venerdì 21 luglio 2023

pc 21 luglio - Genova 2001 - Un passato da non dimenticare - un futuro da costruire oggi più che mai

 riproponiamo l'editoriale del ventennale

pc 24 luglio - Genova 2021 - il detto e il non detto

Le migliaia di persone affluite a Genova in occasione del ventennale del G8, tra cui, positivamente, tanti giovanissimi, rappresentano un sentire comune di centinaia di migliaia che considerano Genova 2001 una ferita aperta che non può essere chiusa.

Ciò è positivo ed è vero.

Come proletari comunisti, però, questa cosa l’affermavamo già in occasione del 2011, in un foglio speciale che veniva diffuso a Genova da una delegazione nazionale di operai, lavoratori, precari, donne, disoccupate, che da Taranto a Bergamo, da Torino a Palermo, da Milano a Ravenna, partecipava a quella manifestazione, e si trattava di militanti che organizzano e dirigono lotte proletarie e lavorano per la costruzione dell’organizzazione e l’azione politica dei proletari, donne, giovani d’avanguardia.

In quel foglio partivamo da un dato: 300mila persone scesero in piazza nel 2001 con dentro una nuova generazione che, sia pure con parole non sempre precise, denunciava un mondo fatto do guerre, sfruttamento, oppressione, miseria e fame e chiedevano e rivendicavano un altro mondo possibile. E a

Genova trovarono uno Stato che aveva organizzato una feroce repressione, con torture, pestaggi, assassinii.

Questa repressione dimostrava, e lo rilevavamo 10 anni dopo e l’abbiamo affermato anche oggi, che questo mondo non si può riformare e che l’altro mondo possibile si poteva ottenere solo con la rivoluzione.

I governi e lo Stato borghese, anche se negli anni successivi non hanno attuato una cosa come Genova, hanno affermato la stessa logica in 10/100/mille episodi ed al di là dei governi che si sono succeduti di centro destra, centrosinistra, tecnici, ecc. abbiamo avuto quello che già scrivevamo in quel foglio: “Sempre più Stato di polizia, sempre più repressione, leggi anti democratiche e di aperta violazione dei diritti, persecuzione anti immigrati”, e proseguivamo: “i governanti, i capi della polizia, i poliziotti autori dei crimini odiosi di quelle giornata sono impuniti, sebbene in parte processati e alcuni sono stati promossi invece che rimossi”.

Lo si diceva nel 2011 e non si può ripeterlo senza trarne le conseguenze nel 2021.

Dicevamo: “Per questo non c’è nulla da archiviare, da dimenticare, nulla da conciliare, da pacificare… A Genova si viene per chiedere giustizia, senza giustizia nessuna pace!”.

Allora, non è giusto, dopo ulteriori 10 anni  dire le stesse cose  senza trarre la conseguenza che quella che c’è da organizzare in Italia, come nel mondo, visto che siamo ben dentro il sistema mondiale imperialista, è la guerra, la guerra di classe, la guerra rivoluzionaria, la guerra popolare.

Ma di tutto questo, anche nei compagni più radicali, non si è parlato a Genova oggi, né si è aperta anche simbolicamente una strada in questa direzione.

Una parte del problema è Carlo Giuliani. Si è gridato il 20 luglio “carlo e vivo e lotta insieme a noi” in piazza e nel corteo improvvisato contro il parere di Giuliani padre,e della corte che lo circonda.

Noi scrivevamo nel foglio 2011: “Carlo Giuliani non è solo un ragazzo ma uno dei tanti ribelli che in quelle giornate hanno resistito e si sono difesi dalla violenza di Stato omicida”, ed è una parte di quelli che non solo si sono difesi ma hanno attaccato la polizia, il carcere di Marassi, in via Tolemaide, che ieri come oggi vengono dagli organizzatori di Genova 2021 stigmatizzati,insieme agli spudorati riformisti

E’ evidente che anche su questo non si è tracciata una netta linea di demarcazione. 

 All’imperialismo assassino, allo Stato della violenza, della tortura, dei massacri, c’era, c’è e ci sarà una sola risposta, la violenza rivoluzionaria delle masse. Genova ha dimostrato che senza di essa i giovani, i proletari, il popolo non hanno niente.

Quindi, è evidente che il ventennale non ha segnato alcuna tappa per trarre un effettivo bilancio e lezioni di quei giorni. E tocca ai comunisti, agli autentici rivoluzionari affermare forte e chiaro il senso di questa ferita aperta e come realmente chiuderla. 

proletari comunisti/PCm Italia

luglio 2021

 

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