Dagli interventi in occasione dell’inaugurazione della nuova sede Slai cobas sc di Palermo
Intervento della coordinatrice Slai cobas sc di Palermo
Siamo orgogliosi di fare questa inaugurazione. Questo trasloco nella nuova sede non è stata una scelta facile. La sede che lasciamo è stata teatro di lotte sindacali importanti con risultati raggiunti per i lavoratori, ma anche di attività politica e del Mfpr (tra le tantissime iniziative voglio ricordare in particolare il 200° di Marx, dove abbiamo fatto una celebrazione/festa e l’organizzazione del riuscito convegno dell’anniversario del 20° del Mfpr); ma ci vorrebbero anni per raccontare cosa abbiamo fatto in quella sede, dove siamo stati più di 15 anni, lì è nata l’organizzazione della lotta più lunga e grande delle lavoratrici delle cooperative sociali iniziata 12 anni fa; è stata anche la sede di Red Block, un gruppo di giovani maoisti.
Non si tratta, quindi, solo di freddi locali che si lasciano per altri locali. Per noi compagni che portiamo avanti la militanza rivoluzionaria come scelta di vita e ci sforziamo di metterci al servizio della classe, la sede ha un valore profondo che ora portiamo nella sede nuova.
Ma i cambiamenti sono anche un bene, servono per rompere la normalità di tutti i giorni, una normalità che rientra sì nel necessario “grigio lavoro quotidiano” ma in cui c’è anche il rischio di una cristallizzazione. Per questo lo spirito con cui siamo venuti in questa sede è da un lato teso a prendere lezioni/fare un bilancio di quello che abbiamo fatto nella sede precedente per metterlo al servizio del nuovo percorso; dall’altro lato è una nuova sfida, venire in questo nuovo quartiere per nuovi percorsi che ci portino a rafforzarci ogni giorno, a portare avanti quel “servire il popolo” che noi viviamo, con tutte le difficoltà ma anche con tutti i lati positivi.
Tutto il circondario del quartiere si è dispiaciuto che noi siamo andati via, ma noi il quartiere non lo abbandoniamo, continuerà ad essere terreno del nostro lavoro sindacale, politico, sociale, verso le donne. Ci trasferiamo ora in un quartiere sempre popolare, proletario in particolare, abitato anche da immigrati, sia pure vicino al centro città; la sede è nei pressi di un grande Istituto superiore e di una sezione dell’Università.
Intervento della lavoratrice rappresentante della lotta delle assistenti igienico personali
Saluto questa sede a nome di tutti. Lasciare la vecchia sede non è facile, almeno per la nostra categoria di lavoratrici igienico personali. Abbiamo condiviso tantissime giornate di lotta, abbiamo un bagaglio che ci portiamo appresso tutti i giorni. Ora a parte l’augurio che questa nuova sede diventi un posto più grande nei numeri di lavoratrici e lavoratori, piuttosto che nei metri quadri, dico di non dimenticare quella che è stata la nostra esperienza di lotta a 360°. Tutto quello che abbiamo fatto deve essere per noi lo stimolo per andare sempre avanti.
Non dobbiamo dimenticare la nostra storia, a partire dal 25 aprile, quello che è stata la Resistenza. Anche la nostra è stata una “resistenza” nelle giornate di lotta. Perchè noi abbiamo resistito, abbiamo anche conquistato. Oggi l’augurio che ci dobbiamo fare è ripartire da qui con uno spirito di carica, di voglia di continuare a lottare, non dimenticando la nostra storia, la storia di ognuno di noi.
Intervento della Coordinatrice nazionale dello Slai cobas sc
Anche noi siamo contenti per lo spirito con cui si sta facendo questo trasferimento. Non è un lasciare la vecchia sede che è piena di tutte le lotte, di tutte le battaglie ad ogni livello che sono state fatte. Ora con questa nuova sede c’è una nuova prospettiva che sicuramente farà avanzare quello che c’è stato finora.
