Il governo ha ottenuto la fiducia. I numeri attuali hanno dato ragione a Berlusconi. L'agitarsi delle diverse forze intorno ad una possibile crisi ha aumentato il potere contrattuale delle componenti interne alla maggioranza, in primis di Bossi, in secondo del gruppo finiano, non ha portato alcun tipo di risultato sul terreno dell'indebolimento effettivo del governo e di un ostacolo alla realizzazione del suo programma.
E' proprio sul programma che nell'opposizione parlamentare – tranne qualche buon discorso di denuncia fatto da Di Pietro – e in buona parte di quella che è fuori dal parlamento la confusione regna sovrana.
Berlusconi marcia verso un regime moderno fascista, una forma di moderna dittatura che realizza gli interessi della borghesia.
Il piano Marchionne di fascismo padronale, accolto da tutto lo schieramento politico,sociale,istituzionale,mediatico dei padroni è in sintonia col moderno fascismo berlusconiano.
Il parlamento e la discussione in esso non sono in grado di contrastare questo tipo di marcia e questo tipo di politica.
Tutta la “crisi” dimostra che non è Berlusconi che abbandona il suo programma ma è l'insieme delle forze presenti in parlamento che accetta, volente o nolente, il terreno che la marcia moderno fascista domanda.
Le contraddizioni in seno alla maggioranza non sono una domanda di freno e di modifica di questa marcia ma anzi una richiesta di accelerazione – è il caso della Lega – o una richiesta di maggiore considerazione – è il caso dei cosiddetti “finiani”.
Quello che avviene, quindi, nel quadro del governo, del parlamento e dello Stato sono scosse di assestamento che trovano una soluzione in più reazione, sempre, lo ripetiamo, in sintonia, ora fatta di parallelismi ora fatta di convergenze, con il fascismo padronale messo sul piatto come piano di governo, di Stato, giustamente denunciato come anti costituzionale, dal piano Marchionne.
Ma naturalmente tutto ciò che è avvenuto in questo giorni in parlamento ha aumentato il discredito del governo, del parlamento, dello Stato nelle fila dei proletari e delle masse popolari. E' vero infatti che la principale preoccupazione è rispetto alle possibili elezioni anticipate,ispirata - come scrivono alcuni commentatori - dal timore fondato dell'accentuarsi dell'astensionismo divenuto sempre più di tipo operaio, popolare.
E' chiaro che tutte le lotte operaie e sociali che si sviluppano in queste settimane, così come le lotte nella scuola e in altri terreni e tutta la crescente indignazione a fronte della corruzione, accentuano in questi giorni un potenziale di protesta e di ribellione. Questo è il vero risultato che occorre valorizzare, trasformare in fatto politico, in coscienza diffusa, in reale volontà di cambiamento. Ma oggi cambiamento vuol dire una sola strada da percorrere: rovesciamento, scontro frontale, autonomia di lotta e di movimento nei confronti del governo Berlusconi, di tutte le sue componenti, dei padroni dell'industria e della finanza, di tutti i loro blocchi sociali di interesse i cui componenti fondamentali sono diventati i sindacati confederali, cisl e uil in primis, di tutte le forze presenti nel parlamento che, tranne eccezioni, fanno parte dello stesso blocco di potere antiproletario.
Fuori dal parlamento certo agiscono nuovi improvvisati riformisti che cercano di raccogliere il consenso popolare - è il caso ad esempio del movimento '5 stelle' di Grillo - ma il loro obiettivo è ricucire il rapporto tra masse e Stato, tra masse e istituzioni e di riconciliare col parlamento.
Questa strada può fare la fortuna degli esponenti attivi di questi movimenti, ma nulla è in grado di dare ai proletari e alle masse popolari, sia in termini di bisogni immediati: il lavoro, la tutela del salario, i servizi sociali (sanità, scuola, trasporti, salute), diritti violati e negati, sia in termini di futuro.
Il tempo attuale è quello della lotta, dell'autorganizzazione di classe e di massa, la demolizione delle illusioni elettorali e riformiste.
Il tempo attuale è quello della costruzione dentro la lotta del nuovo partito comunista, dell'unità dei comunisti e delle avanguardie proletarie per questo obiettivo.
proletari comunisti
2 ottobre 2010
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