SI
VERGOGNINO
Il
nuovo capogruppo sedicente democratico al Senato della Repubblica è il
democristiano cagliaritano Luigi Zanda; costui si lamenta - lo scrive Sonia
Oranges, nel suo pezzo pubblicato a pagina cinque dell'edizione del Secolo XIX
di mercoledì venti marzo - perché, poverino, non sa come fare: "Ho una
settantina di ex parlamentari senza pensione da sistemare".
E' evidente che nessuno di questi 'signori' ha alcuna intenzione di tornare a lavorare onestamente per vivere: forse trovano ignominioso che un ex rappresentante del popolo italiano torni a produrre la ricchezza del Paese, invece di continuare ad accaparrarsene una buona fetta senza fare assolutamente nulla per meritarla.
A questo punto il lettore potrebbe pensare che, quello dei 'parlamentari esodati', sia un problema che tocca soltanto via Sant'Andrea delle Fratte 16 - la sede romana del Partito (sedicente) Democratico - ma è evidente che non può essere così: tutti i gruppi parlamentari hanno avuto degli avvicendamenti interni e si trovano alle prese con questa situazione; il metodo di risoluzione del problema è sempre lo stesso per tutti, cambia soltanto lo stile con il quale si da attuazione allo schema.
Ogni fine di legislatura, per la quasi totalità dei collaboratori parlamentari - leggasi portaborse - la fine della stessa coincide con il termine del proprio periodo di assunzione; il sistema per ricollocare i 'parlamentari esodati' è semplice e naturale, a questo punto: non si rinnovano i contratti a coloro che sono in scadenza, e li si sostituisce con qualcuno di lorsignori.
Come dicevo, la differenza tra le varie 'sensibilità politiche' consiste semplicemente nel metodo di esecuzione di tale sconcio, e come al solito la palma del peggiore se la aggiudica il Popolo della Libertà: il nuovo capo dei deputati, Renato Brunetta, si affretta a far disattivare il passi agli ex dipendenti, senza neppure premurarsi di avvisarli; la solita manifestazione di arroganza da parte di uno dei peggiori personaggi che la storia delle istituzioni della Repubblica italiana ricordi.
E' evidente che nessuno di questi 'signori' ha alcuna intenzione di tornare a lavorare onestamente per vivere: forse trovano ignominioso che un ex rappresentante del popolo italiano torni a produrre la ricchezza del Paese, invece di continuare ad accaparrarsene una buona fetta senza fare assolutamente nulla per meritarla.
A questo punto il lettore potrebbe pensare che, quello dei 'parlamentari esodati', sia un problema che tocca soltanto via Sant'Andrea delle Fratte 16 - la sede romana del Partito (sedicente) Democratico - ma è evidente che non può essere così: tutti i gruppi parlamentari hanno avuto degli avvicendamenti interni e si trovano alle prese con questa situazione; il metodo di risoluzione del problema è sempre lo stesso per tutti, cambia soltanto lo stile con il quale si da attuazione allo schema.
Ogni fine di legislatura, per la quasi totalità dei collaboratori parlamentari - leggasi portaborse - la fine della stessa coincide con il termine del proprio periodo di assunzione; il sistema per ricollocare i 'parlamentari esodati' è semplice e naturale, a questo punto: non si rinnovano i contratti a coloro che sono in scadenza, e li si sostituisce con qualcuno di lorsignori.
Come dicevo, la differenza tra le varie 'sensibilità politiche' consiste semplicemente nel metodo di esecuzione di tale sconcio, e come al solito la palma del peggiore se la aggiudica il Popolo della Libertà: il nuovo capo dei deputati, Renato Brunetta, si affretta a far disattivare il passi agli ex dipendenti, senza neppure premurarsi di avvisarli; la solita manifestazione di arroganza da parte di uno dei peggiori personaggi che la storia delle istituzioni della Repubblica italiana ricordi.
Genova,
20 marzo 2013
Stefano
Ghio - Proletari Comunista Genova
http://pennatagliente.wordpress.com
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