Il film “Foxfire-Ragazze cattive” del regista Laurent Cantet, nei prossimi giorni nelle sale cinematografiche in Italia, esce vietato ai minori di anni 14. Il perchè ce lo spiega, con una forte denuncia lo stesso regista - vedi sotto sue dichiarazioni.
Le
motivazioni da parte della commissione di revisione cinematografica
di questo divieto sono sintomatiche da un lato dell'ipocrisia di
questo sistema, dall'altra però della sua paura.
In
pieno sviluppo in quest'estate delle violenze sessuali, dei
femminicidi, dei nuovi stupri di gruppo organizzati - una sorta di
turismo sessuale di bassa macellazione (vedi altro articolo sugli
stupri nelle spiagge Gallipoli (LE), dopo quelli nella discoteca di
Rimini) che colpisce spesso giovani ragazze e richiederebbe una
rivolta tremenda e dura da parte delle donne, si vieta un film che
mostra finalmente, non solo la violenza che subiscono le donne, ma la
loro ribellione.
Si
vorrebbero ragazze piangenti e deleganti verso uno Stato, delle forze
dell'ordine, che sono il problema e non la soluzione? Si vuole il
rispetto delle “regole”, come dice la Commissione, ma di quali
regole? di un sistema sociale la cui regola è l'oppressione delle
donne, la violenza in tutte le forme, pratiche, politiche, sociali,
ideologiche, culturali, della condizione di subordinazione,
discriminazione delle donne?
Alle
ragazze di 14 anni è vietato di vedere questo film, ma non è
vietato di vedere lo schifo imposto dalla televisione, perchè i
comportamenti delle ragazze ribelli non devono essere “emulati”
mentre i comportamenti da oche giulive, da prostituzione televisiva
di carriera, sì.
Ma
ciò che spinge questi signori a mettere i divieti è soprattutto la
paura, che le ragazze possano aprire gli occhi, possano capire che
non di singoli uomini bacati si tratta, ma di tutto un sistema che
produce uomini che odiano le donne; che le ragazze possano voler
rispondere “colpo su colpo” alle violenze sessuali, a questa
guerra di bassa intensità contro le donne, con un'altrettanta
guerra, che deve essere necessariamente altrettanto violenta.
NOI
SIAMO CON LE “RAGAZZE CATTIVE”!
La
ribellione è giusta e necessaria! Noi vogliamo organizzarla, ma non
certo per ammorbidire lo scontro, ma per farlo più “tremendo” e
generale, per vincere.
Senza ribellione non c'è liberazione, non c'è
rivoluzione!
Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario
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