Turchia: uccisi due giovani curdi, esplode la rabbia
Ieri
nella regione di Hakkari’s Yüksekova si sono svolti i funerali di due
curdi uccisi, mentre partecipavano a una manifestazione convocata dopo
che è giunta notizia che sono state vandalizzate due tombe dei membri
PKK. Migliaia di persone sono scese in piazza per esprimere la propria
rabbia per questo vile atto, ma anche per ricordare a Erdogan che non
sta rispettando gli impegni assunti per gli accordi di pace con la
componente curda. La polizia è intervenuta brutalmente per disperdere i
manifestanti, facendo uso anche di armi da fuoco. Gli agenti hanno
freddato Veysel İşbilir di 34 anni e Mehmet Reşit İşbilir di 32. I
giovani sono morti prima di giungere all’ospedale. L’autopsia ha reso
noto che a Mehmet hanno sparato sei volte invece a Veysel due. Dunque
sarebbe un’enorme bugia affermare che si è trattato di un incidente: la
polizia si è accanita contro Mehmet, sparando ben sei volte. A dispetto
di quest’evidenza, si annunciano varie investigazioni sull’accaduto, si
racconta che i due giovani avessero il passamontagna, si fa e si dice di
tutto per giustificare quest’atto e salvarsi la faccia in qualche modo.
Ma i partiti curdi e la comunità curda sottolineano come Erdogan faccia
di tutto per compromettere i negoziati di pace e l’uccisione dei due
giovani è l’ennesima provocazione.
A margine dei funerali, la rabbia e il dolore dei parenti e degli amici di Mehmet e Veysel sono esplosi quando la polizia si è presentata con un grande dispiegamento, accompagnata dagli idranti. I giovani hanno realizzato delle barricate con degli pneumatici per tenere lontani gli agenti, i quali poco dopo hanno iniziato a tirare gas lacrimogeni e fare uso di idranti. Anche a Istanbul, nei pressi di piazza Taksim, è stato organizzato un presidio di solidarietà alle due vittime curde. I presidianti hanno letto un comunicato e il presidio è stato sciolto in modo pacifico. Nonostante questo, la polizia ha iniziato a seguire le persone presenti al presidio nelle vie adiacenti, fino ad arrivare sul corso Tarbalasi, una delle arterie principali della città. Questa provocazione ha fatto salire la rabbia delle persone perseguitate dagli agenti, dunque i manifestanti hanno lanciato dei fuochi d’artificio per tenere lontana la polizia. Senza curarsi del fatto che sul corso ci fossero molte macchine, la polizia ha iniziato a sparare gas lacrimogeni senza alcuna distinzione.
Il comportamento irresponsabile e provocatorio di Erdogan e delle sue milizie mette ancora una volta a dura prova i negoziati di pace, già fragili per i temporeggiamenti del primo ministro. I gravi fatti di questi due giorni e l’uccisione di due giovani turchi hanno riacceso la rabbia della comunità curda, la quale subisce ingiustizie e discriminazioni fin da troppo tempo. Dunque, l’unico colpevole, qualora i negoziati entrino in una fase di stallo, sarà Erdogan.
A margine dei funerali, la rabbia e il dolore dei parenti e degli amici di Mehmet e Veysel sono esplosi quando la polizia si è presentata con un grande dispiegamento, accompagnata dagli idranti. I giovani hanno realizzato delle barricate con degli pneumatici per tenere lontani gli agenti, i quali poco dopo hanno iniziato a tirare gas lacrimogeni e fare uso di idranti. Anche a Istanbul, nei pressi di piazza Taksim, è stato organizzato un presidio di solidarietà alle due vittime curde. I presidianti hanno letto un comunicato e il presidio è stato sciolto in modo pacifico. Nonostante questo, la polizia ha iniziato a seguire le persone presenti al presidio nelle vie adiacenti, fino ad arrivare sul corso Tarbalasi, una delle arterie principali della città. Questa provocazione ha fatto salire la rabbia delle persone perseguitate dagli agenti, dunque i manifestanti hanno lanciato dei fuochi d’artificio per tenere lontana la polizia. Senza curarsi del fatto che sul corso ci fossero molte macchine, la polizia ha iniziato a sparare gas lacrimogeni senza alcuna distinzione.
Il comportamento irresponsabile e provocatorio di Erdogan e delle sue milizie mette ancora una volta a dura prova i negoziati di pace, già fragili per i temporeggiamenti del primo ministro. I gravi fatti di questi due giorni e l’uccisione di due giovani turchi hanno riacceso la rabbia della comunità curda, la quale subisce ingiustizie e discriminazioni fin da troppo tempo. Dunque, l’unico colpevole, qualora i negoziati entrino in una fase di stallo, sarà Erdogan.
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