I lavoratori tessili egiziani di Mahalla di nuovo in sciopero
Abbiamo tradotto questo articolo tratto da ahram online
che resoconta di una tra le prime lotte operaie post-Morsi. In questo
caso si fa riferimento alla lotta degli operai del tessile di Mahalla,
città faro dei processi rivoluzionari in Egitto che ha vissuto per mesi
in pieno autogoverno. Oltre alla lotta degli operai di Mahalla va
registrata l’importante mobilitazione metalmeccanica a Suez dove la
rigidità degli operai si è scontrata con le aggressioni e le
provocazioni della polizia guidata dal nuovo governo militare. Ci sono
stati arresti e dura repressione contro lo sciopero ad oltranza
convocato dalle organizzazioni sindacali più conflittuali. Ad oggi però
le iniziative repressive non hanno piegato la lotta di operai e
proletari abituati a contare solo sulle proprie forze, intelligenza, e
organizzazione. Anzi nello scenario attuale l’attacco della polizia di
el-Sissi non può che approfondire il “chiarimento” all’interno delle
burocrazie sindacali, comprese le organizzazioni indipendenti (di cui
una parte indipendente di nome, ma nei fatti emanazione diretta degli
interessi del regime e dell’alta imprenditoria), dando ragione a quella
sostanziosa minoranza che nei vertici delle segreterie si oppose
strenuamente all’adesione della manifestazioni convocata dal regime
militare in cerca di legittimazione popolare. A questo proposito
suggeriamo di leggere l’intervento tradotto in italiano della compagna Fatma Ramadan
(pubblicato giorni fa sul sito dei S.I.Cobas) messa in minoranza
durante il Comitato Esecutivo della Federazione Egiziana dei Sindacati
Indipendenti. Il monito della compagna Fatma oggi suona quanto mai
attuale nei reparti della Weaving and Textile Company di Mahalla o della
Suez Steel Company, e ci auguriamo che possa essere anche l’occasione
per approfondire con intransigenza “quel fare chiarezza” che la giusta
direzione sindacale delle lotte operaie oggi in Egitto ha davvero
bisogno.
I lavoratori della più grande
fabbrica tessile egiziana hanno fermato le loro macchine e dichiarato
uno sciopero a tempo indeterminato finché le loro rivendicazioni non
saranno accolte Lunedì mattina diecimila lavoratori turnisti della
Weaving and Textile Company del settore pubblico egiziano a Mahalla City
hanno avviato uno sciopero, sostenendo che la direzione della compagnia
non abbia rispettato la scadenza del pagamento dei bonus dei loro
dividendi. I lavoratori di Mahalla, in totale attorno alle 24.000
persone, sono andate in sciopero il mese scorso, dopo essere stati
pagati solo la metà del bonus concordato (l'equivalente del salario di
45 giorni). La direzione ha promesso che avrebbero ricevuto la somma
rimanente con le buste paga di agosto, ma questa non si è
materializzata. "Il ministero delle finanze ha ritardato il pagamento a
causa dell'attuale situazione economica", ha dichiarato ad Ahram Online
Ibrahim Badr, capo dell'azienda. "Non posso dire esattamente quando la
somma sarà disponibile, ma non ci vorrà più di qualche giorno", ha
aggiunto. In contraddizione con la versione dei lavoratori, Badr
dichiara che solo qualche centinaio degli operai specializzati
dell'azienda hanno scioperato. Gli scioperanti hanno avanzato altre
richieste, incluse le dimissioni del direttore della Holding Company per
la tessitura e la filatura, Fouad Abdel-Alim, e la sospensione
dell'attuale comitato sindacale gestito dallo stato, accusato dai
lavoratori di schierarsi con la direzione. "Le dimissioni di Fouad
Abdel-Alim sono una richiesta centrale. Lo conosciamo molto bene.
L'azienda non prospererà per tutto il tempo che resterà in quella
posizione", ha dichiarato ad Ahram Online Kamal El-Fayoumi, un
lavoratore divenuto una figura rinomata dopo aver giocato un ruolo
chiave negli scioperi attuati prima della deposizione di Mubarak. "Non
è affare dei lavoratori decidere chi debba essere dimissionato o
nominato; la responsabilità è dello stato", commenta Badr. Sono in
corso negoziati tra i rappresentanti dei lavoratori ed il governatore
militare di Al-Mahalla riguardo ad una via di uscita da questo stallo.
La faida tra Abdel-Alim ed i lavoratori di Mahalla si è protratta per
anni, da quando egli era a capo dell'azienda. Dopo il 25 gennaio, è
stato rimosso dal suo incarico con significativi scioperi in corso.
''Abbiamo creduto che (la rimozione di Abdel-Alim dall'incarico) fosse
avvenuta in risposta ai lavoratori, ma il governo lo ha successivamente
promosso", ha detto El-Fayoumi. I lavoratori di Mahalla, con una lunga
tradizione di militanza, hanno guidato molti scioperi, sia prima che
dopo il 25 gennaio 2011. Hanno avviato un'onda di movimenti nel lavoro
nel 2006, ed ancora nel 2008, rappresentando una sfida aperta all'allora
regime di Mubarak. Nel 2008, la città del Delta del Nilo di Mahalla è
divenuta la sede delle maggiori proteste anti-regime della trentennale
era di Mubaral. Iniziando come sciopero di lavoratori, le proteste
sono cresciute in una lotta diffusa, seguendo gli scontri con le forze
di sicurezza. Per la prima volta sono circolate in internet immagini di
un poster di Mubarak sporco e calpestato, segnando l'inizio della caduta
dell'allora temuto dittatore egiziano. Gli scioperi dei lavoratori di
Mahalla contro il regime del presidente deposto Mubarak ha guadagnato
una diffusa popolarità e molti attivisti ed analisti in Egitto credono
che abbiano significamente contribuito a preparare la piazza per lo
scoppio della Rivoluzione del 25 gennaio.
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