Testo realizzato da un compagno della commissione internazionale di proletari comunisti
All'indomani delle elezioni politiche italiane del 25 settembre 2022 il sito maoista Communist International, in un suo articolo del 14 ottobre dal titolo "Imperialism in Crisis: The Growing Torrent of Repudiation and the Crisis in Parliamentarism. 2022 Italian General Political Elections", si cimenta in un'analisi politica delle elezioni italiane, questo articolo è criticabile a nostro avviso principalmente per due ragioni.
La prima è la base idealista e dogmatica su cui si basa l'analisi dell'articolo di questi compagni, la seconda ragione deriva dalla prima, ovvero l'assenza di indicazioni corrette alla classe operaia e alle masse popolari italiane utili per avanzare nella lotta contro il nuovo governo Meloni e la borghesia imperialista italiana.
L'articolo, in apertura interpreta correttamente i dati quantitativi relativi alle ultime elezioni politiche italiane, e afferma:
With this crisis in parliamentarism, the state becomes weaker in its foundations, and will have to rely more and more on its armed and repressive forces, and thus it becomes clearer to the people that the armed forces are the backbone of the state, and that every state sustains, defends and develops itself by the use of violence, in the face of which the people need revolutionary violence.
Nonostante ciò, l'articolo assume un atteggiamento dogmatico a partire dall'uso della citazione del PCP in apertura che risulta scollata dalla situazione concreta italiana odierna:
… the historical main tendency is the fusion of the People’s War led by the Party, with that great torrent represented by the millions of non registered, non voting and those blank or null vote casters; this is the torrent, which the Party is helping to structure as part of the sea of masses which necessarily will sweep away the old order of exploitation and oppression.
L'Italia imperialista del 2023 in cui la lotta di classe è entrata in una fase di riflusso temporaneo, dopo un picco nel periodo 2008-2012, a seguito dell'esplodere della crisi economica, non è assimilabile al
Perù del 1990 mentre era in corso una straordinaria guerra popolare che si trovava nella fase di equilibrio strategico.La citazione del PCP è qui evocata come un mantra senza un'applicazione concreta nella fase e situazione concreta, nel nostro caso l'Italia post elezioni del 2022.
Oggi in Italia vi sono alcuni focolai di resistenza in alcune fabbriche e in alcuni settori del proletariato, soprattutto i lavoratori della logistica di origine immigrata; in settori del movimento studentesco, movimento contro la guerra, movimenti territoriali – No Tav, No Tap – movimenti contro la repressione (caso Alfredo Cospito), ecc.).
In parlamento è debole anche l'opposizione socialdemocratica, quella democratico piccolo borghese, anche secondo gli standard dei "sinceri democratici" in una democrazia borghese seppur nell'attuale fase di decomposizione dell'imperialismo.
Tale situazione oggettivamente negativa contiene in nuce la possibilità di un suo rovesciamento e di uno sviluppo positivo. Il nostro partito per tale ragione opera quotidianamente proprio tra i settori avanzati della classe operaia e del proletariato più sfruttati, in particolare nelle fabbriche metalmeccaniche e siderurgiche del nord del paese come nel sud; nei settori di operai immigrati, nei settori di precari, disoccupati, in particolare nel Sud del paese. Il percorso è lungo e tortuoso ben diverso da descrizioni trionfalistiche descritte di The Communist Internation in cui l'alto livello di astensionismo sarebbe quasi l'anticamera della Guerra Popolare e della Rivoluzione Socialista.
La guerra popolare culminante dell’insurrezione per la conquista del potere politico da parte del proletariato è il nostro programma, in una fase in cui il nostro partito è in una fase di ricostruzione in funzione dell’obiettivo e di costruzione degli altri due strumenti indispensabili: il Fronte Unito e la Forza Combattente.
Se applichiamo le categorie maoiste delle fasi della GP alla nostra fase politica, anche noi marxisti-leninisti-maoisti italiani, così come il resto dei nostri compagni degli altri paesi, possiamo considerarci in una fase politica di "difensiva strategica”.
