In questi giorni sono in corso le assemblee all’Ilva di Taranto sul contratto integrativo recentemente firmato da tutte e tre le OO.SS fiom, fim, uilm.
Questo contratto viene presentato dalla Fiom sia locale che nazionale come una buona intesa, in controtendenza agli accordi separati e soprattutto all’accordo Fiat di Pomigliano - Fiom: “la parte normativa rappresenta il massimo delle mediazioni possibili; segr. Prov.le Zappa: “non è che a Roma si litiga (con le altre OO.SS.) e a TA ci vogliamo bene… l'effetto Pomigliano si arresta alle soglie del contratto integrativo all'Ilva”; Cremaschi: “un effettivo incremento dei salari, miglioramenti normativi su organizzazione del lavoro, salute e sicurezza, mercato del lavoro; intesa frutto dell'eccezionale mobilitazione dei lavoratori; impegno dei lavoratori e dei sindacati premiato”.
Giudizio entusiasta viene poi espresso, guarda caso, dall’azienda e dal sindacato più filo aziendale, la Uilm del segr. Palombella, lo stesso che ha firmato, con altrettanto entusiasmo, l’accordo a Pomigliano - Per l'lva: “è un successo importante in una fase ancora critica (azienda alle prese con pesanti polemiche sulle questioni ambientali); la sottoscrizione dell'accordo è un segnale per la città”; Per la Uilm: importante e notevole risultato in presenza di una grave crisi economica, Palombella “altrove ci sono razionalizzazioni e tagli, all'Ilva di TA si rinnova la contrattazione di secondo livello”
Ma al di là dei risultati miseri ottenuti, molto inferiori a quelli già inadeguati richiesti nella piattaforma contrattuale soprattutto su aumenti salariali e livelli, al di là del fatto che una serie di richieste non sono state ancora o per niente raggiunte su: appalti, interinali, riduzione orario di lavoro, cambio tuta, mensa, questione organici/impianti per la sicurezza, ecc., quello che qui vogliamo mettere in evidenza è il gioco falsato che fa il sindacato.
Questo contratto integrativo è partito da metà 2008 e le richieste erano in rapporto alla fase buona dell'Ilva; oggi Uilm, Fim, Fiom parlano di importante, buon risultato, ma l’accordo viene rapportato alla fase attuale di crisi dell'Ilva e generale.
La premessa dell'accordo dice, infatti: “il 2009 è stato caratterizzato da una gravissima crisi economica... La siderurgia è stato uno dei settori che più profondamente ha risentito del crollo globale... Le prospettive per il 2010 e gli anni seguenti sono profondamente incerte... Il presente accordo... si propone di porre le basi... per una gestione condivisa, come sinora attuata, della crisi....”.
Ma i soldi e i miglioramenti normativi che i lavoratori attendevano erano rapportati a quanto già nel 2008 l'azienda aveva guadagnato sul lavoro degli operai; ciò che era richiesto era un credito da parte degli operai, già realizzato e dovuto dall'Ilva sulla base dei risultati fino al 2008.
Tant'è che le stesse OO.SS. scrivevano nella ipotesi di piattaforma integrativa: “L'andamento complessivo del gruppo è stato e continua ad essere buono (dal 2004)... L'impegno e la professionalità dei lavoratori hanno permesso il raggiungimento dei lusinghieri risultati economici... quindi questa piattaforma rivendicativa cade in un momento ancora interessante... tutto ciò premesso, riteniamo doveroso e oltremodo corretto, far sì che ci sia un ritorno in termini di salario e di migliori condizioni di lavoro per tutti i lavoratori del gruppo in quanto protagonisti attivi del raggiungimento dei risultati...”.
Ora invece, i giudizi sui risultati dell'integrativo per le OO.SS. compresa la Fiom vengono fatti in rapporto alla crisi, con un gioco bleffato: per l’Ilva gli effetti della crisi partono da fine 2008/inizio 2009, per gli operai, invece, gli effetti della crisi partono evidentemente da prima del 2008.
Facciamo un esempio. Dei lavoratori hanno fatto guadagnare 1000 euro al loro padrone con il lavoro già fatto. Quando vanno a chiedere i soldi per il lavoro fatto, il padrone dice che non li ha più, li ha persi per la crisi, che gli dispiace... I lavoratori dicono: ma noi il lavoro l'abbiamo fatto; tu potevi perdere i tuoi soldi ma non i nostri, dispiace anche a noi, ma ora ce li devi dare!
Avete mai visto il contrario? Che una ditta, per esempio ha lavorato per aggiustare una casa ad un lavoratore e alla fine il lavoratore gli dice: mi dispiace, i soldi che dovevo darti per il tuo lavoro non li ho più, li ho persi... Che farebbe la Ditta?
La Fiom dice che questo accordo è in controtendenza all’accordo di Pomigliano.
Ma è proprio così? La Fiom dovrebbe andarsi a rivedere la parte normativa dell’accordo di Pomigliano relativa all’orario di lavoro e in particolare, turni , prolungamento orario di lavoro, pause, attacco al diritto di sciopero, che hanno stravolto diritti contrattuali, di legge, lo Statuto dei dei lavoratori, e dovrebbe ricordarsi che proprio questi aspetti dell’accordo Fiat sono da tempo già in atto all’Ilva di Taranto, grazie ad accordi sindacali firmati unitariamente.
Dovrebbe ricordarsi che chi ha firmato quell’accordo per la Uilm, il neo segretario nazionale Palombella, aveva fatto prima esperienza di attacco a diritti inviolabili dei lavoratori all’Ilva di Taranto e quegli accordi e risultati svendita di Taranto sono oggi portati ad esempio per nuovi accordi.
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