mercoledì 13 dicembre 2023

pc 13 dicembre - Solidarietà all'Askatasuna sotto perquisizione - Fermare il genocidio di Gaza - dalla controinformazione 75 dell'11 dicembre

Mentre parliamo oggi a ORE 12 Controinformazione rossoperaia ci tocca fare informazione innanzitutto.

E’ in corso la perquisizione al Centro sociale Askatasuna di Torino, il centro combattivo che da tempo conduce innanzitutto la battaglia No Tav ma insieme ad esse tutte le battaglie, a difesa del territorio e a difesa dei diritti e delle rivendicazioni delle masse popolari. Un centro sociale molto attivo nell'università che in queste settimane è stato molto solidale con la Palestina e anche su questo vi sono stati attacchi della polizia, repressione, è stato molto attivo nell’antifascismo e su questo ci sono state cariche della polizia che hanno colpito altre che gli studenti, anche insegnanti, professori, che stanno denunciando, a livello sia di Torino che a livello nazionale, come alle lotte sociali si risponda solo e comunque con la repressione.

Per di più a Torino, in particolare la magistratura, la digos, la polizia, agiscono con la logica della Santa Inquisizione, della caccia alle streghe, della persecuzione. E questo si manifesta nei numerosi processi, spesso conclusi con condanne nei confronti degli attivisti sociali, di cui evidentemente il centro sociale Askatasuna è il punto principale di organizzazione e lotta e che ne fa un baluardo della lotta degli interessi popolari- diremo noi anche della democrazia - a fronte della marcia reazionaria a servizio dei padroni della speculazione, della devastazione ambientale.

E’ chiaro che questo nuovo attacco è una risposta dello Stato borghese, delle autorità locali, del governo e dei suoi ministri che hanno messo nel mirino da tempo il centro sociale Askatasuna alla marcia che comunque è molto partecipata di migliaia di persone dell'8 dicembre che ha ribadito il suo NO alla No Tav e ha ribadito la linea di resistenza, manifestazione che è stata seguita da ulteriori iniziative che hanno toccato  non certo gruppi sparuti ma centinaia di manifestanti che hanno continuato a condurre azioni nei confronti del cantiere No Tav anche nella notte di domenica.

Questa è una reazione, una reazione chiaramente preparata da tempo che ha lo scopo evidentemente di arrivare allo sgombero del Centro sociale Askatasuna e di conseguenza cancellare, attraverso il Centro, le lotte che ci sono dietro e che vengono condotte: le lotte del movimento No Tav, le lotte degli studenti, oltre che chiaramente la lotta più generale su tutti i terreni di opposizione allo Stato e al governo e a questo governo, poi, in forme particolari che chiaramente ha messo sin dall'inizio l'attacco ai centri sociali come uno dei suoi punti di programma, che ha rafforzato, attraverso un sistema di leggi, decreti, per trovare mille motivi per cui attaccare l'opposizione sociale, politica, laddove è attiva e continuata e nello

stesso tempo realizzare gli interessi dei padroni e dei “poteri forti” in generale e verso la realtà di Torino in particolare.

Quindi abbiamo sempre detto che la battaglia del Centro sociale Askatasuna è una battaglia nazionale che deve assumere tutto il movimento. Abbiamo ripetutamente considerato questo uno dei punti su cui far sentire la voce di tutti i settori operai, proletari e popolari, che si oppongono a questo stato di cose.

Stiamo a vedere che succederà, ma ribadiamo che la repressione non ferma la ribellione, l'opposizione, ma l'alimenta e questo è la fase in cui tutto questo sarà necessario farlo di più e meglio, visto la natura dell'attacco e la natura del governo, che è dentro quel grande problema del periodo in cui questo avviene e che vede al centro la guerra, la guerra in Ucraina, la situazione in Palestina, la marcia genocida dello Stato di Israele e nello stesso tempo interna allo Stato generale dell’azione dell'imperialismo nel mondo, in primis l'imperialismo americano, di cui il nostro governo è alleato e servo.

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Sabato vi è stata l'altra manifestazione importante per la Palestina a Milano, che è divenuta una sorta di capitale di questa mobilitazione. A ogni sabato a Milano si scende in piazza. I palestinesi dichiarano con orgoglio “Milano è palestinese” e lo possono ben dire, in contrapposizione ai patetici tentativi di fare manifestazioni a favore del sionismo israeliano e della sua aggressione genocida che normalmente raccolgono poche decine di persone, nonostante l'intera stampa milanese sui giornali più reazionari e il sistema dei partiti, da Salvini a Fratelli d'Italia - e purtroppo non solo, tutto l'arco della presunta opposizione - cerca di affermare a Milano la legittimità della criminale aggressione genocida in corso nella Striscia di Gaza.

Questa manifestazione ha ribadito con forza “siamo tutti palestinesi”, che la campagna di sostegno e solidarietà deve continuare, deve concentrarsi in iniziative sempre più incisive, l'ultima su cui il movimento di lotta dei giovani palestinesi e delle associazioni dei palestinesi che le sostengono, domanda di intensificare l'azione per il boicottaggio economico dello Stato di Israele.

Boicottaggio economico dello Stato di Israele che è stato recepito - anche questo è molto positivo - dall'Assemblea nazionale tenutasi a Bologna organizzata da SiCobas, che ha visto una buona partecipazione di centinaia di lavoratori e forze solidali, con la presenza dei rappresentanti della comunità palestinese, nella quale è stata lanciata una giornata di solidarietà internazionalista e l'appello a intensificare tutte le iniziative, in primis il boicottaggio verso industrie e centri economici legati allo Stato sionista di Israele.

Noi rilanciamo questo appello della piazza di Milano di sabato come pure dell'Assemblea di Bologna, perché pure in un periodo che chiaramente pare poco favorevole alle mobilitazioni di piazza e di massa, venga mantenuto il livello di mobilitazione necessaria che ci permetta di costruire queste iniziative non come testimoniali ma come incisive che possano sostenere da questa parte del mondo, da questo paese, la grande resistenza che il popolo palestinese sta opponendo a Gaza.

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