“Pistole e armi leggere, esplosivo Tnt, attrezzature per
l’addestramento e pezzi di ricambio: questa la parte più consistente
dell’export verso l’Egitto di armi fabbricate in Italia.” (v. Il Manifesto di
oggi). «Sembrano componenti secondarie ma possono giocare un ruolo
significativo nella violazione dei diritti umani e quindi del diritto
internazionale» dice il responsabile di EgyptWide.
72 milioni “cui si devono aggiungere i materiali esportati
sotto precedenti licenze, oltre 262 milioni” secondo lo studio che è “stato
realizzato a partire dalla «Relazione sulle operazioni autorizzate e svolte per
il controllo dell’esportazione, importazione e transito dei materiali di
armamento vendita e l’acquisto di materiale bellico e di sicurezza», presentato
al parlamento nel luglio scorso”.
“Per legge, - continua l’articolo - l’ultima parola sulla vendita di specifiche tecnologie e sistemi
militari a Stati terzi spetta al governo e nello specifico all’Uama (Unità per le autorizzazioni dei materiali di armamento), che fa capo al ministero degli esteri, chiamato a verificare che lo Stato acquirente non sia coinvolto in un conflitto in qualità di invasore o aggressore, né essere interessato da embargo sulle armi.”E formalmente l’Egitto non rientra tra questi “«sebbene
da anni conduca un conflitto invisibile nel Sinai», regione in cui diverse
organizzazioni, tra cui Amnesty e Human Rights Watch, denunciano esecuzioni
extragiudiziali”, che l’Egitto, quindi, sia uno stato dittatoriale che arresta
e tortura gli oppositori (ma anche i ricercatori come Giulio Regeni) è sotto
gli occhi di tutti, però si continuano a fare affari e profitti. Lo studio
aggiunge però: «Abbiamo identificato l’uso di armi di fabbricazione italiana,
soprattutto leggere tra cui pistole, per reprimere manifestazioni pacifiche
come quelle di piazza Rabaa Al-Adawiya e Al-Nahda» del 2013 al Cairo, per
chiedere il rilascio dell’allora presidente Mohammed Morsi, al cui arresto
seguì l’ascesa del generale Abdel Fattah Al-Sisi. … Oltre 900 persone
persero la vita quando gli agenti aprirono il fuoco sulla folla. … Non solo:
«Il Tnt si usa per fabbricare mine antiuomo, ma l’Italia è firmataria della
Convenzione di Ottawa per la messa al bando» insomma, «permane un trend in
crescita nelle esportazioni di armi, concentrato nelle mani delle solite
aziende come Leonardo, Fincantieri e Simmel Difesa».
L’Egitto che va alle elezioni farsa dove ancora una volta “trionferà”
il dittatore Al Sisi attraversa, dice il rapporto «una delle peggiori crisi
economiche, nel 2023 Bloomberg lo indica come il secondo paese al mondo più
vulnerabile alla crisi del debito dopo l’Ucraina. Da anni si tagliano fondi a
scuola, sanità e welfare, ma si possono spendere milioni in armi».
E in soccorso a dittatore ancora una volta arriva l’imperialismo
italiano - con il suo attuale governo della fascista Meloni e il fascista Crosetto
- pienamente coinvolto in un modo o nell’altro nelle guerre in corso e a
sostegno dei peggiori massacratori di popoli.
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