Roma
Lo
sciopero indetto dai sindacati Confederali e autonomi ha avuto una
grande risposta di massa ai pesanti attacchi del governo contro la
scuola pubblica. Ma è una risposta che certamente non nasce dal
nulla: già nei mesi precedenti diverse forme di mobilitazione hanno
attraversato il nostro paese, dalle contestazioni contro Renzi e la
Giannini in diverse città del paese, alle tante assemblee nei posti
di lavoro, ai sit-in di protesta contro le sedi del Pd, vedi a Milano
con i precari del Coordinamento 3 ottobre, ai flash-mob... fino a
giungere nel mese di Aprile, in cui si è aperta la discussione in
parlamento del DDL, al significativo sciopero della scuola del 24,
indetto dai sindacati di base e di classe che hanno sostenuto anche
un appello dei precari della scuola di organismi di base.
Lo
sciopero del 24 aprile è stato di fatto uno sciopero d'avanguardia, uno sciopero tempestivo in cui le lavoratrici e
i lavoratori scioperanti, con numeri per nulla scontati, hanno
subito portato nella lotta la parola d'ordine del Ritiro
immediato del Ddl della “buona scuola” che
non può essere migliorato perchè tutto l'impianto su cui è fondato
è ideologicamente reazionario, classista, moderno
fascista
diciamo noi.
Torino
È
questa lotta che ha seminato e preparato il terreno, che ha spinto
dal basso fino a pressare oggettivamente i sindacati confederali che
hanno indetto lo sciopero unitario del 5 maggio in cui è confluita
l'indignazione, la rabbia di tante lavoratrici e lavoratori,
studenti, genitori contro l'operato del governo, e in questo senso
significativa è la frase di una docente scioperante a Palermo che ad
alcune nostre compagne, intervenute al corteo diffondendo ai lavoratori il foglio speciale su l° Maggio, ha esclamato “questo
governo fa incazzare chiunque... io sono del Pd ma oggi Renzi ci sta
tradendo!”
Palermo
Anche le parole d'ordine, gli striscioni, i cartelli nelle varie piazze hanno in generale confermato e potenziato, considerati i numeri, quanto gridato già nelle piazze il 24 Aprile: viene rigettata una riforma che privatizza sempre più la scuola pubblica, si rimandano al mittente i vari bonus, organici funzionali..., si rifiuta la trasformazione dei dirigenti scolastici in nuovi padroni liberi di decidere chi assumere o licenziare, non si accettano i ricatti che Renzi vuole fare sul piano delle assunzioni dei precari, sventolate a destra e a manca e poi via via ridimensionate, non si vuole sentirsi cancellati, vedi i tanti lavoratori ATA che sono scesi in piazza che questo governo neanche considera nella riforma, insomma si vuole lottare contro un sistema che vuole sempre più mercificare l'istruzione...
Dinnanzi
alla grande protesta, anche se la ministra Giannini al limite
dell'ottusità non solo politica dice di non comprendere l'agitazione
dei lavoratori e degli studenti perchè sarebbe senza “presupposti”,
Renzi, invece, apre a qualche mediazione
“Siamo
pronti ad ascoltare la protesta e condividere...”
anche se ribadisce
che l'impianto della riforma non si cambia.
Questa
“apertura” di Renzi è un risultato di queste giornate di lotta!
E anche se Renzi fa finta di non aver sentito bene, dalla piazza il
messaggio dei lavoratori, degli studenti e di una parte dei genitori
in lotta al governo è stato chiaro e nettamente in maggioranza
contro modifiche o “migliorie” ad una riforma inemendabile.
A
fronte di questa grande mobilitazione che faranno ora i sindacati
confederali? I segretari nazionali di Cisl, Uil e Cgil hanno sì
denunciato in forme diverse la riforma che distrugge la scuola
pubblica ma non hanno chiaramente parlato di ritiro senza se e senza
ma del Ddl!
È
chiaro che una qualsiasi mediazione al ribasso con l'accettazione di
eventuali modifiche lascerebbe l'impianto della “riforma” di
fatto così com'è e non darebbe risposta alla forza dei lavoratori
scesa in campo. E questo pericolo c'è.
Questa spinta dal basso delle lavoratrici e dei lavoratori della scuola, la protesta che sta continuando con il boicottaggio dei test invalsi, slittati dal Miur di data per imporli di fatto, in diverse scuole per via delle insegnanti che stanno scioperando o dei genitori che non mandano nei giorni stabiliti i figli a scuola, deve essere raccolta dal movimento di base e di classe che deve continuare ad essere punto di riferimento con le indicazioni di lotta necessarie affinchè non si disperda...
Questa spinta dal basso delle lavoratrici e dei lavoratori della scuola, la protesta che sta continuando con il boicottaggio dei test invalsi, slittati dal Miur di data per imporli di fatto, in diverse scuole per via delle insegnanti che stanno scioperando o dei genitori che non mandano nei giorni stabiliti i figli a scuola, deve essere raccolta dal movimento di base e di classe che deve continuare ad essere punto di riferimento con le indicazioni di lotta necessarie affinchè non si disperda...
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