Mentre parliamo oggi a ORE 12 Controinformazione rossoperaia ci tocca fare informazione innanzitutto.
E’ in corso la perquisizione al Centro sociale Askatasuna di Torino, il centro combattivo che da tempo conduce innanzitutto la battaglia No Tav ma insieme ad esse tutte le battaglie, a difesa del territorio e a difesa dei diritti e delle rivendicazioni delle masse popolari. Un centro sociale molto attivo nell'università che in queste settimane è stato molto solidale con la Palestina e anche su questo vi sono stati attacchi della polizia, repressione, è stato molto attivo nell’antifascismo e su questo ci sono state cariche della polizia che hanno colpito altre che gli studenti, anche insegnanti, professori, che stanno denunciando, a livello sia di Torino che a livello nazionale, come alle lotte sociali si risponda solo e comunque con la repressione.
Per di più a Torino, in particolare la magistratura, la
digos, la polizia, agiscono con la logica della Santa Inquisizione, della
caccia alle streghe, della persecuzione. E questo si manifesta nei numerosi
processi, spesso conclusi con condanne nei confronti degli attivisti sociali,
di cui evidentemente il centro sociale Askatasuna è il punto principale di
organizzazione e lotta e che ne fa un baluardo della lotta degli interessi
popolari- diremo noi anche della democrazia - a fronte della marcia reazionaria
a servizio dei padroni della speculazione, della devastazione ambientale.
E’ chiaro che questo nuovo attacco è una risposta dello Stato
borghese, delle autorità locali, del governo e dei suoi ministri che hanno
messo nel mirino da tempo il centro sociale Askatasuna alla marcia che comunque
è molto partecipata di migliaia di persone dell'8 dicembre che ha ribadito il
suo NO alla No Tav e ha ribadito la linea di resistenza, manifestazione che è
stata seguita da ulteriori iniziative che hanno toccato non certo gruppi sparuti ma centinaia di
manifestanti che hanno continuato a condurre azioni nei confronti del cantiere
No Tav anche nella notte di domenica.
Questa è una reazione, una reazione chiaramente preparata da tempo che ha lo scopo evidentemente di arrivare allo sgombero del Centro sociale Askatasuna e di conseguenza cancellare, attraverso il Centro, le lotte che ci sono dietro e che vengono condotte: le lotte del movimento No Tav, le lotte degli studenti, oltre che chiaramente la lotta più generale su tutti i terreni di opposizione allo Stato e al governo e a questo governo, poi, in forme particolari che chiaramente ha messo sin dall'inizio l'attacco ai centri sociali come uno dei suoi punti di programma, che ha rafforzato, attraverso un sistema di leggi, decreti, per trovare mille motivi per cui attaccare l'opposizione sociale, politica, laddove è attiva e continuata e nello
stesso tempo realizzare gli interessi dei padroni e dei “poteri forti” in generale e verso la realtà di Torino in particolare.Quindi abbiamo sempre detto che la battaglia del Centro
sociale Askatasuna è una battaglia nazionale che deve assumere tutto il
movimento. Abbiamo ripetutamente considerato questo uno dei punti su cui far
sentire la voce di tutti i settori operai, proletari e popolari, che si
oppongono a questo stato di cose.
Stiamo a vedere che succederà, ma ribadiamo che la
repressione non ferma la ribellione, l'opposizione, ma l'alimenta e questo è la
fase in cui tutto questo sarà necessario farlo di più e meglio, visto la natura
dell'attacco e la natura del governo, che è dentro quel grande problema del
periodo in cui questo avviene e che vede al centro la guerra, la guerra in
Ucraina, la situazione in Palestina, la marcia genocida dello Stato di Israele
e nello stesso tempo interna allo Stato generale dell’azione dell'imperialismo
nel mondo, in primis l'imperialismo americano, di cui il nostro governo è
alleato e servo.
*****
Sabato vi è stata l'altra manifestazione importante per la
Palestina a Milano, che è divenuta una sorta di capitale di questa
mobilitazione. A ogni sabato a Milano si scende in piazza. I palestinesi
dichiarano con orgoglio “Milano è palestinese” e lo possono ben dire, in
contrapposizione ai patetici tentativi di fare manifestazioni a favore del
sionismo israeliano e della sua aggressione genocida che normalmente raccolgono
poche decine di persone, nonostante l'intera stampa milanese sui giornali più
reazionari e il sistema dei partiti, da Salvini a Fratelli d'Italia - e
purtroppo non solo, tutto l'arco della presunta opposizione - cerca di
affermare a Milano la legittimità della criminale aggressione genocida in corso
nella Striscia di Gaza.
Questa manifestazione ha ribadito con forza “siamo tutti
palestinesi”, che la campagna di sostegno e solidarietà deve continuare, deve
concentrarsi in iniziative sempre più incisive, l'ultima su cui il movimento di
lotta dei giovani palestinesi e delle associazioni dei palestinesi che le
sostengono, domanda di intensificare l'azione per il boicottaggio economico
dello Stato di Israele.
Boicottaggio economico dello Stato di Israele che è stato
recepito - anche questo è molto positivo - dall'Assemblea nazionale tenutasi a
Bologna organizzata da SiCobas, che ha visto una buona partecipazione di
centinaia di lavoratori e forze solidali, con la presenza dei rappresentanti
della comunità palestinese, nella quale è stata lanciata una giornata di
solidarietà internazionalista e l'appello a intensificare tutte le iniziative,
in primis il boicottaggio verso industrie e centri economici legati allo Stato
sionista di Israele.
Noi rilanciamo questo appello della piazza di Milano di
sabato come pure dell'Assemblea di Bologna, perché pure in un periodo che
chiaramente pare poco favorevole alle mobilitazioni di piazza e di massa, venga
mantenuto il livello di mobilitazione necessaria che ci permetta di costruire
queste iniziative non come testimoniali ma come incisive che possano sostenere
da questa parte del mondo, da questo paese, la grande resistenza che il popolo
palestinese sta opponendo a Gaza.
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