentatori del Centro
Sociale Leoncavallo, e furono uccisi con 8 colpi di pistola da
parte di elementi neofascisti. I
due ragazzi stavano conducendo approfondite indagini (con interviste sul campo,
registrate meticolosamente su nastri, poi trafugati misteriosamente dopo la loro
morte) sul traffico di eroina e cocaina nel quartiere di Lambrate Città
Studi, gestito da
potenti ambienti della malavita organizzata e dell'estrema destra milanese.
La controinformazione condotta da alcuni giornalisti indipendenti e militanti
del Centro
Sociale Leoncavallo portarono ad individuare nel bar Pirata (centro di
ritrovo dei neofascisti della zona) il luogo di ritrovo degli autori materiali
dell'omicidio, ma le indagini ufficiali, condotte dal sostituto procuratore Armando
Spataro - sempre molto solerte nelle inchieste antiterroriste contro le BR -e
passate ad altri 4 sostituti procuratori, non hanno mai individuato né i
mandanti né gli esecutori di questo delitto rientrante nella “strategia della
tensione” dell’epoca. Nel 2011 in un'intervista
a Radio
24 la madre di
Fausto ha accusato esplicitamente i servizi segreti di essere i mandanti
dell'omicidio dei due giovani: "Negli anni ho riannodato i fili della memoria, i
pezzi di un piccolo mosaico che mi ha permesso di raggiungere la vera verità che
io conosco. Mio figlio è stato vittima di un commando di killer giunti da Roma a
Milano, nel pieno del rapimento di Aldo Moro, in una città blindata dalle forze
dell'ordine. Un omicidio su commissione di uomini dei servizi segreti".
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