sabato 16 dicembre 2023

pc 16 dicembre - Stellantis Mirafiori - L'intervento dello Slai cobas: No dietro a promesse, ma unità, autonomia di classe, riorganizzazione - Da Controinformazione rossoperaia del 15/12


Alla Stellantis Mirafiori l'11 dicembre vi è stato un intervento dei compagni dello Slai Cobas per il sindacato di classe che supporta e organizza l'attività quotidiana nelle fabbriche, nei posti di lavoro, a difesa del lavoro, del salario dei diritti, della salute e sicurezza. 

Alla Sellantis lo Slai Cobas per il sindacato di classe ha distribuito un volantino di carattere nazionale che raggiungerà progressivamente gli altri stabilimenti Stellantis a partire dall'ex Sata di Melfi, oggi Stellantis. 

Nello stesso tempo ha distribuito il settimanale ORE 12 di Controinformazione rossoperaia, il cui articolo principale era "Nelle fabbriche e posti di lavoro serve una vera lotta sindacale, sociale e politica contro padroni e governo"

I temi di questo volantino sono anche stati presentati con dei pannelli. Da un lato un pannello che racchiude, usando anche la grande stampa, quello che realmente sta avvenendo dopo l'annuncio del famoso milione di auto da produrre. A questo corrisponde una situazione attuale in cui a 15 mila lavoratori si propone di andarsene, a Cassino dichiarano 680 esuberi, alla Stellantis di Melfi impongono il ricatto di andare a Pomigliano, col risultato di voler premere sui lavoratori perché si auto licenzino. C'erano già stati 2000 esuberi che sono stati messi fuori dalla fabbrica. 

La verità che il piano di investimenti non c'è o se c'è è condizionato da aiuti di Stato, se c'è è condizionato a leggi che favoriscono solo ed esclusivamente gli interessi dei padroni. 

I veri investimenti li fanno altrove. Il gruppo Stellantis è nelle mani ormai di padroni o management che vedono nella Francia e negli Stati Uniti il centro effettivo degli interessi del gruppo, e che vede le

produzioni distribuite in tutto il mondo; mentre gli investimenti e la produzione di auto in Italia attualmente è inferiore perfino a quella realizzata in stabilimenti in Repubblica Ceca, Romania ecc.. 

E per non dire come le promesse siano parole vuote. A Pomigliano si è promesso il grande rilancio con la Panda. La verità però è che poi la Meloni va in Serbia e sente dal Presidente serbo che la Stellantis ha già deciso di fare la maggior parte della produzione della Panda in Serbia. 

Quindi il futuro degli stabilimenti Stellantis in Italia è a rischio per i piani padronali, è a rischio per gli investimenti che non sono più nel settore auto da parte della famiglia Agnelli, oggi Elkann che da un lato annuncia mini progetti, come quello a Torino del riciclo, dall'altro, però, investe massicciamente, oltre che nella finanza, nella produzione bellica, nel supporto all'industria della Difesa degli Stati Uniti, nei missili. Di questo la grande stampa non scrive. Bisogna trovare queste notizie in stampe particolari come è stato l'articolo di Milano Finanza di alcuni giorni fa. Sulla grande stampa, peraltro assai legata, si pensi alla Repubblica, al gruppo Agnelli, si riportano promesse che si contraddicono ad ogni Tavolo, e da Tavolo a Tavolo aumentano le promesse e si riducono i fatti.

Chi crede a queste promesse? Francamente sembra che gli unici a crederci siano i sindacati confederali e non solo quelli eternamente aziendalisti, braccio operativo nel movimento sindacale del gruppo Fiat, ma anche coloro che invece dovrebbero organizzare la lotta dei lavoratori. Basti pensare alle dichiarazioni di Palombella segr. naz. Uilm che propaganda tra i lavoratori le promesse dei padroni ma nulla fa perché invece le rivendicazioni dei lavoratori possano essere accolte. Rivendicazioni che vanno innanzitutto dalla tutela rigida dei posti di lavoro, nessun esubero, insieme ad una lotta seria sul salario, sulle condizioni di lavoro, sui diritti dei lavoratori. 

Se non si inverte questa direzione di marcia, i padroni e il governo hanno già vinto e i lavoratori hanno già perso. Se si inverte invece, la prospettiva può essere quella di avere anche nel nostro paese una vera vertenza nel settore auto che guardi alla grande vertenza degli operai USA. 

Questi discorsi sono stati quelli portati alla Stellantis di Torino, ma non certo per dire cose giuste - ce ne sono già fin troppo di parole al vento - ma per porre con chiarezza la necessità della riorganizzazione, intorno all'unità di classe, all'autonomia operaia, del movimento sindacale di classe negli stabilimenti e in tutto il paese. Senza l'unità degli stabilimenti, senza una piattaforma unica, una "piattaforma operaia" non c'è futuro. L’anno prossimo in questa direzione bisognerà lavorare tutti, indipendentemente dalle sigle sindacali. 

Ma questo lavoro spetta innanzitutto agli operai d'avanguardia, a coloro che non si vogliono rassegnare ai piani Fiat, ai cedimenti sindacali, a un gioco truccato che si svolge tra governo/padroni/sindacati.

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