A livello nazionale la nostra organizzazione in tutti questi anni ha sempre considerato Palermo la base rossa dell’organizzazione, non solo per i compagni che hanno diretto questa sede, sempre con uno spirito di sfida verso la borghesia, le Istituzioni, le difficoltà, ma anche di orgoglio, di ottimismo perchè questo, anche nelle difficoltà, è la nostra caratteristica, ma per le lotte per i diritti dei lavoratori e lavoratrici, e su tutti i fronti che si sono fatte. Questo ora dà l’impronta a questa nuova sede, che in breve sarà conosciuta anche in questo quartiere.
Per noi a livello nazionale questa nuova sede è una conquista, è un orgoglio, è una nuova sfida che abbiamo davanti. Questo passaggio non è solo di Palermo, perchè sempre ciò che avviene a Palermo ha dato forza, coraggio, stimolo anche alle altre realtà in cui siamo, con la sua la forza ideologica che ne è la caratteristica principale – pensiamo alla questione delle donne, sempre Palermo è stata ed è tuttora l’anima della battaglia che portiamo a livello nazionale, anche da Taranto, da Milano, da L’Aquila, ecc. guardano a voi.
Intervento di proletari comunisti
Le sedi, le sedi… Pensate: i sindacati confederali hanno costruito sedi enormi in cui vivono funzionari che si autoalimentano sulle lotte dei lavoratori; più grandi sono diventate le sedi, più sofisticate (sembrano oramai palazzi governativi) e meno sono stati i diritti, le conquiste dei lavoratori. Via via che si ingrandivano queste sedi, i lavoratori perdevano salario, perdevano lavoro, perdevano i diritti… Il contrario di quello che deve essere un sindacato, che vive peraltro con i soldi di lavoratori, le deleghe. Prima i soldi venivano dalle lotte, dal sangue dei lavoratori, per aprire le sedi – pensiamo al periodo del fascismo, della Resistenza – i lavoratori sono morti. Negli anni dell’affermazione del fascismo le camere del lavoro furono bruciate, i lavoratori venivano uccisi.
Via via invece che succede? Dal dopoguerra in poi vediamo questi sindacati diventare sempre meno difensori dei diritti dei lavoratori, più legati ai governi, ai partiti, al sottobosco, al sottogoverno… Il sindacato viene vissuto come una normale carriera. Si sono ingranditi le sedi, si sono ingranditi i soldi, i patronati sono diventati questa specie di commercio di pratiche che dovrebbero fare gli uffici dello Stato e non invece i sindacati E via via che si sono ingrassati i sindacati si sono ingrassati i sindacalisti e via via il sindacato non è stato più il sindacato dei lavoratori-
Allora, la sede… La sede sono le lotte, la sede sono le persone che lottano, le conquiste dei lavoratori. Questo è la sede, i luoghi dove si organizzano queste lotte che non hanno bisogno di avere begli uffici, impiegati e così via. Hanno bisogno di gente dedita ai lavoratori, al servizio dei lavoratori.
Quindi le sedi devono rimanere nelle mani dei lavoratori, sempre, piccole o grandi che siano, per fare le assemblee, per riunirsi, per organizzare i diversi settori, questo ci vuole! Ma se si perde la ragione per cui esistono le sedi abbiamo perso tutto!
In questo senso l’esperienza di Palermo è un esempio. Finché c’è stata la vecchia sede, quella è stata una sede di lotte di ogni genere e tipo, di crescita della coscienza dei lavoratori. Certo lavoratori che vanno e vengono, lavoratori che si sfiduciano e lavoratori che rimangono organizzati, ecc.; ma tutto questo è normale non è la fine del mondo. La lotta dei lavoratori è un esercito continuamente in movimento, finché non trova la quadra, l’organizzazione, lo stato maggiore, la condizione oggettiva e soggettiva perché questa forza dei lavoratori diventi un reale esercito e cambi realmente le cose.
La sede di prima è una sede gloriosa, conosciuta in tutto il mondo, compagni. Quando abbiamo detto: dobbiamo fare una riunione a Palermo internazionale i compagni della Turchia, dell’India, della Germania, della Francia, sono stati contenti. Anche ora i compagni esteri non vedono l’ora di poter fare una riunione a Palermo, perché conoscono attraverso le lotte dei lavoratori di Palermo l’importanza di questa sede.
Ora cambiamo sede. Bene è un nuovo inizio e dobbiamo vederlo come un nuovo inizio!
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