Tantissima gente, più di mille persone hanno partecipato alla veglia di giovedì sera e al funerale di ieri, venerdì, a Portici per Teresa Buonocore che aveva denunciato le molestie sessuali alla figlia di 8 anni e si era battuta perchè il pedofilo venisse condannato, costituendosi parte civile nel processo; una fiaccolata era stata poi organizzata sempre per venerdì a Portici da tantissime associazioni di donne, compagne, donne singole, con le parole d'ordini: “Basta morire per essere libere” - “Basta morire da donne per liberare tutti dall’orrore”; contemporaneamente anche in altre città collettivi di donne hanno fatto fiaccolate da Bologna a Genova, da Polignano a Mare, a Taranto le lavoratrici, disoccupate del Mfpr sono andate in giro in tanti quartieri popolari ad affiggere manifesti “Anche noi siamo con Teresa”.
Tutta questa folla, questa mobilitazione a Portici ha visto in Teresa il coraggio delle donne, la sfida verso la paura, il silenzio. Come hanno scritto le compagne, le donne che hanno organizzato la manifestazione a Portici”... Per lei che ha vinto la paura, per avere il coraggio di andare verso la
libertà di sua figlia e delle figlie di tutte, vogliamo scandire le parole che avrebbe detto, se le armi omertose “della famiglia” non l’avessero zittita. Teresa voleva vivere, parlare e compiere i gesti necessari a tutte..”.
Ma è trapelata anche la rabbia. Nonostante i giornali tentano di nasconderla tra le righe, e nonostante un parroco che, fuori luogo, ha scelto per la sua omelia la parabola del “figliol prodigo” e ha impostato tutta la cerimonia sul perdono e sul recupero di chi fa del male e sul “male” senza responsabili: “Il male non ha colore o classe sociale, non è riconoscibile”.
La realtà è che questa morte di Teresa ha nomi e cognomi:
il male è: un violentatore che teneva bellamente non una pistola ma cinque pistole e due mitragliette, oltre 2500 munizioni;
il male è: il fratello e la moglie del pedofilo, i possibili mandanti dell'uccisione di Teresa, per cui la vita di una donna val bene la difesa dell'onorabilità della famiglia, per cui le donne non devono osare ribellarsi, e gli uomini violentatori devono essere "lasciati in pace";
il male: è uno Stato e delle istituzioni che coprono e alimentano questo clima e oggi ipocritamente si costituiscono “parte civile”, come il Sindaco Iervolino che si è permessa di dire: “mai avremmo potuto immaginare che le mamme della Campania dovessero difendere i propri figli contro violenze di tipo sessuale”. Mai?! Ma se le violenze sessuali, sociali sono all'ordine del giorno; ma se il clima mafioso, con il suo humus maschilista, il degrado sociale in questi paesi, sono le condizioni “normali” che la gente è costretta a subire e che per le donne significa più oppressione; mai?! Ma se voi siete i responsabili spesso diretti di tutto questo!
Per questo tanta gente è scesa in piazza per Teresa, perchè la rabbia e il dolore per la sua morte ma soprattutto il suo coraggio è carico di tutta questa realtà che va fermata e trasformata e non con la “speranza” come predica il parroco di Portici, ma con la mobilitazione delle donne, della gente che subisce e che deve andare avanti oltre ieri.
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