mercoledì 23 ottobre 2024

pc 23 ottobre - La manovra economica del governo Meloni: trucchi per nascondere la sostanza


Quello che viene comunicato tramite le televisioni e i giornali in materia economica è fondato quasi sempre su una serie di trucchi linguistici e di trucchi finanziari, per nascondere sempre la sostanza di questo governo che è a favore dei padroni, delle banche a livello italiano ed è interno alle politiche generali dei governi in Europa.

Questo governo è in continuità sul piano economico col governo Draghi. Su tutta un'altra serie di cose, questo governo è fascista. Quindi, in materia economica siamo nel segno della continuità e dei trucchi dei Robin Hood al contrario che “tolgono ai poveri per dare ai ricchi” e dell'aria fritta diffusa a piene pani. L’altro aspetto dell'azione del governo in questa materia è il monopolio della comunicazione, una comunicazione a senso unico, per cui nella maggior parte dei casi televisione e stampa governativa celebra la manovra economica.

Chiaramente le leggi di questo governo passano tutti con la fiducia, contando su una maggioranza parlamentare schiacciante. Una maggioranza che certo ha contraddizioni interne perchè rappresentante

di interessi che non sono del tutto uguali me che si compongono in sede parlamentare attraverso il voto di fiducia che fa passare tutto il contrario di tutto, con una opposizione ridotta a teatrino di discorsi.

Partiamo dai punti fondamentali della manovra economica. Il governo dice di aver ottenuto dei soldi dalle banche. In realtà si tratta di un gioco di prestigio, tutto centrato sull'accordo con le banche. Alla fine tutta questa manfrina, a cui ha dato vita innanzitutto Salvini, si riduce a nulla. Quello che le banche hanno fatto è dare un contributo. Il governo ha inventato una partita di giro che funziona così: sui 3,5 miliardi previsti, uno sarà pagato dalle assicurazioni, gli altri due saranno versati nei prossimi due anni, da alcuni istituti bancari particolarmente in salute.

Si tratta di soldi che costituiscono un'anticipazione delle cosiddette imposte differite attive che lo Stato doveva ricevere già dalle banche. Quindi le banche non hanno fatto nessun regalo, hanno solo anticipato soldi che per di più lo Stato dovrà restituire tra il 27 e il 29.

Quindi né tasse su extra profitti, né demagogia contro le banche. Anzi, una conseguenza negativa, come potranno verificare le persone potrà essere sui mutui, sui prestiti su cui le banche rimangono sovrane.

Per questo le banche non hanno avuto nessun danno da questa manovra, e ciò che dicono la Meloni e Giorgetti sono balle.

Su altre partite. Vi sono 350 milioni di tagli agli Enti locali che già di loro sono messi male, alcuni ai limiti del fallimento. Ma questi Enti già nel 2025 dovranno tagliare i propri servizi per circa 350 milioni di euro, oppure dovranno aumentare le tasse locali.

Quindi non è vero che non ci saranno nuove tasse perché saranno rinviate ai Comuni, agli enti locali; ne che è una manovra senza sacrifici, perché i tagli che inevitabilmente faranno i Comuni saranno rivolti alle spese sociali, per il lavoro degli appalti, eccetera.

Alcuni dei servizi saranno sottoposti alla mannaia dei tagli o all'aumento delle tasse locali.

Per quanto poi riguarda i tagli nei ministeri, chiaramente è una balla oltre che una comunicazione tossica. Quando si parla di ministeri si intende certo il ministero della Difesa, il ministero degli Interni, cioè le strepitose spese per gli armamenti, per le missioni internazionali e la partecipazione italiana alle attuali guerre in corso, nel Medio Oriente come in Ucraina. Questi non si toccano, anzi queste spese possono aumentare a dismisura, fondi che lo Stato Usa per rafforzare l'industria bellica e i profitti di guerra e per rafforzare l'indirizzo generale da economia di guerra. Così sul fronte del Ministero degli Interni sempre più soldi saranno stanziati per la polizia, le forze dell'ordine, sempre più soldi per la repressione.