Inoltre il nostro Partito pensa che anche a livello mondiale la RPM si trova nella stessa fase (vedi anche nostro articolo sulla rivista L2L) e non come affermano erroneamente i compagni in una fase di "offensiva strategica".
Il fatto che IC pensi idealisticamente di trovarci tutti in una fase di "offensiva strategica", ha la conseguenza negativa di idealizzare lo scontro di classe in ogni paese, ed in questo caso in Italia, di idealizzare l’attuale forza del proletariato.
I compagni infatti scrivono:
The principal aspect is the quality, in the impotency and contention of the bourgeois governments in their role, in the crises, in the deepest and broadest masses, the class, refusing to live as before, in rebelling, in rejecting or repudiating the electoral farce and the bourgeois state.
L'indicazione che i compagni di The Communist International danno alla classe operaia, ai proletari e alle masse popolari in Italia è quindi "astensionismo" più "guerra popolare", in termini generici e astratti, mettendo quasi sullo stesso piano la tattica dell'astensionismo elettorale con la strategia della Guerra Popolare. Esaltare l'astensionismo elettorale senza invece inserire tale tattica nella strategia più ampia del Partito e della Rivoluzione Proletaria e Socialista equivale a innalzare l'astensionismo elettorale da tattico a strategico. L’astensionismo è un termometro dello scontento e della distanza delle masse dai governi, dallo Stato, è una protesta che assume una forma passiva.
Se è giusto indicare la prospettiva strategica della Guerra Popolare, tale indicazione diventa disarmata se non è accompagnata dalle indicazioni degli obiettivi da raggiungere nella fase politica attuale e con quale tattica al servizio della strategia generale.
Al contrario il nostro Partito è entrato nel merito di queste elezioni politiche con un lungo articolo pubblicato il 25 settembre 2022, il giorno stesso delle elezioni, in cui oltre all'analisi concreta della situazione concreta ha indicato quale linea politica e quindi quale tattica e strategia bisogna perseguire nel nostro paese all'indomani di tali elezioni che hanno consegnato il potere ad una coalizione politica diretta da Fratelli d'Italia (partito fascista) e che vede in seconda posizione la Lega (partito con influenze neo-naziste).
In questa analisi affermiamo che la risposta non può essere il mero astensionismo di principio o strategico.
E' bastato ai compagni di estrapolare un breve pezzo di tale citazione e incollarla nel loro articolo per affermare indirettamente che il nostro Partito si discosta dal MLM e che scada nel revisionismo.
Ancora una volta il gioco delle tre carte (vedi altri articoli passati pubblicati dallo stesso sito e da noi contestati...).
Ma andiamo con ordine...
Abbiamo affermato che:
[...] è inevitabile per chiunque abbia a cuore gli interessi dei proletari e delle masse popolari, ma anche quelli della democrazia, della difesa dei diritti, di una società non dittatoriale, e di ogni altra istanza che i movimenti hanno portato, vedi l’importante istanza dell’ambientalismo, tutte queste forze non hanno che una sola strada necessaria e obbligata, che è quella della lotta, ma non solo, degli obiettivi di questa lotta che si devono contrapporre in senso anticapitalista, antimperialista e democratico coerente agli obiettivi e ai piani del nuovo governo. Questa lotta non può avere le forme ordinarie con cui si sono svolte o non svolte – dato che il livello di conflittualità sociale nel nostro paese è stato basso – ma deve assumere forme effettive di conflittualità sociale, di antagonismo non solo negli obiettivi ma anche nei valori e nella prospettiva.
Qual è quindi il reale e concreto cammino nel nostro paese per iniziare i preparativi della guerra popolare in una fase in cui la lotta di classe è ancora in una fase che noi definiamo “uscire dal lungo inverno per un nuovo ‘autunno caldo”, e mentre noi ci troviamo ancora nella fase della difensiva strategica?
