Torino, sull'alleanza Lega-CasaPound
Un’idea balenata la scorsa settimana quando è diventato ufficiale il tesseramento (a sorpresa anche nel Carroccio) di Matteo Rossino, uno dei militanti più conosciuti e più attivi dell’ex partito della tartaruga frecciata.
Sabato pomeriggio, in largo corso Giulio Cesare, è diventato plastico questo avvicinamento tra il Carroccio e Caspound sotto il gazebo bianco, con bandiere tricolore, montato da Rossino, militante del movimento della tartaruga e fondatore del
comitato Torino Tricolore. Nella piazzetta di Barriera di Milano, i vertici della Lega hanno annunciato l’ingresso nel partito dell’ex capo della Casapound torinese. Rossino, come si augura lui stesso, sembra destinato a ripercorrere la strada battezza da un altro militante dei «Fascisti del Terzo Millennio». Quell’Igor Bosonin, tecnico industriale di 45 anni, capolista del Carroccio nelle ultime (e fallimentari) elezioni amministrative del comune di Ivrea che nel 2018 aveva provato a vincerle, senza grandi possibilità di riuscirci, per Casapound nelle vesti di candidato sindaco.La deputata e consigliera comunale, massimo responsabile provinciale del partito di Salvini, ha precisato più volte due argomenti inerenti l’ingresso di Rossino nel partito. Il primo: «Non ci interessano le caratterizzazioni. Come le questioni del passato. Non siamo qui per discutere di massimi sistemi». Il secondo: «Il tesseramento è da considerare come l’esito di un percorso personale». Un traguardo apprezzato da Marco Racca. Il leader della Casapound di oggi, quella diventata con il pesante flop alle elezioni Europee 2019 semplicemente un movimento e non più un partito con mire elettive, spiega il percorso del suo compagno di iniziative Rossino così: «È normale che, dato il nostro passo indietro, una persona come lui, che ha voglia di fare politica elettorale, possa decidere di entrare in un altro partito».
Ma perché la Lega? «È una sua scelta che mi convince — specifica Racca —. È evidente che su alcuni temi, il Carroccio ha una convergenza su alcuni punti di Casapound, mi riferisco alla politica sovranista e al blocco dell’immigrazione. Se poi spostiamo la nostra attenzione sui temi più cittadini, posso dire che Rossino ha fatto un’ottima scelta».
Anche perché il coordinatore dell’associazione neofascista aggiunge: «Secondo me, sotto vari punti di vista, la Lega è il partito che si sta muovendo meglio al Governo. Quella di Rossino non è una cosa organizzata. E penso che sia un merito della Lega toccare i temi del territorio più vicini al nostro modo di fare politica».
Torino, CasaPound e Lega insieme in Barriera: la prima uscita della strana coppia
Come in tutti i matrimoni che si rispettino la lista degli invitati è quella che conta. Sabato pomeriggio, nell’aperitivo contro gli spacciatori organizzato in Barriera di Milano per ufficializzare l’intesa tra Elena Maccanti, l’onorevole segretario provinciale della Lega, e Matteo Rossino, l’esponente dell’associazione Casapound e portavoce dei comitati che si battono contro i pusher, c’era un pezzo importante del Carroccio. Fabio Tassone, segretario torinese, il consigliere regionale Andrea Cerutti, il presidente della Circoscrizione 5 Enrico Crescimanno accompagnato dalle consigliere di quartiere Maria Piarulli e Francesca Mastroeni. Con loro un gruppo di militanti del movimento di estrema destra guidati dal leader storico Marco Racca. Tutti insieme, sotto lo stesso gazebo, non si erano mai visti.
La prova del nove di questa intesa era
avvenuta pochi mesi prima. «Nello scorso aprile, avevamo risposto
all’invito dei comitato di Rossino che organizzò una manifestazione
davanti alla piscina Parri», racconta Maccanti. Quella sera, a
protestare con le bandiere italiane contro gli spacciatori in quel
pezzo di San Salvario, la deputata di Salvini non era presente, mentre
questa volta non ha voluto mancare (e pubblicizzare sui social con un
selfie) per dare un annuncio con una valenza politica importante: Matteo Rossino ha fatto la tessera per la Lega.
L’ex leader di Casapound, che con la trasformazione in associazione nel
2019 è rimasto però sostenitore, racconta alla cinquantina di persone
intervenute in corso Giulio Cesare di essere entrato ufficialmente nel
partito di Salvini ad aprile. Una notizia tenuta sotto traccia
probabilmente per evitare polemiche sulle origini politiche di Rossino,
che ha ripulito i suoi profili social dei suoi trascorsi con la
tartaruga frecciata.
Polemiche che Maccanti bypassa spiegando: «Con Matteo ci conosciamo da sempre. Siamo qui per chiedere maggior sicurezza, per protestare contro lo Ius scholae e lo Ius soli. Rossino, che non guarda alle elezioni regionali semmai alle prossime comunali, chiarisce il suo ingresso nella Lega con sincerità: «È il partito più vicino al mio modo di fare politica sul territorio. Con la Lega punto ad alzare il livello delle mie battaglie, non sono mai stato eletto e non ho guadagnato un euro, questo connubio mi dà la possibilità di avere una cassa di risonanza in più per farmi ascoltare».
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