A Palermo, Catania e Messina presidii per denunciare le omissioni della stampa italiana sul genocidio in corso a Gaza
Sono trascorsi tre mesi dall’inizio del massacro della popolazione civile di Gaza. I martiri, escludendo chi è ancora sotto le macerie, hanno superato quota 17.000, il 68% dei quali sono donne e bambini. I morti palestinesi sono dimenticati e oscurati. Proprio come la verità. Dal 7 ottobre, infatti, sui media mainstream abbiamo assistito a servizi, articoli giornalistici ed ospitate televisive ingozzate di narrative unilaterali che hanno scientemente tentato di nascondere il “genocidio”, come l’ha definito l’ex procuratore generale della Corte Penale Internazionale. Di contro, l’opinione pubblica è stata inondata di fake news di Stato aventi lo scopo di dipingere Israele come Stato oppresso e quindi legittimato a difendersi. I grandi giornali e le grandi televisioni continuano a sottolineare il diritto alla difesa di Israele, accettando che due milioni di persone vengano costrette a vivere in condizioni disumane o a scappare per non essere eliminate. Questo è criminale.
Come è criminale il fatto che, dopo aver spento letteralmente la Striscia, tagliando i rifornimenti di corrente elettrica (per non parlare di acqua, cibo e carburante), Israele abbia impedito ai palestinesi che
vivono nell’enclave di denunciare al mondo i crimini di cui sono tuttora vittime distruggendo o oscurando le antenne di reti di telecomunicazione. Cronisti, fotografi, operatori tv e attivisti sono stati più volte silenziati. E’ stato impedito loro di testimoniare, giorno dopo giorno, ciò che accade accanto a loro. E ciò che, purtroppo, loro stessi vivono. I missili israeliani, infatti, non hanno risparmiato nessuno, né le troupe televisive, né le redazioni giornalistiche. Questo in palese violazione del diritto internazionale. Sono 77 i giornalisti palestinesi appartenenti ad emittenti tv locali e internazionali assassinati dal 7 ottobre. E chi non è stato ammazzato, ha dovuto sopportare la perdita di molti familiari, uccisi in raid mirati negli appartamenti. Si tratta di massacri che hanno il sapore di vendetta per il prezioso lavoro di copertura mediatica svolto e fungono ad abbattere definitivamente il morale di questi eroi che già lavorano in condizioni al limite della sopportazione umana: senza sonno, senza cibo e in un contesto di morte e devastazione come quello in cui prestano servizio.Se da un lato il regime sionista cannoneggia la stampa palestinese – o con veri e propri colpi d’artiglieria, o con l’oscuramento dei profili social dei cronisti – dall’altro esercita una censura di Stato terrificante nei confronti della stampa estera. Ricordiamo che ai giornalisti internazionali è stato consentito l’ingresso nella Striscia solo nelle ultime due settimane e solo a condizione di sottostare alle regole della propaganda israeliana, ovvero con un controllo certosino dei contenuti preposti alla divulgazione. Di tutto questo la Rai, la tv di Stato italiana, e gran parte dei media mainstream – a partire da Repubblica – hanno deciso di non proferir parola, rendendosi complice di una narrativa fuorviante e unilaterale dei fatti. Il primo polo televisivo in Italia, da tre mesi, sta nascondendo la polvere sotto il tappeto per evitare di imbarazzare il governo israeliano. Mentre Repubblica, assieme ad altre testate giornalistiche, continuano a fare propaganda di guerra filo-israeliana, spesso deumanizzando la popolazione palestinese.
Si sono genuflessi alla “Hasbara” sionista, una politica del governo israeliano che mira a diffondere all’estero solo informazioni positive su Israele e le sue azioni. I crimini israeliani nella Striscia di Gaza, a partire dalle uccisioni dei 77 colleghi palestinesi, sono stati scientemente oscurati proprio per questo scopo. L’”apocalisse” in corso nella Striscia di Gaza – come l’ha definita l’Unrwa – non viene raccontata al grande pubblico.
Ed è per tale ragione, quindi, che la comunità palestinese di
PALERMO, l’associazione “Voci nel silenzio”, insieme alla “Rete
siciliana per la Palestina”, organizza un sit-in di protesta davanti
alla sede de “la Repubblica – Palermo” sabato 16 dicembre (ore 17:00, in
via Principe di Belmonte, n 103/C). La tv di stato e la stampa italiana
non possono più fungere da grancassa della propaganda sionista,
occultando la sofferenza del popolo palestinese.
Quasi in contemporanea con la nostra iniziativa, giorno 16 dicembre, le
compagne/i ed amici di CATANIA, organizzano un presidio alla sede
catanese della RAI in Via Passo Gravina N° 158, invece a MESSINA
organizzano il presidio domenica 17.
Palestina Libera!
- Comunità palestinese di Palermo - Associazione “Voci nel silenzio”
– Rete siciliana per la Palestina
- Catanesi solidali con il Popolo Palestinese
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