venerdì 19 aprile 2024

pc 19 aprile - Attacco di Israele all'Iran - mentre prepara il massacro genocida dei palestinesi a Rafah, appoggiato dall'imperialismo USA/NATO - Italia compresa

Noi siamo dalla parte dell'IRAN, noi siamo dalla parte dei ribelli Houthi, noi siamo dalla parte della resistenza palestinese e delle masse arabe/ contro imperialismo, sionismo e regimi ad essi asserviti.

La guerra imperialista si può fermare solo se avanza la guerra popolare!

proletari comunisti/PCm Italia

Israele ha lanciato un attacco contro l'Iran: impianti nucleari al sicuro. Colpita una base militare a Isfahan. Usa: “Avvertiti ma non coinvolti nell'operazione” 

  a Controinformazione rossoperaia del 16/04


Fa rabbia ogni volta assistere allo stesso scenario da parte dei governi e della stampa dei padroni.

Esso è simile a quello cui abbiamo già assistito in occasione dell'azione della resistenza palestinese del 7 ottobre - ricordiamo che sono 6 le organizzazioni della resistenza palestinese, rappresentanti la quasi totalità delle masse sia della Striscia di Gaza sia della Cisgiordania, oltre che dei milioni di palestinesi profughi in tutti i paesi arabi e in tanti altri paesi del mondo - l'azione del 7 ottobre è stata una reazione a 75 anni di occupazione e in particolare ai piani dello Stato di Israele di occupazione, di massacri nei confronti del popolo palestinese.

Quando c’è stata l’azione della Resistenza palestinese tutti hanno ragionato come se le cose fossero cominciate quel giorno, e tutti i 75 anni di infame occupazione della Palestina sono stati cancellati, insieme ai crimini commessi fino al 7 ottobre dallo Stato sionista di tipo nazista di Israele dalla sua data di nascita fino a settembre, attraverso i diversi governi di cui quest'ultimo è il peggiore perché contiene al suo interno criminali politici, razzisti, sionisti, peggiori degli stessi nazisti.

Dal 7 ottobre "tutto comincia", si condanna l'azione di Hamas, si sostiene il diritto di Israele a difendersi, e Israele “si difende” distruggendo la Striscia di Gaza, ammazzando circa 34.000 palestinesi di cui una parte, più della metà, è fatta di donne e bambini, distruggendo case, ospedali, cancellando tutto ciò che normalmente viene considerato da non toccare in termini di diritti umani, di crimini di guerra, di convenzioni.

Da allora la stampa borghese, i padroni, i governi di questo paese e tutti coloro che si mangiano tutto attraverso la televisione e i giornali come utili idioti, come popolo belante, si sono rifiutati di guardare la realtà di una lotta tra popoli oppressi e l'imperialismo e il suo sistema e si sono schierati dalla parte di Israele e i governi imperialisti lo armano sempre di più e gli permettono di fare ciò che gli pare.

Lo stesso scenario si assiste ora a fronte dall'azione militare della Repubblica islamica dell'Iran. Come

se tutto fosse cominciato l'altro giorno con lo sciame di droni mandato dall'Iran sullo stato d'Israele. E quello che era successo, non anni prima, ma alcuni giorni prima, in cui lo Stato sionista d'Israele aveva attaccato l'ambasciata di un altro paese non in guerra come la Siria, bombardando e uccidendo esponenti della Repubblica islamica, sparisce.

Sul bombardamento dell'ambasciata di un paese con cui Israele non è in guerra ci sono state parole tiepide di dissociazione, "consigli" allo Stato d'Israele di fare con più calma le cose. E invece dopo l'attacco - una risposta di legittima difesa – che anche il più stupido degli Stati è costretto a fare quando viene volgarmente e senza impunità attaccato, si scatena la canea della stampa, dei vertici del G7, delle televisioni. Qualcuno osa dire che bisogna indurire le sanzioni verso l'Iran. E allora contro lo Stato di Israele cosa dovrebbe avvenire? Dovrebbe avvenire ciò che il diritto normale permette: l'esclusione dall'ONU, da tutti i consessi, la messa in discussione delle relazioni diplomatiche, la fine del sostegno militare, il boicottaggio generalizzato, e di conseguenza il sostegno al popolo palestinese per la sua richiesta legittima di uno Stato libero, infinitamente più democratica della “democrazia del recinto” sionista chiamato Israele.

Quindi noi siamo incondizionatamente dalla parte della risposta iraniana all'attacco ricevuto dallo Stato sionista. Su questo chi non ha buttato il cervello all'ammasso, chi non si mangia tutte le chiacchiere seminate dalla stampa, non può avere altra posizione.

