Dopo mesi di “trattativa” nella quale in realtà la Pfizer
non si è mossa dalla propria posizione, il 28 aprile scorso “Con soli due voti
contrari, l’assemblea dei lavoratori della Pfizer ha approvato l’accordo
sottoscritto dai sindacati” (Gds 29 aprile).
Che cosa prevede questa “intesa”, che diventa così esecutiva?
“tra l’altro, - riporta il quotidiano - il pagamento di 57 mensilità a chi
lascia anticipatamente l’impresa, mentre sono undici i dipendenti che
hanno accettato il trasferimento ad Ascoli Piceno.”
La Pfizer quindi raggiunge i suoi obbiettivi di ridimensionamento
della forza lavoro nello stabilimento di Catania, ma non solo, perché subito
dopo di “procedura” se ne “avvia un’altra: quella nella quale i dipendenti
più vicini alla pensione o quelli con contratti con tutele crescenti dovranno
manifestare la decisione di usufruire del ‘paracadute’ dell’incentivo economico
per l’esodo volontario, per arrivare a una quota di circa 80 unità
che sommata agli 11 trasferiti ridurrebbe a una trentina gli esuberi che l’azienda
si è però impegnata di assorbire”.
Quindi, ci sono ancora 30 esuberi nonostante l’accordo
firmato dai sindacati, i quali fanno finta di credere alle promesse dell’azienda
sul riassorbimento! Ma la cosa più ridicola in tutta questa farsa, pagata
dai lavoratori e dalle loro famiglie, è che (Filctem Cgil), (Femca Cisl), (Uiltec) e (Ugl
Chimici) – chiederanno “al ministro Giorgetti di convocare la multinazionale
del farmaco per conoscere il piano industriale e il futuro di Pfizer a
Catania”!
Anche questa vertenza, quindi, come abbiamo già visto per tante altre, si chiude con l’accettazione di rinunciare alla lotta per il posto di lavoro per tanti operai! Questo purtroppo è il risultato se i lavoratori non impugnano subito la lotta, staccandosi dai sindacati confederali, e non provano ad unirsi agli altri stabilimenti della multinazionale che il piano per continuare a fare profitti sulla pelle di chi ci lavora ce l’ha sempre!
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