lunedì 26 agosto 2013

pc 26 agosto - NAPOLI: IMMIGRATI SPARATI ALLE SPALLE

Nel riportare stralci dell'articolo apparso su La Repubblica, dobbiamo dire che la posizione espressa dall'Associazione 3 febbraio è quantomeno cieca e deviante: fa una difesa delle Forze dell'ordine e oggettivamente scarica le responsabilità sulla popolazione del territorio. Questo è falso!

Napoli, tiro al bersaglio sugli immigrati

Due raid in centro in pochi giorni, un ferito. "Mi hanno sparato alle spalle". Un senegalese e un nigeriano nel mirino della banda, tra Forcella e il Duomo. L'Associazione 3 Febbraio: "Molti hanno paura di denunciare, serve l'aiuto della città"
NAPOLI - Un immigrato vale l'altro, nel buio della mente dei balordi. Così, nelle sere d'agosto, tra i vicoli del centro antico, scatta il tiro al bersaglio sui ragazzi di colore. Passatempo criminale, lo sconvolgente "gioco" di un gruppo di giovanissimi. Due casi, avvenuti tra Forcella e il Duomo: due cittadini africani, un nigeriano e un senegalese, finiti sotto i proiettili di una banda, senza che vi fossero legami né liti pregresse tra vittime e aggressori. E ora l'associazione "3 Febbraio", la rete antirazzista con sedi in tutta Italia, da sempre voce di chi è straniero e subisce soprusi, denuncia il preoccupante fenomeno. "Nelle ultime due settimane sono stati aggrediti con armi da fuoco due africani. Napoli non può fare finta che questo non accada - spiega Gianluca Petruzzo di "3F" - . Le forze dell'ordine fanno tutto quello che possono, ma c'è un problema di cultura e di sensibilità sul territorio. Abbiamo chiesto aiuto anche all'Arcigay, alla Cgil, ai presìdi di legalità e assistenza, purtroppo ad agosto tante finestre sono chiuse. Ora ci appelliamo anche al cardinale Sepe". 

Un nigeriano, Henry Kwasu, è stato ferito alle gambe da una pallottola ed è ancora ricoverato in ospedale. L'altro, S. B. C., senegalese, è rimasto indenne per puro caso dopo che gli hanno sparato alle spalle. Ma analoghi raid, secondo un portavoce della comunità pachistana, avrebbero colpito altri immigrati...   "È stato come un tiro al bersaglio. È accaduto tra lunedì e martedì scorso, è un miracolo che io sia in ospedale. Mi hanno sparato alle spalle, con una pistola, senza motivo. Stavo risalendo via Duomo quando all'improvviso ho sentito delle urla alle mie spalle, ma ho tirato dritto. Non so se qualcuno voleva avvertirmi perché aveva visto una pistola puntata su di me o se uno degli aggressori voleva farmi girare per trasformarmi in un bersaglio fermo, più facile". Poi, i colpi. "Io ne ho sentito uno, ma ero troppo spaventato. Mi sono girato e ho notato due giovani. Uno di loro aveva la pistola in pugno, continuava a puntarla su di me, forse con aria di sfida. Poi sono scappato. Alcuni amici mi hanno detto che la stessa cosa, alcuni giorni prima, è accaduto ad un nigeriano. Dio ha voluto salvarmi. Credo solo in lui".

Tutto avviene nella stessa area in cui, nel 2005, fu ucciso il senegalese Ibrahim Diop: assassinato con una pugnalata da un balordo che aveva molestato lui ed altri connazionali mentre erano in coda al call center di via Cesare Rosaroll. Era pieno agosto anche quella volta, il 19...

Stessa storia di altri che hanno perso la vita, lontano dal loro Paese, per non piegarsi alla violenza. Proprio ieri, a 24 anni dal suo assassinio avvenuto a Villa Literno, le associazioni Libera, Comunità di Sant'Egidio e Cgil Campania hanno lasciato fiori e testimonianze sulla tomba di Jerry Masslo, ucciso per aver reagito al raid dei rapinatori mentre dormiva nel ghetto dei raccoglitori dei pomodori: era agosto anche allora, 1989. Terra macchiata del sacrificio di immigrati, quella domizia. La stessa dove, il 18 settembre 2008, furono uccisi dai casalesi dello stragista Giuseppe Setola sei immigrati africani...

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