Questo non ha niente a che fare col regime iraniano. Sosteniamo da sempre la lotta delle donne iraniane contro il regime reazionario oscurantista esistente in Iran. Sosteniamo le lotte operaie in questo paese, che ci sono eccome, perché questo non è solo il paese dei mullah, è anche il paese di una grande classe operaia. Sosteniamo tutte le forze che in seno all'Iran si battono per il rovesciamento del regime islamista e per un Iran di nuova democrazia, popolare, fondata sull'alleanza tra operai e contadini, con l'abolizione dei residui feudali - che tanto residui non sono - nei confronti delle donne, della gioventù. Questo non è in discussione. 

Ma non bisogna guardare l'albero e non la foresta, la foresta di un genocidio in atto nei confronti del popolo palestinese, la foresta di un attacco generale al diritto, all'autonomia, all'autodeterminazione dei popoli, di tutte le masse arabe. La foresta di un mondo in cui il petrolio deve rimanere tutto nelle mani dell'imperialismo, con la collaborazione, certo fortemente arricchente, dell'Arabia Saudita e delle borghesie dei paesi arabi petroliferi. La foresta del commercio mondiale che passa attraverso lo stretto di Hormuz e il Mar Rosso e quel territorio viene considerato “a prescindere” delle grandi multinazionali e dei commerci dei paesi imperialisti, indipendentemente che là ci vivano popoli che avrebbero diritto a una vita migliore in termini di condizioni, di salario, di lavoro, e a una vita migliore in termini di futuro, e ne avrebbero diritto i tanti, tanti giovani che sono la parte maggioritaria in questi paesi e le tante donne che sono normalmente la parte più evoluta di queste società.

Questa è la foresta. E invece ci costringono, ci impongono, con la dittatura del pensiero unico, ci vogliono lavare il cervello dicendo che l'Iran sta scatenando la guerra.

In realtà l'Iran non ha fatto niente. L'attacco iraniano è una pura facciata.

Certo, 300 droni. Ma il regime dell'Iran non poteva che fare un baffo alla macchina militare, globale, sionista e imperialista. Un attacco annunciato, “tanto per”, dichiarato apertamente e nello stesso momento in cui i missili erano partiti, hanno detto che tutto era finito.

State tranquilli che se l'Iran fosse nelle mani degli operai, dei contadini, delle masse iraniane e avessero deciso di passare al sostegno attivo, anche militare, con la resistenza palestinese e di mettere in discussione il superpotere dello Stato di Israele, avrebbero fatto un attacco molto più incisivo. E sicuramente non avrebbero scelto il terreno dell'imperialismo.

Con questo tipo di attacchi da “segreto di Pulcinella” - in cui si sono tutti attrezzati perché non ci fosse nessun danno reale - l'Iran non ha fatto niente. E invece che cosa si è visto? che questo pretesto dell'Iran viene ampiamente usato dall'imperialismo e dallo Stato sionista di Israele.

Per qualche giorno, non più di qualche giorno, Israele non è più protagonista dei massacri aperti, del genocidio in corso, dei crimini spietati che ricordano i peggiori crimini delle bande dei narcos nei confronti del popolo e di chiunque potesse in qualche maniera aiutarlo. Perfino l'ONG dei cuochi è stata bombardata e le persone sono state uccise.

Ebbene, per qualche giorno questo viene cancellato, per qualche giorno si vuole mettere la sordina a quello che realmente sta avvenendo. Per qualche giorno il governo Netanyahu, contestato all'interno dalle stesse masse israeliane, può ricandidarsi a mantenere il suo potere “a prescindere” in quell'area. Per qualche giorno si vuole cambiare l'agenda della vera situazione che sta succedendo in quell'area.

E questo è volgare uso politico delle bombe per potere difendere il potere dei ricchi nel mondo e il potere della classe dominante ricca e corrotta dello stesso Stato di Israele.

Ma naturalmente non c'è soltanto la questione di qualche giorno, ma anche il fatto di usare l'azione iraniana per allargare la guerra a tutta l'area.

Si sa che gli imperialisti americani da tempo vogliono attaccare l'Iran, come vogliono cancellare qualsiasi governo non allineato ai voleri dell'imperialismo americano e che abbia relazioni più o meno politico-militari con la Russia, con la Cina e così via.

