Eravamo rimasti piacevolmente sorpresi da un post
apparso su infoaut, l'organo di stampa virtuale di alcuni centri sociali dell'area
autonoma tra cui lo storico Askatasuna di Torino, ripubblicato dai compagni che
lo avevano preso direttamente da "senzasoste" e dal titolo "l'ultimo travestimento di Forza
Nuova" (LINK) in cui si denunciava l'infiltrazione fascista e il ruolo di
primo piano che i neofascisti hanno avuto nella malriuscita mobilitazione di
oggi.
Purtroppo ci siamo già dovuti ricredere lo scorso
sabato leggendo un comunicato della redazione di infoaut Torino che teneva a
precisare e a sgombrare il campo di equivoci sul post pubblicato
precedentemente:
"Può capitare che gli abitanti di un quartiere in
cui risiede un centro sociale bussino alla porta per chiedere informazioni, che
una vecchietta entri nel tuo centro di documentazione che prima aveva sempre
attentamente evitato, che vecchi compagni di scuola ti chiedono se sarai della
loro, che in numerosi posti di lavoro, strati proletari delle periferie della
città, svariati ambiti rigorosamente lontani dai nostri, l’attesa per l’evento
si stia materializzando in qualcosa di più di una semplice aspettativa. Può
infine succedere, ed è un termometro che raramente sbaglia, che dell’argomento
in questione se ne parli sui mezzi pubblici che tutti usano, come nel bar in
cui fai colazione o stai prendendo un caffè… Tutti fascisti? ".
Sicuramente no, rispondiamo noi ma ci chiediamo cosa
avranno fatto i compagni di Torino, che tra l'altro sono in prima linea
nell'antifascismo militante e nelle lotte sociali e che per questo pagano
spesso con la repressione, (proprio pochi giorni fa tra l'altro la compagna
Cecilia è stata arrestata in una carica poliziesca all'università e oggi ne
festeggiamo la scarcerazione), dopo aver dato questa risposta. Avranno spiegato alle masse di che si tratta
smascherando questa fantomatica "rivoluzione" e i soggetti sociali e
politici reazionari che vi stanno dietro?
No! I compagni pur scrivendo in un altro
post:
"Quella di lunedì sarà una mobilitazione oggettivamente complessa,
dove gli sfruttati si troveranno in piazza con i loro sfruttatori. In buona
parte, infatti, l’iniziativa sarà in mano ai padroncini ed ai padroni degli
autotrasporti, dei mercati, dei magazzini generali. Luoghi in cui lo
sfruttamento in alcuni casi raggiunge il livello della schiavitù."
Aggiungono: "E’ innegabile però registrare come la “rivoluzione italiana” e
la data del 9 dicembre stiano catalizzando l’attenzione e la rabbia di una
buona fetta di quella che potremmo definire come piccola borghesia."
Diremmo noi che questa non è una novità, già Marx nel 1848 scriveva ne "Il
Manifesto del Partito Comunista":
“Gli ordini medi, il piccolo
industriale, il piccolo commerciante, l'artigiano, il contadino, combattono
tutti la borghesia, per premunire dalla scomparsa la propria esistenza come
ordini medi. Quindi non sono rivoluzionari, ma conservatori. Anzi, sono
reazionari, poiché cercano di far girare all'indietro la ruota della storia.
Quando sono rivoluzionari, sono tali in vista del loro imminente passaggio al
proletariato, non difendono i loro interessi presenti, ma i loro interessi
futuri, e abbandonano il proprio punto di vista, per mettersi da quello del
proletariato”.
In questo caso i soggetti in questione non hanno di certo
abbandonato il loro punto di vista reazionario anzi... E' naturale che i
neofascisti sguazzino e organizzino queste mobilitazioni e che le forze
repressive dello stato anche di fronte al lancio di sampietrini e attacchi dei
manifestanti "misteriosamente" utilizzino una linea morbida e
addirittura si levino il casco.
Dovrebbe al contrario essere anormale che dei
militanti rivoluzionari partecipino seppur "da spettatori" (anche se
non capiamo bene a cosa serva in questo caso), ad una mobilitazione del genere.
E invece
l'ideologia del movimentismo produce queste aberrazioni, come si dice spesso
in quest'area politica ma anche in quella disobbediente e no global
"faccio il movimento per il movimento". Ciò che i compagni di infoaut
hanno scritto in uno di questi post (come riportavamo più su) è emblematico di questa posizione ideologica:
"E’ innegabile però registrare come la
“rivoluzione italiana” e la data del 9 dicembre stiano catalizzando
l’attenzione e la rabbia di una buona fetta di quella che potremmo definire
come piccola borghesia."
Quindi per il movimentista è un must partecipare
a tutto ciò che si muove sol perchè si muove.
Già 2 anni fa mentre i compagni palermitani e non facenti capo all'area
infoaut addirittura organizzavano seminari dai titoli altisonanti come "il
tempo dei forconi" i compagni della nostra organizzazione giovanile
scrivevano questa analisi dal titolo "Contro il governo Monti forconi o rivolta popolare?" (LINK) che per
noi rimane tutt'oggi valida a cui non abbiamo granchè da aggiungere
eccetto il fatto che oggi rispetto alle mobilitazioni dei forconi di due anni
fa, la natura reazionaria della stessa è stata molto più palese.
Come dice il
famoso detto "errare è umano, perseverare è diabolico", i militanti
rivoluzionari che si sporcano le mani cercando la via che conduca all'obiettivo
rivoluzionario inevitabilmente commettono errori e questo è un bene se da essi
si impara e quindi si ci avvicina di più all'obiettivo evitando di commettere quanto meno gli stessi errori, al contrario si arreca
danno non solo a se stessi ma alle masse spandendo confusione ideologica,
eclettismo teorico e in ultima analisi allontanandole dall'obiettivo.
fonti:
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