Ad esempio per quanto riguarda in particolare la costruzione del FU che è attualmente in corso nel nostro paese affermiamo:
Contro il fronte unico dei padroni qualunque sia il governo serve il fronte unico di classe, con la classe operaia e le masse proletarie protagonisti e agenti, che attraverso la loro lotta anticapitalista e antimperialista, nelle forme che le loro forze e il loro livello di organizzazione gli permette di esercitare, possono essere oggi l’unica vera alternativa al risultato elettorale e alle forze che si sono contese il voto.
E più avanti:
E’ sulla ribellione alla marcia reazionaria del nuovo governo che bisogna puntare. [...] Si può pensare che questo nuovo parlamento possa opporsi? Ci auguriamo che ci siano anche in questo parlamento nero voci di opposizione, ma dobbiamo puntare tutto sull’opposizione extraparlamentare. Quando si parla di “opposizione extraparlamentare” non si pensa solo all’opposizione delle manifestazioni e delle lotte, ma di tutto ciò che è fuori dal parlamento, che è nella società, nei mass media, nell’arte, nel cinema, nei cantanti, nei giornalisti, negli operatori della giustizia, negli scienziati, nei medici, nei tecnici, ecc.; un vasto fronte di persone che non può accettare di essere irregimentata sotto una ideologia reazionaria come quella che è professata e in parte applicata dalla nuova coalizione di centrodestra che si approssima probabilmente a prendere nelle mani il governo.
Infine per quanto concerne la costruzione dello strumento della forza combattente:
Una nuova resistenza proletaria adatta ai tempi nostri è necessaria, che come sempre richiede partito, fronte unito, lotta politica e sociale di massa, ma anche lotta partigiana, perchè al fascismo non c’è l’alternativa della democrazia borghese ma l’alternativa della rivoluzione. I nostri padri, la nostra storia c’è l’hanno insegnato, e questa storia è quella che dovrà essere rinnovata.
Tornando invece la questione dell'astensionismo, la realtà è più complessa ma tale complessità risulta sempre ostica e incomprensibile ai meccanicisti e agli estremisti, infatti sul boicottaggio elettorale il nostro partito afferma chiaramente:
Le elezioni del 25 settembre rappresentano un passaggio importante per la borghesia, le classi dominanti e i loro alleati, i padroni e il sistema imperialista italiano e mondiale; ma anche per i proletari e le masse popolari che si troveranno di fronte a una situazione in parte in continuità in parte nuova. Il governo che uscirà dalle elezioni è prima di tutto come tutti gli altri, in continuità col governo Draghi e verso la strada di un governo forte con i pieni poteri che tutti vogliono al servizio dei padroni e dell’imperialismo. Questo respinge ogni idea di “voto utile”, perchè tutti i partiti che possono portare realmente deputati al nuovo parlamento sono interni alla visione della classe dominante nel nostro paese che ricerca il modo migliore per assolvere agli interessi generali che in un sistema capitalista coincidono con gli interessi della classe dominante. Così come va superata ogni illusione di “voto alternativo”, sia perchè chi realmente potrà portare parlamentari in questo parlamento non è alternativo, sia perchè altre liste presenti servono più che altro ad offrire l’illusione di un’altra via ai proletari e alle masse popolari per fronteggiare la situazione. [...] Di questo è nutrito il nostro No a questa campagna elettorale, il nostro invito a non dare alcun tipo di sostegno a questa campagna elettorale e alle principali coalizioni che si disputano il gioco truccato del nuovo “comitato d’affari” della borghesia.