In quell'area non ci deve essere posto se non per i diktat dell'imperialismo USA, delle grandi multinazionali, dei signori della guerra. E’ per questo che l’Iran dà fastidio, per questo l'Iran si è dotato dell'armamento nucleare. Perché, in quell'area le armi nucleari le deve avere solo Israele per diritto divino, mentre tutti gli altri paesi devono avere l'arco e le frecce, le cerbottane e devono sentire sulla propria pelle il tallone di ferro dello Stato sionista di Israele, e allora bisogna impedire che l'Iran abbia il nucleare in grado di difendersi. Finché ci sono le armi nucleari e la maggior parte sono nelle mani dell'imperialismo americano e di altre potenze minori, compresa la Francia, tutti gli altri non le devono avere: dove sta scritto? In nome di che cosa?

O finisce il monopolio nucleare delle superpotenze imperialiste o altrimenti i popoli non hanno altra strada che di dotarsi delle armi necessarie per difendersi dal potere dominante al servizio dell'economia mondiale che si chiama sistema imperialista: da una parte un pugno di ricchi, dall'altro i popoli, da una parte tutto nelle mani dei miliardari e dei super miliardari, dall'altro "pane e cipolla" (e spesso neanche quello). Questo è inaccettabile.

Gli Stati Uniti e lo Stato sionista di Israele stanno preparando – loro - l'attacco all'Iran, stanno preparando un nuovo focolaio mondiale come quello dell'Indo Pacifico e di quello già in atto dell'Ucraina che diventi il terreno per una guerra mondiale, non dichiarata prima e dichiarata dopo, per una nuova ripartizione del mondo, dove dovremmo ritornare tutti al sistema feudale chiamato “progresso”.

L'attacco all'Iran come seconda tappa è il punto di vista dei paesi imperialisti con la volontà di usare il cane da guardia dello Stato di Israele nell'area.

Lo Stato di Israele reagirà, si dice -  ed è chiaro che reagirà - è come un robot già innescato perché questo Stato è disumano nella sua costruzione istituzionale, etica, è uno Stato sionista alla stessa maniera di come lo è stato, ad un certo punto, il regime nazista.

Quindi in questo senso è evidente che la reazione di Israele è parte del nuovo attacco che si pensa di fare su larga scala per ristabilire la “pace dei morti” che significa tutto il potere alle potenze imperialiste e miseria e oppressione per i tutti i popoli e tra di essi il genocidio palestinese, la riduzione di tutta la Palestina non a uno Stato legittimo, millenario, ma a un popolo di rifugiati, cancellati dalla storia.

Ora è chiaro che, innescata questa nuova fase dello scontro, i riflessi nei paesi corrono. E la corsa agli armamenti di più! l'intervento militare diretto dei soldati, compresi gli italiani di più! la militarizzazione all'interno del paese per il timore dei cosiddetti lupi solitari di più!

Tornando al nostro paese, è inutile dire della televisione: "la Meloni ha convocato il G 7". La Meloni è la segretaria particolare in questo periodo del G 7, quando il G 7 sarà in un altro paese altri governi li convocheranno, non è che "la Meloni ha convocato il G 7".  Il G 7 è convocato sempre e solo innanzitutto dall'imperialismo americano che ti dice: "tiè, questa è la convocazione, per favore mandala tu, piccola impiegatuccia dello Stato imperialista italiano". E la belante e sorridente, Meloni, servetta dell'imperialismo, personaggio in un certo senso imbarazzante in tutti questi vertici, convoca il G7 e nel G7 ripete le cose che dice l'imperialismo americano con le virgole e i punti per tenere contenti gli altri partecipanti al G7.

L'azione militare israeliana e l'autodifesa rispetto all'attacco iraniano sono state fatte con la presenza diretta dell'imperialismo americano, dell'imperialismo britannico, francese e con l'utilizzo del territorio della Giordania.

Anche questo è importante: la Giordania è il paese dell'area dove ci sono più palestinesi che giordani perché la lunga guerra contro il popolo palestinese ha provocato un'ondata di profughi, sono palestinesi anche la buona parte di coloro che hanno la cittadinanza giordana.

Ma il regime, la monarchia - un'altra macchietta, fantoccio dell'imperialismo e dei signori del petrolio che mantengono la Giordania come se fosse il proprio domestico - hanno scelto di offrire il territorio giordano per questa “azione di difesa” dello Stato di Israele.

La Repubblica parla di "nuova NATO in Medio Oriente" per dire del consolidamento di un'alleanza militare con al centro lo Stato di Israele che comprende anche parti delle borghesie, dei governi dei paesi arabi che già erano “culo e camicia” con lo Stato di Israele. E’ l'azione della resistenza palestinese che ha guastato i festini - occulti e aperti - che stavano facendo, per mangiare tutti allo stesso tavolo, al banchetto della rendita e dei signori della guerra, mentre il popolo riceveva le "brioches", vale a dire le bombe, perché in questi paesi, contro il popolo o sono le bombe dell'imperialismo - il vero terrorismo – o è la repressione.

