Il progetto 'Smart Area' della Confindustria Taranto: forti dubbi...
Confindustria Taranto ha presentato il progetto Smart Area che e' una delle azioni
previste dalla legge sulla bonifica dell'area di Taranto - la
numero 171 del 4 ottobre scorso. La legge prevede una
dotazione finanziaria complessiva di 336 milioni di euro, quasi
tutti pubblici, e interventi di disinquinamento per il
quartiere Tamburi di Taranto, il piu' vicino e il piu' esposto
alle emissioni dell'Ilva, Mar Grande e Mar Piccolo di Taranto,
e il comune di Statte, che e' alle porte di Taranto e dello
stesso stabilimento siderurgico. Per il progetto Smart Area,
proposto da Confindustria Mezzogiorno e poi definito da quella
di Taranto, sono previsti 60 milioni di euro a carico dello
Stato con risorse ancora da individuare, anche se la stessa
Confindustria indica una serie di possibili fonti finanziarie
tra cui la stessa legge 171, il contratto di sviluppo, i
contratti di innovazione e il fondo per la crescita
sostenibile.
Dopo mesi di parole sulle bonifiche, siamo ancora alle parole... e ai progetti sulla carta. Tanto per cominciare manca la condizione materiale per tali lavori di bonifica: i fondi, visto che i 60 milioni preventivati per il progetto Smart Area sono "ancora da individuare".
Nei giorni scorsi il progetto Smart Area e' stato anticipato al commissario per la bonifica, Alfio Pini, e al garante dell'Autorizzazione integrata ambientale all'Ilva, Vitaliano Esposito, nominati dal Governo lo scorso 11 gennaio.
Ricordiamo chi sono questi "garanti": Vitaliano Esposito è un amico di Nicola Mancino, implicato nel patto con la mafia, nella grazie delle destre, vicino in particolare a Berlusconi, nel processo a Dell'Utri aveva appoggiato l'annullamento della condanna per concorso esterno in associazione mafiosa. Esposito è stato nominato "garante" dalle correnti moderate e di destra della Magistratura con l'aperta opposizione di Magistratura Democratica di altri settori laici e del presidente della Cassazione, addirittura il consigliere Livio Pepino aveva dichiarato: "E' stata scritta una pagina buia". Di Alfio Pini invece, si sa che sa spegnere il fuoco, come recita il suo curriculum, ma non pare che si sia mai occupato di bonifiche in tutta la sua vita. L’Ing. Pini entra in carriera nel Corpo Nazionale dei Vigili del fuoco il 18.10.1976 e viene assegnato al Comando Provinciale di Milano (11.05.1977), poi Parma, Napoli, Emilia Romagna, Veneto, Trentino, e infine Roma e il Lazio. Dal 01.04.2010, è Capo del Corpo Nazionale dei Vigili del fuoco.
Esposito è il "garante" per il monitoraggio delle prescrizioni dell'AIA e sul rispetto dei tempi; Pini dovrebbe occuparsi degli interventi urgenti di bonifica, ambientalizzazione e riqualificazione di Taranto, e sarà questi a gestire i 336 milioni.
Quindi dei "personaggi" di "assoluta garanzia", soprattutto nella gestione delle risorse...
Il progetto Smart Area, che rientra fra le azioni della bonifica di Taranto, si sviluppa attraverso sette assi di intervento. Al primo posto ci sono le iniziative di start up per nuove attività imprenditoriali in campo ambientale e fra queste lo sviluppo in via sperimentale di nuova tecnologia di bonifica delle falde inquinate,di tecnologie innovative per la bonifica dei suoli e di un impianto pilota per il trattamento e il recupero in via sperimentale di sedimenti marini contaminati. Un altro asse del progetto Smart Area e' poi la logistica con la proposta di costitituire "una piattaforma tecnologica con l'obiettivo di sostenere i processi di integrazione tra filiere produttive con particolare riguardo all'agroalimentare".C'e' poi un asse,con relative proposte,che riguarda il turismo ed un ulteriore asse, chiamato Smart Città,dove fra l'altro si propongono il miglioramento delle condizioni di lavoro "nelle operazioni di carico e scarico e di movimentazione di materiale polverulento nelle aree portuali". Un'ulteriore proposta riguarda infine la "Cittadella del mare" con scuola di specializzazione, acquario e museo della pesca, darsena e porto turistico su un'area di 267mila metri quadrati.(AGI) .
In merito ai progetti, la prima impressione, ma ci auguriamo di sbagliare, è che siano "piani belli" ma totalmente dall'alto, che potrebbero essere scritti per qualsiasi città da bonificare. Tutto il contrario di quello che dovrebbe avvenire, vale a dire progetti che partano dal basso, dalle situazioni concrete e dalla scienza/esperienza di coloro che stanno già sul territorio di Taranto, che conoscono bene le zone da bonificare, da associazioni, a esperti già impegnati in questo campo nella nostra città, dagli abitanti dei Tamburi e di Statte, ecc.
Poi si fanno rientrare nei fondi per le bonifiche anche progetti, che potrebbero pure essere interessanti, ma che poco centrano, come sarebbe appunto la "Citttadella del mare".
Un altro asse è un nuovo sistema di conferimento dei rifiuti a Taranto. In questo caso si propone "l'installazione sui contenitori stradali per la raccolta dei rifiuti indifferenziati di dispositivi che consentono, mediante una tessera, il conferimento dei rifiuti ai soli cittadini e attività dell'area".
Quest'ultima proposta è davvero incomprensibile. Se si sta parlando della raccolta differenziata, primo, non capiamo perchè "ficcarla" nei progetti di bonifica per l'inquinamento dell'Ilva, quando vi è una legge e un progetto a sè, con fondi a sè, che solo la politica disastrosa delle istituzioni locali non ha ancora attuato; secondo, ciò che viene proposto dalla Confindustria in parte è già in atto e sarebbe comunque veramente pochissima cosa rispetto alla questione della raccolta dei rifiuti.
Non vorremmo, in conclusione, che questa della bonifica del territorio di Taranto e dei 336 milioni, per ora solo previsti dal Governo e comunque una miseria rispetto alle effettive necessità, vengano visti, da parte delle aziende di Taranto, come occasione per accaparrarsi soldi, senza un vero beneficio per le popolazioni.
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