Mentre è impegnata nell'ennesima presa per i fondelli della
Fiom, che elemosina ancora una "rappresentanza" e una "presenza
al tavolo negoziale sul contratto", la Fiat lascia trapelare, tramite
informazioni di stampa, probabilmente per accattivarsi le simpatie dei governi
e tenere buoni i sindacati amici, notizie sui prossimi investimenti che questa
volta riguarderebbero l'Europa, dove le altre case automobilistiche sono tutte
impegnate nel lancio di nuovi modelli e addirittura la Volkswagen parla di 60
miliardi di euro da investire nei prossimi anni.
La Fiat, invece, scrive l'agenzia Bloomberg, "prevede
di investire fino a 9 miliardi di euro sui nuovi modelli e sul rinnovo degli
stabilimenti europei, per raggiungere il break even [pareggio di bilancio] in Europa
entro il 2016". Investimenti da effettuare più precisamente nell'area che
chiamano Emea, e cioè Europa, Medioriente e Africa.
Questa cifra è di molto inferiore ai 20 miliardi promessi
solo per l'Italia di qualche anno fa e sui quali avevano giurato i sindacati
confederali che hanno agevolato l'uscita della Fiat da Confindustria, la
disdetta di tutti i contratti precedenti e la creazione di un Contratto
Collettivo Specifico di Lavoro. Per i sindacati firmatari del CCSL ancora una
volta la cifra di 9 miliardi “è credibile”, ma bisogna “accelerare gli
investimenti”. Devono dire almeno questo dato che, svendendo del tutto i
diritti degli operai, avevano messo la mano sul fuoco su questi investimenti
che dovrebbero incrementare e diversificare la produzione delle auto Fiat. Infatti,
l'attuale "strategia" della Fiat "è già nota" ci ricorda
questo articolo del Sole 24 Ore del 10 dicembre e: "…si baserà da un lato
sui marchi premium [o alto di gamma, insomma di lusso] Ferrari, Maserati e Alfa
Romeo; dall'altro, per il brand Fiat, su una serie di evoluzioni dei modelli
500 e Panda (di queste ha parlato Alfredo Altavilla, responsabile del gruppo
per la regione Emea, al Salone di Francoforte)."
E come sempre " Gli obiettivi numerici sono ambiziosi:
circa un anno fa Marchionne spiegava alla comunità finanziaria che il target di
medio periodo è di riportare la produzione in Europa (compresi i veicoli
commerciali) a 2 milioni di unità rispetto agli 1,25 milioni del 2012." Ma
il giornalista che conosce i suoi polli aggiunge che "Quello che potrebbe
succedere è che, come già avvenuto più volte in passato, qualcuno dei programmi
di investimento venga rinviato. Molto dipenderà anche da come finirà la
trattativa in corso con il fondo Veba per l'acquisto del 41% di Chrysler che
spianerebbe la strada alla fusione." I soldi degli operai della Chrysler
sono la "carta segreta" di Marchionne!
Per quanto riguarda il sud dell'Italia, mentre continua ad
imperversare la cassa integrazione in tutte le forme, la situazione sarebbe la seguente:
"L'anno prossimo inizierà a Melfi la produzione della piccola Jeep e della
500X per le quali sono in corso gli investimenti. La futura Alfa Romea Giulia
dovrebbe essere costruita in Italia, con ogni probabilità a Cassino, entro il
2016; la Fiat Punto non avrà invece un'erede diretta e verrà sostituita da una
versione a cinque porte della 500, modello che sarà costruito in Polonia per
risparmiare sui costi…", ancora una volta si vuole risparmiare sui costi!
e quindi si mette oggettivamente in pericolo il posto di lavoro degli operai
del sud Italia; quindi non sarebbe servito nemmeno il Contratto Specifico con
il quale i salari si sono abbassati e i diritti degli operai quasi spariti? e a
che servirebbero gli investimenti? Sempre bugie…
Come la vecchia bugia che bisognava chiudere Termini Imerese
per questione di costi (e ricordiamo che l'anno prima Marchionne parlava di
raddoppiare la produzione!) ma se si tratta di investimenti nell'area EMEA e
l'intenzione è quella di "aggredire i mercati del mediterraneo", allora
si dovrebbe riprendere in considerazione immediatamente lo stabilimento di
Termini Imerese, ancora intatto e tenuto in perfette condizioni operative,
perché Termini è al centro del Mediterraneo, in una posizione strategica
invidiabile. Ma a leggere queste informazioni nessun investimento o programma
di rilancio sarebbe previsto per questo.
Sarà perché per fare investimenti servono soldi… infatti il
giornalista continua dicendo "Come per tutti i piani di investimento
precedenti del Lingotto, il problema è quello del finanziamento e
dell'esecuzione pratica". I soldi, si vanta Marchionne, la Fiat, cioè gli
Agnelli/Elkann, li avrebbe e ammontano a circa 25 miliardi di euro in liquidità.
Ma Marchionne glieli vuole fare risparmiare e non vede l'ora di mettere le mani
sul "tesoro" della Chrysler che consiste non solo nella liquidità
della casa ma soprattutto sui prestiti delle banche americane cui potrebbe
accedere con la garanzia del marchio, che è l'unico che continua a vendere
negli Usa e qualcosa all'estero. Come riporta la Chrysler. "Il mese di
novembre conferma il buon momento del mercato automobilistico americano in
generale e della Chrysler (controllata da Fiat) in particolare. L'azienda di
Auburn Hills ha visto le vendite di auto e veicoli commerciali leggeri
aumentare il mese scorso del 16% a 142.275 unità rispetto alle 122.565 dello
stesso periodo del 2012." Siamo a circa 1 milione e mezzo di auto l'anno
in un mercato, quello americano che ne assorbe circa 16 milioni, poca cosa.
Mentre in Europa siamo ritornati a volumi di vendita degli anni 70.
Si conferma quindi che Marchionne è poco affidabile e poco
lungimirante anche dal punto di vista industriale e suoi complici sono lo Stato
che continua a dargli soldi a fondo perduto e i sindacati confederali che con
il loro atteggiamento mettono in pericolo quotidiano i posti di lavoro di tutti
gli operai.
Nessun commento:
Posta un commento