Da Comitato lavoratori delle campagne
Il ragazzo che vedete in foto si chiamava Sane, veniva dal Gambia, ed era un lavoratore agricolo della provincia di Foggia. È morto, nell'ennesimo incidente stradale sulla statale 16, mercoledì scorso mentre rientrava dal lavoro.
Il conducente dell'auto su cui Sane si trovava ha, probabilmente, avuto un colpo di sonno, e l'auto si è ribaltata nei campi. Altre due persone sono ferite e ricoverate in ospedale.
Di questo incidente, di cui chiunque si è ben guardato dal parlare, si potrebbe dire che è stato una fatalità, ma sappiamo bene che si tratta di tutt'altro.
Le cause di questo come di tutti gli incidenti che lo hanno purtroppo preceduto sono i turni di lavoro massacranti e le pochissime ore di sonno a cui i lavoratori sono costretti da un sistema che li sfrutta fino
al midollo. I padroni che non rispettano contratti nazionali in cui è scritto nero su bianco che sarebbero loro a dover offrire trasporto e alloggio ai lavoratori stagionali, lo stato che a ogni nuovo governo introduce leggi sempre più razziste sull'immigrazione.Sane, inoltre, viveva a Casa Sankara, un luogo per cui le istituzioni pugliesi, col presidente Emiliano in testa, si sono spese attivamente, cercando di convincere i lavoratori di San Severo ad andare ad abitare nei container (degli immigrati mica meriteranno case vere?) lì approntate, ricevendo, però, un secco diniego.
D'altronde, perché sarebbero dovuti andare a vivere in un luogo lontano dai campi su cui lavorano, senza trasporti, e affacciato su quella statale 16 che è una delle strade più mortali d'Italia? L'incidente in cui è morto Sane è la tragica conferma che avevano ragione.
Abbiamo un solo modo per cambiare questo stato di cose: la lotta.
Rest in Power
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