lunedì 26 agosto 2013

pc 26 agosto - MA QUALE LOTTA ALLA DISOCCUPAZIONE?! ESSA E' STRUTTURALE E COSTANTE NEL SISTEMA CAPITALISTA

Letta - sempre che il suo governo regga... - continua a promettere che metterà la lotta alla disoccupazione al centro dei suoi impegni del prossimo semestre.
Pochi giorni fa ha affermato: "Voglio continuare la battaglia per combattere la disoccupazione giovanile, un tema importante e il cuore della presidenza italiana dell'anno prossimo".
Intanto "la disoccupazione nel nostro paese rimane stabile oltre la soglia, drammatica, del 13% e i più colpiti continuano ad essere i giovani: nell'ultimo rapporto dell'istituto di statistica italiano risulta che fra i giovani, fra gli under 25%, la soglia di disoccupazione è del 39,1%, peraltro in crescita. Questo vuol dire che quasi la metà dei giovanissimi che cercano lavoro non lo trovano..."

Queste "promesse" non solo sono false perchè i governi, come prima Berlusconi ora Letta, hanno "al centro" la difesa degli interessi capitalistici e dello Stato, per cui le risorse economiche vengono indirizzate a finanziamenti e sgravi, agevolazioni per i padroni (che non si traducono affatto meccanicamente in più occupazione), o per finanziare le "grandi opere" (la Tav è ancora più pienamente confermata da questo governo) o per gli impegni militari dello Stato (F35, missioni all'estero - ma anche No Muos, ecc.).
Ma queste "promesse" sono false, perchè nel sistema capitalista è impossibile eliminare la disoccupazione o almeno ridurla realmente. Essa, in particolare nelle crisi, è parte strutturale e "normale" delle politiche del capitale a difesa dei suoi profitti.

Riportiamo su questo un illuminante stralcio tratto dal libro "l'ABC del comunismo" di Bucharin e Preobrazenskij, che pur scritto nel 1919 è sempre valido nell'analisi di fondo del sistema capitalista:

"…Questa dipendenza dal capitale viene consolidata anche in altro modo, che non sia la rovina di sempre nuovi strati sociali. Il capitale rinsalda il suo dominio sulla classe operaia mettendo sul lastrico gli operai superflui e creandosi in questo modo una riserva di mano d'opera. Come avviene questo fenomeno?... ogni industriale tende a ridurre il prezzo di costo dei suoi prodotti. Per tale ragione egli introduce sempre nuove macchine. Ma la macchina sostituisce generalmente l'operaio, rende superflua una parte degli operai. L'introduzione di ogni nuova macchina significa il licenziamento di una parte degli operai. Gli operai, che prima erano occupati nella fabbrica, diventano disoccupati. Ma dato che l'introduzione di nuove macchine, ora in questo ora in quel ramo d'industria, è continuo, è senz'altro chiaro che anche la disoccupazione dovrà sempre esistere nel regime capitalista. Il capitalista non si cura già di procurare a tutti del lavoro e di fornire tutti del necessario, ma si preoccupa soltanto di spremere dalla classe operaia il maggior profitto possibile. Quindi è naturale che egli getti sulla strada quegli operai che non gli danno più il profitto di una volta.
Ed infatti noi vediamo in tutti i paesi capitalistici che nelle grandi città vi è sempre un grande numero di disoccupati... Tutti insieme formano una riserva di mano d'opera per il capitale, o, come la chiamò Carlo Marx, la riserva industriale. L'esistenza di questa riserva industriale e la continua disoccupazione permettono ai capitalisti di accentuare la dipendenza e l'oppressione della classe operaia. Mentre da una parte degli operai il capitale spreme coll'ausilio della macchina un maggiore profitto, l'altra parte si trova sul lastrico. Ma anche i disoccupati servono al capitale come sferza che incita i ritardatari. [...]

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