A Milano come in tutta Italia cade l'anniversario della strage di piazza Fontana.
Questa strage - pagata dai padroni e realizzata dai fascisti
- è stato l'attacco più feroce nei confronti del grande movimento che si era
sviluppato in quegli anni, ed è chiaro che questa strage aveva lo scopo di
fermare il grande movimento degli anni in corso in quello straordinario biennio
che è stato il 68 e poi l'autunno caldo. Questa strage aveva questo obiettivo e
il movimento a suo tempo rispose radicalizzando la sua opposizione.
Che significato ha dopo tanti anni ricordare questa strage?
La cosa principale è che le forze eredi degli autori di
questa strage - che fu chiaramente una strage fascista coperta dallo Stato,
realizzata insieme ai servizi segreti e a tutta quella parte della politica
dell'epoca - che puntava esattamente a reprimere e a schiacciare il movimento
di quegli anni, marciare verso uno Stato reazionario e questo Stato
reazionario, questa marcia reazionaria trova il suo risultato concreto che gli
eredi degli autori di quella strage sono al governo, l'area politica, culturale,
storica di quella strage è oggi al governo rappresentata dal governo Meloni e
dalla composizione delle sue forze.
Questo dimostra sostanzialmente che oggi ricordare quella strage non può essere un mero ricordo né
tantomeno metterlo sul terreno delle vittime di strage che chiaramente furono vittime innocenti che si trovarono nel posto sbagliato al momento sbagliato.Oggi il nostro problema è di considerare la necessità di
intensificare ed elevare la lotta contro quello che questa strage rappresenta
oggi e oggi rappresenta uno Stato del Capitale che marcia verso la reazione
aperta nella forma del moderno fascismo, dello Stato di polizia, in cui gli
interessi della classe dominante, il capitale industriale finanziario, nel
contesto generale del sistema capitalista imperialista vuole imporre di fatto
una nuova dittatura che scarichi sulle masse popolari la crisi, le guerre e
permetta allo Stato esistente - che oggi più di ogni altro dimostra la sua
natura di dittatura di classe - possa eternizzare sè stesso e il sistema in cui
viviamo.
Quindi, per usare una formula, è il tempo di aprire il fuoco
politico culturale, sociale contro questo Stato, questo governo, questo sistema
e ricordare nelle piazze il 12 dicembre significa rilanciare il messaggio del
‘68 e del ‘69 in cui il movimento operaio studentesco e popolare pose il
problema di un cambiamento radicale, di un cambiamento rivoluzionario che
portasse al potere i lavoratori.
Oggi più di allora, anche se manca il movimento d'allora,
questo messaggio è importante.
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