Mercoledì sera a Ravenna si è svolto un incontro che aveva per tema la TAV e il rapporto tra democrazia e grandi opere, organizzata da alcuni comitati di supporto alla sinistra di palazzo, Dopolundiciottobre, Legambiente e Associazione naturista ravennate, con gli interventi di Ivan Cicconi (autore del "libro nero dell'alta velocità"), di Claudio Cancelli (ex docente del politecnico di Torino) e di Luigi Robaldo (imprenditore attivista No Tav).
Per gli organizzatori l'obiettivo era quello di costruire il dialogo tra due istanze inconciliabili come le ragioni (infinite, che riguardano i bisogni popolari) del movimento NO TAV, con l'unico motivo che spinge a devastare ambienti e popolazioni e scaricarne i costi sui lavoratori e masse, il motivo del profitto, da parte della CMC. Solo un breve cenno alla schedatura davanti al cs Spartaco per un'assemblea No Tav ma nessuna denuncia dello stato di polizia che avanza a Ravenna con divieti con motivazioni risibili, dalle manifestazioni davanti alla CMC, a quelle per la verità e giustizia per l'immigrato tunisino ucciso da un carabiniere, a quelle contro FN. Tutto questo si è tradotto in denunce, fermi, avvisi orali e fogli di via. Proprio grazie ai fogli di via non sono potuti intervenire a questa assemblea i compagni dell'area anarchica di Forlì e Cesena. Ma alla sinistra "radical chic" tutto questo non ha suscitato alcuna reazione.
Il primo intervento, quello di Cicconi, ha denunciato le bugie intorno ai costi di questa gigantesca opera speculativa scaricati su lavoratori e masse popolari: la prima bugia è il finanziamento dei privati, in realtà è truffa ai danni di cittadini, perchè in realtà la TAV è inutile e costa 12 miliardi di euro di debito pubblico.
Per 15 anni hanno raccontato la bugia del finanziamento privato poi svelata dalla Finanziaria 2007.
Con la Tav Italia ha fatto scelta strategica sbagliata. E' come se si fosse deciso di realizzare nuova autostrada Bo-Mi per fare transitare automobili da Formula1.
Solo 17% passeggeri treni prende biglietti a lunga percorrenza ma finora spesi 92 miliardi di euro. Già nel 1997 i numeri di passeggeri sulla linea Torino-Lione dimezzano le stime di sei anni prima.
Dalmazia, Ungheria, Portogallo non hanno progetti Tav. Il Corridoio5 non dipende da Italia.
I cantieri in ValSusa finora sono stati solo per insediamenti militari a protezione del vero cantiere non ancora aperto.
Spero che lavori Tav non partano...
E' intervenuto Cancelli sulla falsa democrazia ma autentica dittatura che era alla base degli incontri tra la comunità montana e i rappresentanti dei vari governi e dei "tecnici" asserviti al profitto, che mascherava la sostanza autoritaria di scelte che non hanno mai ammesso il dissenso: si poteva intervenire per modificare il tracciato ma di mettere in discussione l'opera neanche a parlarne.
Con spirito conciliatorio proprio di certa sinistra gli organizzatori hanno gestito l'iniziativa come fossimo ad un talk show, ricordando di intervenire sempre in maniera "civile", di fronte ad uno spiegamento di forze repressive spropositato, con la polizia che ispezionava persino i bagni pubblici della sala comunale, anche loro lì per mantenere sui binari "civili" il confronto, ma soprattutto per garantire la parola all'ad della CMC, Foschini, capofila del consorzio di aziende pronte alla speculazione della TAV, che ha avuto il coraggio di intervenire parlando di etica della sua impresa, ovviamente partendo da lontano, tema tanto caro agli organizzatori perchè sono le comuni "radici ideologiche" ex PCI, arrivando a dire che hanno settemila famiglie che dipendono da loro, che operano nella legalità e rispettano le leggi italiane: "a noi interessa solo che le cose si possano fare. Se quella roba si può fare noi la facciamo" e che le "grandi opere non facilitano infiltrazioni mafiose. Lavoriamo in Sicilia senza la mafia", "la mafia si infiltra dove non c'è lavoro e non dove il lavoro arriva anche grazie ai nostri cantieri" ,"non ci chiediamo a cosa serve un'opera che facciamo. A noi importa fare il lavoro, con l'etica della sicurezza" (alludeva a quella garantita dalle truppe d'occupazione in Val Susa?) .
Questo clima “civile” è stato rotto dallo Slai cobas per il sindacato di classe che ha chiamato col suo vero nome l'attività della cmc: ricerca del profitto come valore assoluto, per poi continuare sulla denuncia dello stato di polizia in questa città col silenzio complice di istituzioni, politici e mass media, la repressione in Val Susa e abbiamo letto la mozione fatta circolare all'enichem e alla marcegaglia. Certo, via via il tono è stato abbastanza acceso, ma era necessario rompere il clima "civile" asfissiante in quella sala piena di anime morte.
Poi ha preso la parola Comizzoli, leader di RavennaPAC che ha snocciolato i coinvolgimenti della cm ravenna in alcune inchieste giudiziarie.
Gino Maioli, ex presidente cda Ferrovie Emilia Romagna Fer, vedoliano, il nemico numero uno dei pendolari di questa regione.
Ultimo intervento è stato quello che ha annunciato la nascita a Ravenna del coordinamento NoCmc per opporsi a tutta la sua attività per il mondo e alla cementificazione.
Al termine Cicconi ha ricordato alla cmc: "che tristezza sentire parole dell' Ad della cmc che pensa solo a come fare un lavoro e non a cosa fare". "Dopo averlo sentito parlare ho conferma di aver fatto bene a lasciare mondo coop per lavorare altrove". "Forse Cmc dovrebbe riflettere bene su questo cantiere. Serviranno sei o sette anni almeno e si farà solo con una continua presenza di militari sul posto a protezione dei lavoratori. Sarebbe davvero un gesto importante se la coop rinunciasse al lavoro e magari chiedesse i danni a chi ha le responsabilità".
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