Innanzitutto una netta e chiara indicazione alle masse di non andare a votare, ma per non confondere le masse e illuderle che basti semplicemente astenersi per esprimere il proprio dissenso e per modificare la realtà, magari facendo sgorgare magicamente dal nulla "la guerra popolare", abbiamo quindi affermato subito dopo:
Quindi non è tanto un problema dell’astensione. Noi non siamo né per l’astensione di principio e perfino neanche per “l’astensione tattica”. Oggi opporsi a questi governi con l’arma della lotta non è tattica ma un elemento centrale di una strategia di lotta politica e sociale contro il sistema nel nostro paese, i suoi governi, il suo Stato che apra la strada all’altra via realmente alternativa, la via della rivoluzione proletaria.
Anzi pensiamo che oggi l’astensionismo sia venato non solo di qualunquismo, di disinteresse e passività delle masse ma anche di idee balzane di fonte anarchica o autoreferenziale di gruppi anche dell’estrema sinistra.
Non è l’astensione la risposta. Essa è una necessità oggettiva dentro l’analisi concreta della situazione concreta di queste elezioni, ma ciò che serve è la partecipazione, l’organizzazione, il passaggio da una posizione passiva ad attiva, sia generale sia capillare, addirittura individuale, se si guarda allo stato di coscienza e di prassi dei proletari e delle grandi masse nella realtà del nostro paese.1
Sono passivi i settori più sfruttati, sono ancora in generale passive le fabbriche, certo con focolai accesi nelle loro fila che vanno sostenuti e alimentati, ma questa passività ha una sola alternativa che è l’attività e non il mero astensionismo elettorale.
L'analisi concreta della situazione concreta italiana di settembre 2022 indica a nostro avviso quindi che indicare l'astensione come il nostro Partito ha fatto nei confronti dei settori di operai, lavoratori e masse che dirige sia innanzitutto appunto "una necessità oggettiva", non può assumere valore strategico per noi comunisti MLM ed in particolare in questa fase neanche ha valore tattico per tutto quello che abbiamo detto in precedenza.
Il nostro Partito ha assunto negli anni la tattica dell'astensionismo elettorale attivo: ovvero il fatto di prendere parte alla campagna elettorale organizzando una "contro campagna elettorale" fatta di momenti di lotta contro le elezioni stesse, di contestazione di candidati ecc.. Nel contesto attuale in cui, in un processo tendente al moderno fascismo, in cui è un partito fascista a guidare la coalizione di governo (Fratelli d'Italia) il cui secondo partito di governo (la Lega di Salvini) ha influenze ideologiche fasciste e neo naziste, affermiamo che il partito mentre si struttura, mentre contribuisce alla formazione del FU e della forza combattente, con i tre strumenti, non può limitarsi ad indicare un mero astensionismo elettorale ma, una volta create le condizioni, il partito deve far irrompere le masse organizzate e dirette dai tre strumenti nella campagna elettorale, con lo scopo di trasformare l'astensionismo elettorale attivo già da noi praticato in passato, in momento di scontro tra le masse rivoluzionarie e le masse reazionarie che sostengono tali partiti fascisti istituzionali.
Ciò da un lato servirà per rafforzare i tre strumenti e dall'altro sarà parte della tattica di lotta per la presa del potere politico sin dalla fase della difensiva strategica all'interno della strategia della guerra popolare.
Inoltre mentre i compagni di The Communist International pensano che basti leggere il programma di Fratelli d'Italia per capire se si tratti di un partito fascista o meno, i primi mesi di governo sembrano dare ragione a quanto affermavamo già il 25 settembre:
Nessuno sinceramente può mettere in discussione la natura fascista della Meloni, dei suoi probabili ministri, la gravità costituita dalla messa delle mani non solo sul governo ma sull’apparato dello Stato, dell’economia, dei mass media da parte della destra reazionaria, rappresentata da Meloni, Salvini, Berlusconi.
[...] Ed è chiaro che con la maggioranza assoluta siamo all’interno di una dittatura o di una pre-dittatura che userà il parlamento e le leggi dello Stato per una trasformazione in forma moderno fascista della Costituzione, portando un ulteriore passo in un processo molto lungo, che noi abbiamo sempre definito tendenza al moderno fascismo, e che ora appare all’orizzonte in termini molto più concreti che nel passato.
