lunedì 15 aprile 2024

pc 15 aprile - 2 anni di governo Meloni e il potere d’acquisto cala a meno 0,5%, mentre aumentano ancora i profitti

 

la propaganda sul "carrello tricolore"

Continuiamo con la serie “la Meloni racconta balle”: parliamo della propaganda bugiarda fino al ridicolo della fascista Meloni che insiste nel raccontare che in questo Pase tutto va bene, mentre uno degli ultimi rapporti dell’Istat dice che c’è stato “un calo dello 0,5% del potere di acquisto delle famiglie … nel 2023. E questo è accaduto nonostante il recupero del reddito disponibile che è salito del 4,7%, pari ad un incremento di 58,7 miliardi di euro. Ma questi soldi sono stati rimangiati dal rialzo dei prezzi che ha neutralizzato il recupero.” È chiaro che l’inflazione incide su tutti, anche su chi ha “recuperato il reddito”, e cioè chi è già ricco e incassa sia profitti che rendita, figurarsi su chi “vive” di salario, di pensione o di sussidi!

E infatti lo 0,5% (ma già nel 2022 era calato dell’1,6%) è una media come quelle che fanno i dati dell’Istat, che si sa, vanno analizzati perché mettono insieme cose diverse, ma comunque è certo che già questi dati significano che vanno a farsi benedire anche tutte le chiacchiere sugli aumenti

contrattuali, sull’aumento dei posti di lavoro ecc. ecc. per non parlare del famoso "carrello tricolore" che rimane sempre più vuoto.

Se il potere d’acquisto cala, aumenta invece il profitto, che i padroni chiamano “valore aggiunto”: “In crescita il valore aggiunto delle imprese e delle famiglie. Nel 2023 il valore aggiunto corrente generato dal complesso dell’economia nazionale, valutato a prezzi base, è aumentato del 6,4% rispetto all’anno precedente”.

Inoltre, bisogna aggiungere le imposte “pagate dalle famiglie italiane” che sono aumentate di 24,6 miliardi di euro (+10,7% rispetto al 2022) per la crescita dell'Irpef (+10,2%)” che viene pagata soprattutto dalle lavoratrici e dai lavoratori.

Il governo Meloni ha sottratto alle famiglie grazie ai suoi “interventi redistributivi” e cioè al taglio dell’ex reddito di cittadinanza e altri contributi, “118,8 miliardi di euro, 16,5 miliardi in più rispetto all’anno precedente.

Alla base di questi calcoli dell’Istat, dice il Manifesto, c’è la politica del governo Meloni e cioè: “mancato rinnovo degli sconti di Draghi su carburanti e bollette della luce e del gas, il fallimento delle politiche anti-inflazione con l’irrisorio «trimestre anti-inflazione», l’inadeguatezza del taglio del «cuneo fiscale», l’endemico ritardo del rinnovo dei contratti nazionali e i bassi salari strutturali.” In questo elenco manca l’abolizione del reddito di cittadinanza e vari bonus (occhiali, 50 euro, acqua potabile…).

Di fronte alla politica del governo Meloni (che nel complesso prevede anche aumento delle spese militari fino a 30 miliardi l’anno, e la guerra), che toglie ai poveri per dare ai ricchi, che sposta soldi dai servizi (sanità, scuola…) alla guerra, e vuole trasformare il paese in senso apertamente fascista, bisogna organizzarsi e lottare per cacciarlo via prima possibile.

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