martedì 15 marzo 2016

pc 15 marzo - Giulio Regeni - speciale 6 - Il capo dei servizi segreti italiani era al Cairo quando Giulio Regeni è stato torturato o almeno quando è stato ritrovato!

Ma i Servizi segreti italiani sapevano già tutto dal primo giorno o ancor peggio, hanno collaborato al rapimento, torture e uccisione di Giulio Regeni?

Il dubbio viene se si considera che – lo ha pubblicato Il Fatto quotidiano il 17 febbraio 2016,– “quando il corpo di Giulio Regeni è stato trovato lungo l'autostrada che collega il Cairo ad Alessandria, in Egitto c'era anche il massimo rappresentante dell'Intelligence italiana, Alberto Manenti, capo dell'Aise, i Servizi segreti esteri - per capire, quello a cui sono ora affidate le truppe speciali per l'intervento in Libia, nel decreto secretato del Governo Renzi.
Tutti si sono bevuti, e anche Il Fatto quotidiano, che la sua presenza in quei giorni fosse casuale, accettando per buona la spiegazione che viene dagli stessi Servizi segreti “era un incontro programmato da tempo che non è materia di dibattito pubblico, perchè si tratta di appuntamenti riservati.
Ora diteci pure che Manenti ha appreso la notizia dai giornali, e completiamo la cosa!
Ma Manenti in Egitto è di casa, come lo sono i Servizi italiani
Che fanno abitualmente i Servizi in Egitto? Ce lo spiega un altro articolo, ma ancor meglio ce lo spiega Matteo Renzi che un anno fa, parlando dell'Eni e del suo ruolo nel Mediterraneo, dichiara: “L'Eni è oggi un pezzo fondamentale della nostra politica energetica, della nostra politica estera, della nostra politica di Intelligence”.
Cosa vuol dire Intelligence? Con la solita sua faccia da 'paraculo' continua Renzi stesso: “I Servizi segreti”. Qualcuno dice che sia stata una gaffe che ha svelato un segreto di pulcinella nell'area. L'Eni non è un'azienda di Stato, è uno 'Stato azienda' che ha una sua diplomazia parallela in Africa e Medio Oriente, una sua Intelligence e una security autonoma.
E questo non solo in Egitto, chiaramente, ovunque esso si trovi, e ad esempio in Libia. Dove l'Eni senza aspettare i 5 mila soldati di Renzi, è già legata alle diverse fazioni in guerra in Libia “per tutelare gli impianti Eni”.

L'imperialismo italiano ha nell'Eni la sua punta di diamante e anche l'uccisione di Giulio Regeni mette in luce questo intreccio e ci mostra che l'imperialismo è sempre affari, profitti, guerre, ed è sempre sporco di sangue dei popoli e di tanti innocenti. 

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