La NATO nel Medio Oriente, l'allargamento del conflitto, l'attacco all'Iran: su questo dovremmo saperne di più, sono affari che ci riguardano. Ci pensa il mercato mondiale a dire che sono affari che ti riguardano. E’ evidente che l'acutizzazione della crisi in quest'area comporta l'immediata crescita dei prezzi dell'energia, della benzina e tutto il resto che si tira dietro il “tutto”.

Significa, all'interno del nostro paese, che noi paghiamo. Siamo noi che paghiamo le guerre, siamo noi, il popolo, i proletari, le masse popolari che paghiamo i costi delle guerre e li paghiamo col peggioramento della nostra condizione di vita e di lavoro, perdendo il lavoro, e li paghiamo non potendoci curare, perché i soldi per la sanità non ce ne sono.

Per di più il pretesto di ciò che avviene in Medio Oriente viene utilizzato volgarmente da una banda di farabutti al governo per reprimere, reprimere, reprimere.

Hanno fatto il comitato ordine e sicurezza. Si dice che l'hanno fatto perché c'è il pericolo del terrorismo. Di che cosa parlano, però? Della trasformazione di tutto il paese in una sorta di zona rossa, inutile dire che tutto diventa obiettivo strategico, zona da difendere, off limits.

“L'attenzione particolare viene riposta, si dice, di mettere sotto i riflettori le università”. 

L’Iran lancia i droni per risposta a un attacco alle ambasciate siriane e che cosa bisogna mettere sotto il controllo delle forze dell'ordine? “le università, dove la recrudescenza delle manifestazioni pro Palestina viene monitorata costantemente ormai da mesi”. Altro che cariche a Pisa! per evitare le cariche a Pisa bisogna impedire le manifestazioni, occupare militarmente le università, perché i piani di sicurezza sono un'occupazione militare preventiva delle università.

Non solo. Viene convocato per il 24 Aprile un comitato per l'ordine della sicurezza ad hoc per ascoltare le preoccupazioni di rettori e rettrici dei principali atenei italiani, indipendentemente dal fatto che in diverse università, per fortuna, i rettori e le rettrici, volenti o nolenti, hanno dovuto tener conto della richiesta degli studenti di mettere fine all'uso dell'università per accordi con lo Stato di Israele, sottoposto a giudizio della Corte di giustizia europea per crimini di guerra, crimini contro l'umanità e genocidio.

A preoccupare sono anche le manifestazioni che saranno organizzate in tutta Italia in occasione del 25 Aprile.

Noi il 25 Aprile celebriamo la gloriosa resistenza antifascista che ci ha liberato dai fascisti e dall'occupazione nazista, restituendoci quella tiepida democrazia degli anni seguenti, peraltro non trasformata ma diventata quella schifezza che sono oggi Parlamento, i governi, le leggi elettorali, ecc ecc. Le manifestazioni del 25 Aprile sono un pericolo? Cosa c'è di più strumentale, di più volgare strumentalizzazione? 

Chi non vuole le manifestazioni il 25 Aprile sono i fascisti, sono gli eredi dei fascisti e dei nazisti, che sono al governo. Chi non vuole le manifestazioni del 25 Aprile sono gli Stati imperialisti, i governi, spesso di qualsiasi colore, perché sanno che ricordare la Resistenza, la lotta armata di liberazione dei partigiani fa venire brutti pensieri a coloro che in questo paese non vogliono che si torni a un moderno fascismo.

Anche qui si preparano a usare la polizia contro le università e contro le manifestazioni del 25 Aprile col pretesto di essere possibili obiettivi di azioni terroristi.

I terroristi siete voi al governo! Sei tu, Stato!

L'unico vero terrorismo sono le bombe dell'imperialismo!

Terrorismo sui popoli, regimi del terrore sono quelli che sono all'interno del sistema imperialista. Proprio per liberarci del regime del terrore serve invece la solidarietà ai popoli, la comprensione piena di ciò che sta realmente accadendo. Serve in ogni paese una Nuova Resistenza, un legame internazionale dei popoli, perché noi popoli, noi proletari, siamo tutti nella stessa barca. E in questa barca ci affondano mentre l'imperialismo cammina sugli yacht. Questi yacht bisogna affondare e si possono affondare in una sola maniera: con la lotta di liberazione dei proletari dei popoli in ogni angolo del mondo.

Il 25 Aprile questo dobbiamo ricordarci e farlo vivere nelle manifestazioni grandi e piccole che ci potranno essere.

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