mercoledì 23 ottobre 2024

pc 23 ottobre - Profitti in aumento e salari sempre più bassi: “Il travaso di ricchezza dal lavoro al capitale è stato pazzesco” secondo l’Osservatorio delle imprese!

Salari e profitti, cioè lavoratori e padroni, sono due facce della stessa medaglia, quella del sistema capitalista arrivato alla sua forma imperialista. È questa la caratteristica fondamentale del sistema da quando è nato: una parte della società che non lavora sfrutta l’altra che lavora e produce tutto quello che serve alla sopravvivenza dell’umanità in ogni angolo della terra.

Salari e profitti: tenere bassi i primi, quanto più bassi possibili, e aumentare i secondi, quanto più è possibile: è questa l’ossessione di una classe, la borghesia, la classe dei padroni e dei loro rappresentanti politici in tutti i governi, costi quel che costi.

Capitalisti ed economisti borghesi, pur chiamando le cose con nomi non scientifici, dicono con i dati e i loro articoli o studi, di tanto in tanto, chiaramente come stanno le cose, come per esempio fa il Sole 24

ore di ieri con questo titolo: “Quel travaso di ricchezza dal lavoro al capitale”, travaso che, ripete nell’articolo “è stato pazzesco”!

Questo articolo prende spunto da uno studio dell’Osservatorio delle Imprese della Sapienza di Roma e dice che negli ultimi 4 anni i padroni, che con linguaggio borghese vengono chiamati sempre “imprenditori”, nonostante “tanta incertezza: pandemia, inflazione da politica economica espansiva, Ucraina, energia, Medio-Oriente” se la sono cavata (!) facendo ricorso ai loro “animal spirits” (veramente più che grazie agli spiriti animali, i padroni se la possono cavare sempre solo perché banche e governi mettono a loro disposizione miliardi a fondo perduto, facendo debiti che vengono scaricati sulle masse popolari), mentre “I lavoratori dell’industria invece sono stati penalizzati un po’, anzi un po’ troppo.” aggiunge il giornalista. E la cosa potrebbe peggiorare, dice, “perché il contratto collettivo è scaduto per il 75% delle imprese aderenti a Confindustria e va rinnovato”.

E mentre spera che il contratto venga rinnovato per il recupero almeno parzialissimo dell’inflazione, il giornalista riporta i dati dello studio Mediobanca: “I bilanci aggregati delle società industriali italiane medie e grandi pubblicati nei giorni scorsi dall’Area Studi Mediobanca dimostrano che soprattutto per effetto dell’inflazione il fatturato netto 2023 è stato superiore del 34% al 2019, altrettanto il valore aggiunto [cioè il profitto, per semplificare, ndr], il fatturato esportato è tornato vicino al 40% del totale.”

Quindi, il profitto è aumentato del 34%, ma “la distribuzione della ricchezza prodotta dalle imprese” e cioè la ricchezza prodotta dagli operai! “è stata distorta” perché “Negli ultimi quattro anni, tra il 2020 e il 2023, - continua l’articolo” mentre “da un lato la quota di valore aggiunto che va ad ammortamenti, oneri finanziari, oneri fiscali è cambiata poco, dall’altro la quota che va a costo del lavoro ha perso 12 punti percentuali e quella che remunera il capitale di rischio dei soci (utile netto) è aumentata di 14 punti percentuali. Il travaso di ricchezza dal lavoro al capitale è stato pazzesco.”

“I soci”, cioè i padroni delle azioni che si dividono il profitto prodotto dalla classe operaia, continua l’articolo, “hanno prelevato come dividendi l’80% degli utili netti e hanno lasciato il 20% come autofinanziamento di nuovi investimenti, quando invece a loro per primi dovrebbe convenire far crescere il capitale nella propria impresa.”

Ma, a dispetto dell’economista, i padroni non hanno nessuna intenzione di rinunciare ai profitti per fare “nuovi investimenti”, aumentando così la loro ricchezza personale, che infatti viene poi investita per il 60% nella speculazione finanziaria. Tanto, a dar loro soldi da “investire” nell’azienda ci pensa lo Stato, come ha detto esplicitamente l’amministratore delegato della Stellantis, Tavares.

Ricchi sempre più ricchi e chi lavora sempre più povero, dunque. Questo ci ricorda che la necessità della battaglia per l’aumento dei salari è “certificata” anche dagli studi della borghesia.

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