lunedì 18 marzo 2013

pc 18 marzo - all'Ilva Taranto - opposizione del sindacalismo di classe ai contratti di solidarietà azienda- sindacati confederali

volantino odierno dello slai cobas per il sindacato di classe ilva


La premessa, a giustificazione dell’accordo che prevede un esubero di 3.749 lav. e una riduzione d'orario che coinvolgerà 11.059 lav., fa soprattutto riferimento alla crisi economica, finanziaria e di mercato, piuttosto che agli interventi di ambientalizzazione. Ma questo confonde la situazione, perché: primo, la questione della continuità lavorativa degli operai era e doveva essere legata oggi soltanto al problema delle fermate per i lavori di messa a norma – in cui la soluzione era ed è lo spostamento ad altri reparti e l'utilizzo nei lavori di bonifica anche con periodi di formazione; ritirare fuori la crisi è solo per dare più legittimità all’accesso agli armonizzatori sociali dell’azienda; secondo, anche dalle tabelle riepilogative dei dati produttivi e finanziari (allegate all’accordo) si vede che il calo c’è stato nel 2009 e 2010, ma già nel 2011 c’è una ripresa; terzo, fino a quasi tutto il 2012, la produzione non ha avuto alcuna contrazione, anzi, proprio nell’area a caldo gli straordinari sono stati una normalità.

Il peso che viene dato nell’accordo alla crisi di mercato, permette, inoltre, di legare all’andamento di questa i soldi che Riva deve mettere per i lavori di ambientalizzazione, con tutto ciò che ne consegue, lì dove nulla si dice sugli ingenti profitti accumulati da Riva in questi anni.



In conseguenza di questa impostazione, l’accordo non lega, come invece dovrebbe essere, la riduzione dell’orario reparto per reparto ad un preciso piano di lavori e di tempi di messa a norma degli impianti; questo impedisce un controllo preciso e lascia la possibilità all’azienda di aumentare la riduzione dell’orario e i tempi, come già sta avvenendo per le prescrizioni dell’Aia, e comunque di avere sempre la giustificazione della “crisi” per usare il CDS a suo piacimento.



L’azienda si mantiene, comunque, due armi per usare i lavoratori secondo i suoi interessi: sia scrivendo nell’accordo che un eventuale aumento dell'orario di lavoro potrà avvenire “in maniera non uniforme e quindi differenziata per dipendente”, dando luogo di fatto a una politica di discriminazione tra lavoratori e lavoratori; sia prevedendo una revisione dell'accordo se l’attuale riduzione non è più “congrua dal punto di vista organizzativo e produttivo”.



L’accordo fissa una percentuale media complessiva di riduzione d’orario (34%). Nel prospetto delle percentuali per le varie aree, ci troviamo a percentuali molto differenti e in alcune aree altissime (90% Treno nastri 1, 97% treno lamiere, 87% Laf, tubifici 89%, ecc.). Questo, pur se il CDS prevede una spalmatura della riduzione su tutti gli 11.059 lavoratori, rischia, senza porre un tetto certo di riduzione uguale per tutti, di differenziare i lavoratori per i periodi di lavoro e per la retribuzione; tenendo conto che una riduzione d’orario nel mese superiore al 50% vuol dire una salario più basso della stessa indennità di cassintegrazione.



Si prevede la formazione del personale per operare su nuove mansioni; ma la formazione, che per gli operai è tempo a disposizione dell’azienda, non si dice che va pagata come orario di lavoro.



Lo Slai cobas Ilva ha detto e continua a sostenere che come era illegittima e ingiustificata la cig lo è altrettanto il contratto di solidarietà, perché i lavori di ambientalizzazione non li devono ‘pagare’ gli operai, e questi, come in un primo tempo disse Ferrante e i custodi giudiziari, possono essere spostati in altri reparti e/o impiegati negli stessi lavori di messa a norma.

Noi sfrutteremo l’unica cosa che rende più utile il CDS rispetto alla cig: tutti gli operai restano in fabbrica e quindi resta una forza e una possibilità di lotta maggiore per mettere in discussione l’accordo.


Noi vogliamo, comunque:

che le percentuali di sospensione dell’orario di lavoro siano uguali per tutti gli 11.059 lavor.;

che ci sia una rotazione prefissata e per periodi uguali per tutti;

che la formazione sia retribuita come orario normale di lavoro;

che vi sia un’integrazione salariale dell’azienda del trattamento Inps per una copertura al 100% sull’orario ridotto.


22 MARZO PRESIDIO ALLA DIREZIONE ILVA DALLE ORE 13,00 CON RICHIESTA DI INCONTRO su contratti di solidarietà e sicurezza.



SLAI COBAS ILVA - v. rintone, 22 TA – slaicobasta@gmail.com – T/F 0994792086 - 3475301704

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