Sottovalutare la natura fascista della nuova coalizione di governo e il ruolo che potrà svolgere nella ulteriore trasformazione reazionaria dello Stato sarebbe miope.
[...] Noi non abbiamo dubbio che questo nuovo governo, in forme da blitz o in forme lente e prolungate, avrà le donne nel suo mirino e quindi il movimento delle donne, le loro istanze non potranno essere contenute dalle politiche del governo e quindi ogni diritto, ogni aspirazione alla libertà e all’emancipazione è destinata a scontrarsi con questo governo, e ad essere un’opposizione radicale e di prima fila.
Come poi non pensare al fatto che questo governo che si annuncia peggio di Draghi sposa apertamente le ragioni della guerra dell’imperialismo Usa, e questo significa farsi parte attiva del processo innescato dall’invasione imperialista dell’Ucraina verso una nuova guerra mondiale, che è un conflitto nucleare.
Come non pensare ai tradizionali legami ideologici, politici, di “pelle” con le autorità militari, con i generali, con tutto quello che è militare e poliziesco in questo paese, che può diventare nelle mani di un governo di centrodestra una dittatura militare mascherata, con le conseguenze della militarizzazione dei territori, delle leggi d’emergenza, delle persecuzioni poliziesche, non solo verso i comunisti, i rivoluzionari, dipinti come “terroristi” a prescindere, ma contro tutte le forze che a questo governo si opporranno.
Come non pensare che guerra e fascismo è un binomio indissolubile, la guerra ci porta al fascismo, il fascismo porta la guerra.
[...]
Però questa è una sfida e un’opportunità che bisogna cogliere con coraggio e determinazione, mettendoci la faccia in prima persona, per stimolare la partecipazione, per creare persone simbolicamente rappresentative delle masse, a cui le masse si possono rivolgere con fiducia e che possono seguire nelle indicazioni necessarie alla lotta.
Di questo è nutrito il nostro No a questa campagna elettorale, il nostro invito a non dare alcun tipo di sostegno a questa campagna elettorale e alle principali coalizioni che si disputano il gioco truccato del nuovo “comitato d’affari” della borghesia.
Il fascismo non passerà, la dittatura dei padroni non passerà!
Una nuova resistenza proletaria adatta ai tempi nostri è necessaria, che come sempre richiede partito, fronte unito, lotta politica e sociale di massa, ma anche lotta partigiana, perchè al fascismo non c’è l’alternativa della democrazia borghese ma l’alternativa della rivoluzione. I nostri padri, la nostra storia c’è l’hanno insegnato, e questa storia è quella che dovrà essere rinnovata.
Effettivamente in questi primi 10 mesi di governo abbiamo assistito ad un'occupazione di posti chiave dello Stato come gli enti delle telecomunicazioni a partire dalla Rai da esponenti di Fratelli d'Italia che si è tradotto con l'inizio della modifica delle "regole del gioco" ad esempio introducendo l'obbligatorietà per il servizio pubblico audiotelevisivo "di promuovere la natalità e la maternità", abbiamo il ministro della difesa Crosetto che allo stesso tempo è un industriale delle armi, prendere parte attiva ai piani di guerra, questo governo in chiave neocoloniale e neofascista si rivolge all'Africa ed in particolare all'rea del Mare Nostrum e alle ex-colonie (Libia ed Etiopia) nonchè alle colonie mancate come la Tunisia.
In conclusione la "critica" dei compagni di The Communist International risulta ancora una volta un semplice attacco strumentale, negli argomenti e nei modi con cui è condotta, piuttosto che una critica costruttiva al servizio del proletariato italiano e di quello mondiale.
1La parte sottolineata è l'unica citazione del nostro articolo all'interno della presa di posizione di The Communist Internaional.
un compagno della CI di proletari comunisti/PCm Italia
scritto inizialmente a uso del dibattito interno
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