volantino odierno dello slai cobas per il sindacato di classe ilva
La premessa, a giustificazione dell’accordo che prevede un esubero di 3.749 lav. e una riduzione d'orario che coinvolgerà 11.059 lav., fa soprattutto riferimento alla crisi economica, finanziaria e di mercato, piuttosto che agli interventi di ambientalizzazione. Ma questo confonde la situazione, perché: primo, la questione della continuità lavorativa degli operai era e doveva essere legata oggi soltanto al problema delle fermate per i lavori di messa a norma – in cui la soluzione era ed è lo spostamento ad altri reparti e l'utilizzo nei lavori di bonifica anche con periodi di formazione; ritirare fuori la crisi è solo per dare più legittimità all’accesso agli armonizzatori sociali dell’azienda; secondo, anche dalle tabelle riepilogative dei dati produttivi e finanziari (allegate all’accordo) si vede che il calo c’è stato nel 2009 e 2010, ma già nel 2011 c’è una ripresa; terzo, fino a quasi tutto il 2012, la produzione non ha avuto alcuna contrazione, anzi, proprio nell’area a caldo gli straordinari sono stati una normalità.
La premessa, a giustificazione dell’accordo che prevede un esubero di 3.749 lav. e una riduzione d'orario che coinvolgerà 11.059 lav., fa soprattutto riferimento alla crisi economica, finanziaria e di mercato, piuttosto che agli interventi di ambientalizzazione. Ma questo confonde la situazione, perché: primo, la questione della continuità lavorativa degli operai era e doveva essere legata oggi soltanto al problema delle fermate per i lavori di messa a norma – in cui la soluzione era ed è lo spostamento ad altri reparti e l'utilizzo nei lavori di bonifica anche con periodi di formazione; ritirare fuori la crisi è solo per dare più legittimità all’accesso agli armonizzatori sociali dell’azienda; secondo, anche dalle tabelle riepilogative dei dati produttivi e finanziari (allegate all’accordo) si vede che il calo c’è stato nel 2009 e 2010, ma già nel 2011 c’è una ripresa; terzo, fino a quasi tutto il 2012, la produzione non ha avuto alcuna contrazione, anzi, proprio nell’area a caldo gli straordinari sono stati una normalità.
Il
peso che viene dato nell’accordo alla crisi di mercato, permette,
inoltre, di legare all’andamento di questa i soldi che Riva deve
mettere per i lavori di ambientalizzazione, con tutto ciò che ne
consegue, lì dove nulla si dice sugli ingenti profitti accumulati da
Riva in questi anni.
In
conseguenza di questa impostazione, l’accordo non lega, come invece
dovrebbe essere, la riduzione dell’orario reparto per reparto ad un
preciso piano di lavori e di tempi di messa a norma degli impianti;
questo impedisce un controllo preciso e lascia la possibilità
all’azienda di aumentare la riduzione dell’orario e i tempi, come
già sta avvenendo per le prescrizioni dell’Aia, e comunque di
avere sempre la giustificazione della “crisi” per usare il CDS a
suo piacimento.
L’azienda
si mantiene, comunque, due armi per usare i lavoratori secondo i suoi
interessi: sia scrivendo nell’accordo che un eventuale aumento
dell'orario di lavoro potrà avvenire “in maniera non uniforme e
quindi differenziata per dipendente”, dando luogo di fatto a una
politica di discriminazione tra lavoratori e lavoratori; sia
prevedendo una revisione dell'accordo se l’attuale riduzione non è
più “congrua dal punto di vista organizzativo e produttivo”.
L’accordo
fissa una percentuale media complessiva di riduzione d’orario
(34%). Nel prospetto delle percentuali per le varie aree, ci troviamo
a percentuali molto differenti e in alcune aree altissime (90% Treno
nastri 1, 97% treno lamiere, 87% Laf, tubifici 89%, ecc.). Questo,
pur se il CDS prevede una spalmatura della riduzione su tutti gli
11.059 lavoratori, rischia, senza porre un tetto certo di riduzione
uguale per tutti, di differenziare i lavoratori per i periodi di
lavoro e per la retribuzione; tenendo conto che una riduzione
d’orario nel mese superiore al 50% vuol dire una salario più basso
della stessa indennità di cassintegrazione.
Si
prevede la formazione del personale per operare su nuove mansioni; ma
la formazione, che per gli operai è tempo a disposizione
dell’azienda, non si dice che va pagata come orario di lavoro.
Lo Slai cobas Ilva ha
detto e continua a sostenere che come era illegittima e
ingiustificata la cig lo è altrettanto il contratto di solidarietà,
perché i lavori di ambientalizzazione non li devono ‘pagare’ gli
operai, e questi, come in un primo tempo disse Ferrante e i custodi
giudiziari, possono essere spostati in altri reparti e/o impiegati
negli stessi lavori di messa a norma.
Noi sfrutteremo l’unica
cosa che rende più utile il CDS rispetto alla cig: tutti gli operai
restano in fabbrica e quindi resta una forza e una possibilità di
lotta maggiore per mettere in discussione l’accordo.
Noi vogliamo,
comunque:
che le percentuali di
sospensione dell’orario di lavoro siano uguali per tutti gli 11.059
lavor.;
che ci sia una
rotazione prefissata e per periodi uguali per tutti;
che la formazione sia
retribuita come orario normale di lavoro;
che vi sia
un’integrazione salariale dell’azienda del trattamento Inps per
una copertura al 100% sull’orario ridotto.
22 MARZO PRESIDIO ALLA
DIREZIONE ILVA DALLE ORE 13,00 CON RICHIESTA DI INCONTRO su contratti
di solidarietà e sicurezza.
SLAI
COBAS ILVA - v.
rintone, 22 TA – slaicobasta@gmail.com
– T/F 0994792086 - 3475301704
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