venerdì 13 dicembre 2013

pc 13 dicembre - Fiat/Marchionne cerca soldi e i sindacati confederali gli tengono bordone... il bluff degli investimenti in Europa

Mentre è impegnata nell'ennesima presa per i fondelli della Fiom, che elemosina ancora una "rappresentanza" e una "presenza al tavolo negoziale sul contratto", la Fiat lascia trapelare, tramite informazioni di stampa, probabilmente per accattivarsi le simpatie dei governi e tenere buoni i sindacati amici, notizie sui prossimi investimenti che questa volta riguarderebbero l'Europa, dove le altre case automobilistiche sono tutte impegnate nel lancio di nuovi modelli e addirittura la Volkswagen parla di 60 miliardi di euro da investire nei prossimi anni.
La Fiat, invece, scrive l'agenzia Bloomberg, "prevede di investire fino a 9 miliardi di euro sui nuovi modelli e sul rinnovo degli stabilimenti europei, per raggiungere il break even [pareggio di bilancio] in Europa entro il 2016". Investimenti da effettuare più precisamente nell'area che chiamano Emea, e cioè Europa, Medioriente e Africa.

Questa cifra è di molto inferiore ai 20 miliardi promessi solo per l'Italia di qualche anno fa e sui quali avevano giurato i sindacati confederali che hanno agevolato l'uscita della Fiat da Confindustria, la disdetta di tutti i contratti precedenti e la creazione di un Contratto Collettivo Specifico di Lavoro. Per i sindacati firmatari del CCSL ancora una volta la cifra di 9 miliardi “è credibile”, ma bisogna “accelerare gli investimenti”. Devono dire almeno questo dato che, svendendo del tutto i diritti degli operai, avevano messo la mano sul fuoco su questi investimenti che dovrebbero incrementare e diversificare la produzione delle auto Fiat. Infatti, l'attuale "strategia" della Fiat "è già nota" ci ricorda questo articolo del Sole 24 Ore del 10 dicembre e: "…si baserà da un lato sui marchi premium [o alto di gamma, insomma di lusso] Ferrari, Maserati e Alfa Romeo; dall'altro, per il brand Fiat, su una serie di evoluzioni dei modelli 500 e Panda (di queste ha parlato Alfredo Altavilla, responsabile del gruppo per la regione Emea, al Salone di Francoforte)."
E come sempre " Gli obiettivi numerici sono ambiziosi: circa un anno fa Marchionne spiegava alla comunità finanziaria che il target di medio periodo è di riportare la produzione in Europa (compresi i veicoli commerciali) a 2 milioni di unità rispetto agli 1,25 milioni del 2012." Ma il giornalista che conosce i suoi polli aggiunge che "Quello che potrebbe succedere è che, come già avvenuto più volte in passato, qualcuno dei programmi di investimento venga rinviato. Molto dipenderà anche da come finirà la trattativa in corso con il fondo Veba per l'acquisto del 41% di Chrysler che spianerebbe la strada alla fusione." I soldi degli operai della Chrysler sono la "carta segreta" di Marchionne!

Per quanto riguarda il sud dell'Italia, mentre continua ad imperversare la cassa integrazione in tutte le forme, la situazione sarebbe la seguente: "L'anno prossimo inizierà a Melfi la produzione della piccola Jeep e della 500X per le quali sono in corso gli investimenti. La futura Alfa Romea Giulia dovrebbe essere costruita in Italia, con ogni probabilità a Cassino, entro il 2016; la Fiat Punto non avrà invece un'erede diretta e verrà sostituita da una versione a cinque porte della 500, modello che sarà costruito in Polonia per risparmiare sui costi…", ancora una volta si vuole risparmiare sui costi! e quindi si mette oggettivamente in pericolo il posto di lavoro degli operai del sud Italia; quindi non sarebbe servito nemmeno il Contratto Specifico con il quale i salari si sono abbassati e i diritti degli operai quasi spariti? e a che servirebbero gli investimenti? Sempre bugie…
Come la vecchia bugia che bisognava chiudere Termini Imerese per questione di costi (e ricordiamo che l'anno prima Marchionne parlava di raddoppiare la produzione!) ma se si tratta di investimenti nell'area EMEA e l'intenzione è quella di "aggredire i mercati del mediterraneo", allora si dovrebbe riprendere in considerazione immediatamente lo stabilimento di Termini Imerese, ancora intatto e tenuto in perfette condizioni operative, perché Termini è al centro del Mediterraneo, in una posizione strategica invidiabile. Ma a leggere queste informazioni nessun investimento o programma di rilancio sarebbe previsto per questo.
Sarà perché per fare investimenti servono soldi… infatti il giornalista continua dicendo "Come per tutti i piani di investimento precedenti del Lingotto, il problema è quello del finanziamento e dell'esecuzione pratica". I soldi, si vanta Marchionne, la Fiat, cioè gli Agnelli/Elkann, li avrebbe e ammontano a circa 25 miliardi di euro in liquidità. Ma Marchionne glieli vuole fare risparmiare e non vede l'ora di mettere le mani sul "tesoro" della Chrysler che consiste non solo nella liquidità della casa ma soprattutto sui prestiti delle banche americane cui potrebbe accedere con la garanzia del marchio, che è l'unico che continua a vendere negli Usa e qualcosa all'estero. Come riporta la Chrysler. "Il mese di novembre conferma il buon momento del mercato automobilistico americano in generale e della Chrysler (controllata da Fiat) in particolare. L'azienda di Auburn Hills ha visto le vendite di auto e veicoli commerciali leggeri aumentare il mese scorso del 16% a 142.275 unità rispetto alle 122.565 dello stesso periodo del 2012." Siamo a circa 1 milione e mezzo di auto l'anno in un mercato, quello americano che ne assorbe circa 16 milioni, poca cosa. Mentre in Europa siamo ritornati a volumi di vendita degli anni 70.


Si conferma quindi che Marchionne è poco affidabile e poco lungimirante anche dal punto di vista industriale e suoi complici sono lo Stato che continua a dargli soldi a fondo perduto e i sindacati confederali che con il loro atteggiamento mettono in pericolo quotidiano i posti di lavoro di tutti gli operai.

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