E sempre meno soldi per le spese sociali. I ministeri delle spese sociali sono sempre quelli che vengono messi sotto il mirino, le spese ordinarie dedicate sulle famiglie, i bonus, i sussidi seminati in maniera demagogica, che già sono quattro soldi di elemosina; soldi che comunque sono nulla rispetto all'aumento dei costi della vita, l'aumento dei costi dell'energia - quest'autunno sarà un bagno di sangue per quanto riguarda le bollette -; ma su questo non ci sono misure. Né tanto meno ci sono misure per il lavoro, la gente ha bisogno di lavorare, di redditi che vengano dal lavoro (visto che non ci sono quasi più i redditi di cittadinanza che erano pur sempre una misura di aiuto alle fasce più povere, ai disoccupati).

Quindi in realtà il governo ci vuole togliere un sacco di soldi. E non ci saranno bonus che tangano, perché decisi all'insegna della demagogia o dell'ideologia reazionaria. Pensiamo al bonus bebè deciso per incentivare la natalità delle famiglie, come se le famiglie possono fare i figli a comando perché lo Stato dà un bonus di 1.000 €, quanto tutti sappiamo quanto costano i figli, la vita ordinaria di una famiglia, in una situazione di peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro, della scuola, della sanità.

Ecco la parte di “Dio, patria e famiglia” di questo governo, che vuol dire che in nome della famiglia fa delle leggi reazionarie di tipo medioevale.

Sulla questione della sanità, la Meloni in prima fila e tutti i ministri stanno riempiendo di dichiarazioni le televisioni e giornali che loro hanno finalmente messo i soldi per la sanità.

Per fortuna hanno risposto immediatamente con una protesta i medici e gli operatori sanitari che hanno già da subito annunciato altre manifestazioni di protesta.

L'effettivo aumento per la sanità è di 88.900 milioni. Una miseria rispetto alla dimensione dei costi e dei debiti accumulati dalla sanità e a fronte di emergenze sanitarie clamorose, come è stato il Covid, ma come ce ne sono tutti i giorni nelle famiglie e nella popolazione, visto che il modo di produzione capitalista per il profitto distrugge l'ambiente, produce inquinamento e attacca la salute, riversandosi in un carico da 90 di malattie che riguardano, oltre le masse popolari, tanti lavoratori colpite da malattie professionali che sono in crescente crescita.

Quindi questi soldi della sanità non sono nulla.

A questa manovra del governo Meloni si aggiungono i padroni nel dire no ai lavoratori in materia di aumenti salariali nei contratti; e ancora no a tutte le misure che possono aumentare l'occupazione, ridurre l'orario di lavoro a parità di paga, perché si lavori tutti ma meno.

Il segno dei governi del capitale è identico, ma l'ideologia che ci mette la Meloni è propria, è fascista e per di più è ipocrita e demagogica.

Detto questo, è chiaro che l'unica cosa che si può opporre a questo governo è l'opposizione sociale attraverso gli scioperi, le manifestazioni, le proteste. Ma qui torna il punto che stiamo sostenendo dall'inizio: questo governo non fa nessun passo indietro rispetto alle rivendicazioni delle masse in tutte le materie, e in questo è fascista, in questo fa di ogni passaggio una tappa della costruzione di un regime. E quindi non fa passi indietro rispetto alle proteste, per di più proteste che tutt'ora non superano il livello normale, anche quando fatte dai sindacati di base.

Di questo bisognerà farsene una ragione, capire che solo rovesciando questo governo, concentrando tutte le nostre forze politiche e sociali in una battaglia campale per rovesciare questo governo possiamo aprire la strada a un'alternativa.

Chiaramente l'alternativa che noi proponiamo è un governo anticapitalista proprio sulle questioni sociali che sono decisive per le masse; antifascista perché ristabilisca una democrazia accettabile contro la marcia reazionaria che lo Stato e i governi stanno facendo; antimperialista perchè esca dalle guerre, dalle spese militari.

Ecco, per lottare contro questo governo gli scioperi dichiarati per i prossimi giorni possono essere solo un percorso, ma senza porre all'ordine del giorno la caduta di questo governo non si può neanche andare oltre i discorsi fatti dall'opposizione parlamentare, che chiaramente su questo è un convitato di pietra di questo sistema e non certo un'alternativa.

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