lunedì 11 febbraio 2013

pc 11 febbraio - NO TAV non lo vogliono capire.. la repressione alimenta la ribellione- libertà per i NOTAV arrestati

cronaca della fiaccolata per lele e christian

 22.55 si chiude nella piazza del paese la fiaccolata. Ad attendere i no tav come sempre il comitato no tav di mattie con un ottimo vin brulè. E’ il momento delle chiacchiere e del confronto, si discute di vita e di lotta. Ancora una volta si parte e si torna insieme! Cristian e di Manuele Liberi Subito!
ore 22.25 il corteo ha raggiunto il comune che è stato aperto per l’occasione e dal balcone è stato esposto lo striscione Cristian e Manuele Liberi Subito!
ore 22.10 Mario del comitato di lotta popolare di Bussoleno racconta come è andata la vicenda di Cristian e Manuele e le ragioni che spingono oggi migliaia di valsusini alla resistenza
ore 22.04 la fiaccolata è ora arrivata sotto casa di Manuele
ore 21.50 sono più di mille i no tav in corteo! Anche i no tav terzo valico con un comunicato di solidarietà sostengono cristian e manuele!
ore 21.30 il corteo è arrivato sotto casa di Cristian, tanti cori per lui! Cristian libero subito!
ore 21.05 si parte!
ore 21.00 intervento di apertura del comitato no tav di Mattie “Il corteo passerà sotto le case dei no tav arrestati!”
ore 20.50 sono sempre di più i no tav che stanno raggiungendo la piazza di mattie… tra poco si parte!
ore 20.35 inizia la distribuzione delle fiaccole. Ancora molti valsusini in arrivo.
ore 20.15 Centinaia di no tav stanno raggiungendo in questo momento il paese di Mattie, nel cuore della valle di Susa, patria della lotta no tav. L’occasione è di quelle importanti, a cui non mancare, Cristian e Manuele due notav di Mattie sono in carcere da due giorni ormai, colpevoli di resistenza. Nella notte tra venerdì e sabato sono stati fermati e arrestati dopo che a Chiomonte, nei pressi del cantiere per il tunnel geognostico si era praticata ancora una volta la resistenza no tav. Le notizie che arrivano dal carcere sono buone, stanno bene e il morale è come sempre alto, ma oggi, a gridare e lottare per la loro liberazione è la valle di Susa tutta, nel paese in cui vivono, in cui sono nati e che difendono.

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