In occasione del processo che si tiene oggi, venerdì 18, contro 3 attivisti della Rete per la sicurezza sul lavoro di Ravenna, a seguito della denuncia della UIL della fabbrica Amadori .
PUBBLICHIAMO UNA PARTE DELL'INCHIESTA FATTA TRA LE OPERAIE DELL'AMADORI DALLE LAVORATRICI SLAI COBAS PER IL SINDACATO DI CLASSE DI RAVENNA. (essa è parte dell'opuscolo su "la condizione di (in)sicurezza delle lavoratrici).
In essa, si capisce anche molto bene qual'è l'atteggiamento connivente con l'azienda delle OO.SS e Rsu.
Parlano le operaie della Amadori (Cesena).
Dall'inchiesta delle lavoratrici dello Slai Cobas per il sindacato di classe di Ravenna
Confezioniamo a catena parti di pollo in vassoi, di varie misure, e pesi; pieghiamo cosce, cosciotti, poi posizioniamo i vassoi sui nastri trasportatori a diverse altezze.
Siamo in piedi sopra delle pedane che “rompono” la schiena e le gambe, ferme davanti ad un piano di lavoro per confezionare, o davanti ad una macchina a caricare la carne da tagliare.
Le parti dei polli arrivano su un nastro trasportatore in basso; la confezione quando è pronta viene appoggiata su un altro nastro trasportatore in alto che la porta via. Per le persone alte spesso il nastro che trasporta la carne è troppo basso, devono stare piegate in due o con le gambe piegate. Le persone più basse invece devono sempre allungare schiena e braccia per raccogliere la carne.
Il nastro su cui si appoggiano le confezioni sta più in alto delle spalle; le persone basse devono allungare molto le braccia in alto per mettere la confezione.
Sollevo casse da dei “bancali” con altezze variabili che vanno da 1,70 mt a pochi centimetri dal pavimento, per metterle su un nastro trasportatore. La distanza dal nastro è di circa un metro. Nell'altro turno le posizioni si invertono, sollevo le casse per ricostruire il bancale. Le casse sono 40/50, del peso di 20/30 Kg. l'una. Il movimento è continuo, mi alzo e mi abbasso per l'intero turno.
I movimenti sono ripetitivi: allungare le braccia, sollevarle sopra la testa, posizionare i vassoi confezionati; in questi movimenti sono interessate le mani, le braccia, le spalle. A volte siamo costrette a lavorare in posizioni scorrette. Siamo nella stessa posizione per 6 ore. Molte nella stessa postazione da 10 anni.
Quando arrivo a casa sono così stanca, distrutta per i ritmi troppo veloci, e spesso vado solo a letto.
Il lavoro deve essere fatto nel minor tempo possibile, ogni movimento si fa in pochi secondi, in un minuto si fanno diverse confezioni. I tempi negli anni si sono ridotti in quanto è aumentata la velocità del nastro trasportatore; i ritmi di velocità dei nastri sono quasi raddoppiati. Non conosciamo i tempi di lavoro stabiliti, sappiamo solo che si deve andare veloci perchè i capi dicono che non c'è abbastanza resa. Sono aumentati i polli da lavorare: da 4000 lavorati in un'ora nel 2000 siamo passati a 7000 nel 2008
I ritmi sono spesso altissimi, non è raro trovarmi completamente sudata all'interno della cella frigorifera a 3 gradi.
Appena arrivate ci vengono assegnate le postazioni dalla capolinea che urla e sbraita, questo è il benvenuto...
Il lavoro continua cambiando postazione secondo quello che si deve confezionare. Ma l'atmosfera è sempre la stessa, urla, bestemmie, parolacce. Oltre a fare un lavoro pesante a volte devi subire anche offese dai capi.
Sto ferma in piedi nello stesso posto per 6 ore e i miei unici movimenti sono: girare di poco il busto sul lato sinistro e lato destro, alzare ininterrottamente il braccio sinistro per prendere una cassa vuota di cartone che sta all'altezza della spalla sinistra; la faccio passare sopra la testa di una spanna (perchè se non la alzo andrebbe a sbattere sulla macchina etichettatrice) e la appoggio su un banchetto vicino alle gambe, alto 80 cm. Con la mano sinistra raccolgo i piatti che mi arrivano da un piccolo nastro trasportatore lungo 1,80 mt, che è tra me e la persona con cui lavoro in coppia, e con la mano destra regolo la distanza etichetta su un computer, poi metto i piatti dentro la cassa vuota con la mano destra. A fine giornata abbiamo lavorato dalle 1.200 alle 1.400 casse con un totale di 10 mila, 11 mila piatti.
I miei disturbi sono: dito a scatto mano sinistra, infiammazione al tunnel carpale della mano destra, gonfiore, dolore, formicolii, pesantezza alle gambe – il dolore parte dall'anca destra e va giù alla gamba, insopportabile...
Spostando le casse da una pedana mi sono cadute le braccia per il troppo peso e mi si è bloccata la schiena, mi sono state riscontrate due ernie. Sento mancanza di forze a polsi, mani, spalle, colonna vertebrale. E' rimasta intrappolata una parte della mano. Non mi è stata riconosciuta nessuna malattia professionale.
Dall'anno scorso in cui ci sono stati i malori molte hanno avuto sintomi: nausea, gola secca, afonie, trachea irritata, tosse insistente, mal di stomaco, irritazione agli occhi, bruciore alle narici intenso, allergia. Vi sono problemi collegati all'uso sostanze irritanti, quali i disinfettanti; manca l'aria.
Abbiamo riferito la situazione dell'aria all'Asl e hanno risposto che andava tutto bene.
Abbiamo fatto segnalazioni a delegati, Rls decine di volte per le intossicazioni, mi sono sempre sentita rispondere che lì dentro non c'è niente.
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